Carissima ti invio qualcosa di nuovo che racconta un dolore di sempre che solo la fede può illuminare. Ti abbraccio caramente Elena.
A Dominick
mio piccolo grande uomo
Abbracciami
Abbracciami, d’onda marina avvolgimi
lacera carne nel tocco dell’alga
odore salmastro di voce spezzata nel petto,
scompiglia i miei tristi capelli e
d’ambrosia addolcisci la pena e il suo peso
Sopra nuvole dense che corrono a consumare
il tuo tempo, io sento il tuo affanno e
l’urlo del vento.
Abbracciami e dimmi com’è la via
dei cristalli spezzati il canto stonato
di fondali incupiti la spuma che ruba il respiro
la rima del verso sfuggito al poeta.
Raccontami la quiete e il russare del mare
il sole e la sabbia in amplesso d’amore
lo squarcio del cielo le trombe di gloria
quel Sangue trafitto sul legno coi chiodi
le labbra di stelle raccolte a corona
il passato svanito… la vita rinata
Abbracciami, nota scarlatta di cori celesti
nell’alba di un canto di versi trapunto
Ogni giorno aggiungo una pagliuzza al quel nido sull’albero della vita, per sentirti vicino.
Ti bacio la mamma.
Caro Dominick
Scorre il tempo, inesorabilmente!
È muto il suo fluire e lento, tanto lento da sembrare immobile, lì a guardare il vento che soffia forte sui nostri sentimenti scompaginandoli come fossero pagine di un libro abbandonato su una panchina.
Scivola indifferente sulla nostra pelle, sui nostri pensieri che in parte si lasciano portare via come sassolini da sentieri scoscesi. Io lì, ferma a guardare il suo passo felpato attraverso i colori delle stagioni della vita. Sono tornate le rondini a intrecciare nell’aria voli bassi; é sorprendente come non si stanchino mai di sfrecciare, così come i miei pensieri che volano con loro. Sai, (questo mi sembra di non avertelo mai raccontato) quando osservo il volo delle rondini o semplicemente odo il loro garrire, mi sorprendo sempre a pensare al mio paese e a casa mia. Mi riscopro bambina, al centro della strada con lo sguardo verso il Calvario (zona periferica del mio paese) incantata ad osservare il loro continuo rincorrersi, con la fantasia che tesse, dietro il loro volo, magici tappeti volanti che portano lontano, in altri giardini di cielo, ad intrecciare nuovi voli con altre rondini. Ma tu sai bene che oltre il Calvario, all’orizzonte si vede il mare e, se un tempo quel riflesso di cielo mi faceva balzare di gioia dentro, oggi mi mozza il fiato. Ma questo è solo una parentesi.
Passa rasente il tempo sotto il nostro sguardo e striscia sui sensi frustandoli!
La natura si veste di vita nuova, con gli abiti freschi degli alberi che rinverdiscono i loro rami con foglie che luccicano al sole come gemme. Le margheritine tappezzano i prati con ricami che addolciscono lo sguardo, i campi biondi di spighe o di girasoli ondeggiano in balli soffici con la carezza del vento. Il pesco davanti alla tua camera, orgoglioso è riapparso fiorito!
A proposito, una mattina mi sono affacciata al balconcino della cucina e, a sorpresa, l’ho visto tutto vestito di nuovo. Sorridente e baldanzoso conversava con i fili d’erba che ai suoi piedi ammiravano i suoi fiori color “rosa meraviglia” in competizione col “bianco tenerezza” dei fiori del mandorlo lì accanto. Il pesco così tutto contento e soddisfatto di sé, ha aspettato ansioso ogni giorno e, per giorni, la carezza del tuo sguardo, abituato com’è a condividere con te le sue nuove primaverili emozioni. Ha atteso invano per giorni! Dapprima ansioso, poi deluso e infine curioso di scoprire perché mai non ti affacciassi a salutarlo.
Così, quasi offeso, un giorno che il vento soffiava più forte, mandò i suoi fiori a spiarti. Come farfalle impazzite svolazzavano sui vetri del balconcino con lo sguardo attento a cercarti tra le lenzuola per non svegliarti da un sonno troppo lungo e profondo. Perplessi, si guardavano sorpresi perché lì non c’eri e... come mai? non eri nemmeno seduto a tavolino immerso tra le pagine di qualche tuo libro preferito. L’ultima volta, ricordavano bene, eri alle prese con “La ginestra” di Leopardi e tutta la stanza profumava di giallo oro.
Piano, piano quasi timorosi di disturbarti se mai ti avessero trovato, entrarono nella cameretta; prima i più temerari, in seguito, quasi spinti da una insolita agitazione a causa dello sguardo del pesco che nel frattempo era diventato grave e pensieroso, essi s’infilarono tra i libri, tra le pagine dei tuoi quaderni, tra i versi delle tue poesie.
Ansimanti, con tono sempre più basso, delusi bisbigliavano fra loro. Non volevano andarsene senza salutarti, senza farsi accarezzare dal tuo sorriso; quel sorriso che sa parlare alla natura e sa donare al cuore.
Una mano anonima, indifferente, li spostò e li fece volar via; così essi pian pianino andarono ad adagiarsi tra le margheritine del prato, sui fili d’erba che tremolanti … raccontarono…
Così i fiori di pesco, che ogni anno hanno festeggiato il tuo compleanno sussurrando sinuosi alla brezza del ponentino, i tuoi sogni… seppero che non più in camera, tra muri spenti e libri chiusi, ti dovevano cercare, ma in alto, nel cielo sconfinato, là dove vivono gli Angeli e dove la luce non nasce e muore ogni giorno, ma eterna rifulge su ogni creatura che vive nell’Amore del Suo Sguardo .
Ti bacio la mamma
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Passero smarrito Elena Salvatori
(la mamma di Dominick)
Cosa dire di questo cuore
al nuovo anno
che conta i miei giorni
sempre più sfrondati
sotto un cielo che
segna lontananze
e…affetti perduti
tra i silenzi ?
Passero smarrito
d’un inverno interminato
saltello di ramo in ramo
in cerca di fogliame
per ricomporre
il nido e le distanze
E se ogni desiderio
odon le stelle
sarà quel tremolio di luce
bisbiglio di sguardi
fusi nell’incontro