Et secundas res splendidiores facit AMICITIA et adversas partiens communicansque leviores.
(Poiché l'amicizia fa più luminosa la buona fortuna e più lieve l'avversa, condividendola e facendola così anche propria) Marco Tullio Cicerone
Caro Dominick,
ora che la tua voce ha i colori del cielo e il tocco magico di arpe di altri universi, ho imparato a scoprire il tuo sorriso nella commozione di persone che come te, vivono la poesia come altro respiro, e che attraverso intrecci di fili invisibili, tessono sentimenti sublimi che si specchiano nell'eternità...laddove il canto del cuore, è un assolo col tuo cielo luminoso.
Lungo il cammino del mio dolore, la divina Provvidenza mi ha donato incontri con persone meravigliose , la cui amicizia cristallina, come acqua di roccia, disseta e scioglie il grumo di momenti di buio.
Grazie Silvana per i tuoi splendidi versi, che oltre al talento di una profonda sensibilità, sottendono una continuità di vita che profuma d'eterno.
Cara Elena, come al solito, di getto, ho scritto qualcosa sull'amicizia. Non mi è costato alcuna fatica, pareva che scrivessi con la mano di tuo figlio sulla spalla. Ho appena finito e ... di getto... te la spedisco. Mi sono commossa mentre scrivevo, non sempre mi capita. Ti voglio molto bene. Un abbraccio grande, Silvana
Dominick
Estranei l'uno all'altra
forse a noi stessi
nella vita
mi hai parlato da un universo parallelo
con la stridente melodia dei versi
interrotti anzitempo da un’onda
vorace.
Io ti ascoltavo
quasi la tua voce fosse la mia voce.
E mi manchi
come all’olmo la sua ombra allato
quando il sole è a picco.
20 aprile 2012
Silvana Poccioni
Può l’amicizia tra due persone nascere al di là dello spazio e del tempo, senza che mai ci sia stato tra di loro un incontro reale, una conversazione verbale, uno scambio epistolare, addirittura dopo che tra i due si è già frapposto il muro invisibile e apparentemente invalicabile che separa la vita dalla morte? Chi sapesse della mia amicizia con Dominick, risponderebbe senz’altro di sì.
Oggi non saprei più dire se fu solo per caso o se già era scritto nel gran libro dell’Universo che quella mattina a scuola, durante un’ora libera tra una lezione di Latino e una di Italiano, io dovessi scegliere di rimanere nella sala docenti per leggere un opuscolo di poesie intitolato “Incompiutoggini”, che giaceva nel mio cassetto da qualche giorno, regalo dell’amico e collega Francesco Paolo Tanzj.
Lo aprii più o meno a metà e lessi i primi versi di una poesia intitolata “Morte” :
Come quando sarà passato troppo tempo/
quando tutto sarà coperto dal vento/
e il suo sibilo sarà più forte della mia voce/
quando la luce sarà più opaca del cielo di ottobre e il mare urlerà […]
I miei occhi guarderanno. […]
Per non dimenticare/ quell’ultimo da me voluto torpore.
“Può una poesia intitolata Morte essere un inno alla vita? – mi chiesi – Può la voce di un giovane prematuramente scomparso al mondo dei vivi levarsi così sonora e potente sul silenzio dell’animo umano e scuoterlo dal torpore e dall’ indifferenza verso sé e verso il prossimo?”
C’era ancora del tempo prima che suonasse l’ora e io ne approfittai per divorare con gli occhi e con l’anima altri versi, altri messaggi, altre lucide e coraggiose riflessioni sugli uomini, sui loro problemi reali e fittizi, per confrontare con le idee di questo giovane poeta le mie idee e i miei sentimenti, e li trovavo così simili, così paralleli, a volte, da spaventarmi e da esaltarmi nello stesso tempo.
Credo che la mia amicizia con Dominick sia iniziata così, con uno scambio di opinioni in versi, attraverso due universi paralleli, quello della vita in cui ancora io affannosamente mi dibatto e quello della morte, sereno e imperturbabile, dal quale si vedono tutte le verità e si bisbigliano all’orecchio di chi le vuole ascoltare, sotto forma di poesie, come fa Dominick con me ogni volta che lo chiamo col pensiero e gli chiedo aiuto e conforto.
E non è forse questa la vera amicizia? Uno scambio continuo di doni gratuiti, in cui è più gratificante il dare del ricevere.
Dominick fa questo con me ogni volta che apro il suo “Cielo incompiuto” e ascolto la sua voce.
Silvana
Non a desolate , sterpose spiagge
Elena Salvatori (la mamma di Dominick)
Non a desolate sterpose spiagge
approda il canto
della barca alla deriva
né ragnatele d'oblio
intrappoleranno
i semi soffiati nel vento
trascritti nei solchi del tempo.
Non l'impatto dell'onda
teme l'orma profonda;
in cristalli d'albe
si specchia
d'aurora speranze
nel cuore riflette.