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OTTOBRE 2009

     

(Elena Salvatore Ferrante è la mamma di Dominick, il ragazzo morto a Ostia tre anni fa. Il due luglio ha perso anche il marito, Domenico Ferrante, nostro carissimo amico. La vita è veramente generosa di sofferenze per lei e per i suoi familiari. L’articolo che segue è stato scritto a caldo. Elena sta facendo un vero sforzo per illuminare il dolore. Preghiamo per loro).

 

TE NE SEI ANDATO

 

Te ne sei andato.

Senza girarti

Spoglio di gravosa carne

lo sguardo già colmo

d'altra luce d'essenza

cammini leggero

nel soffio armonioso

dell 'unità degli estremi.

 

Beni preziosi

d'umil manto coperti,

i tuoi passi nel mondo.

Rugiada di campo

II sorriso del cuore

donato sincero.

 

Noi, tuoi affetti più cari,

fantasmi sgomenti

di un buio improvviso,

asciutti di pianto

forgiamo altri giorni

nella scìa profonda

di colpi roventi.

 

            I colori dei nostri giorni, già volti al tramonto e slavati da un sole ambrato di mestizia, ci avevano trovati l'uno accanto all'altra in un silenzio di preghiera dove, un dolore improvviso ed incontenibile, si era rifugiato per non perdersi nel vuoto di una grande assenza.

            Camminavamo chini sui nostri pensieri, con i forti scossoni dei ricordi chiusi in gole afone, evitando gli sguardi, per non scoprire nell'altro la propria ferita, la sua profondità e lo stillicidio inesauribile.

            Nei tratti di percorso più scabrosi e, lungo il viale ombrato da marmi e cipressi, laddove i ricordi riemergono più struggenti, ci sorreggevamo forti nelle mani per non perdere quel filo conduttore che ci guidava a tener vivo quel figlio atrocemente strappato alla vita per un nobile atto di estremo sacrificio.

            E ancor più, per essere pienamente presenti nella vita degli altri nostri figli anche loro così duramente provati e bisognosi della nostra disponibilità. Una bussola d'amore e di responsabilità guidava i nostri cuori e i nostri passi, giorno dopo giorno sulla ghiaia amara della sofferenza che copre ogni sentiero doloroso. Un cammino duro e faticoso il nostro, sotto l'incalzare di giorni canuti e rugosi, ma colmo di sforzi sinceri in un abbandono sereno di fede. Una fede grande, quella che insegna ad infilare perle di saggezza in serti di spine per un cammino di luce. Eravamo soli, ma uniti in una fusione di tacita intesa che, pur non mitigando le note acute del dolore, ci faceva sentire più forti e più propositivi nella nostra missione.

            Poi.. .una mattina di questa gelida estate, da poco arrivata, un tuono profondo dentro e fuori di me, mi ha sfaldata in mille stracci di cuore. La tua mano che tanta sicurezza mi dava, è scivolata improvvisamente lungo la scarpata, mentre l'aria intorno a me s'infittiva incupendo quei pochi fasci di luce e di colore che a tratti mi facevano abbozzare sorrisi e nutrire speranze. Così tè ne sei andato senza aver il tempo di girarti indietro e di lasciarmi un poco della tua forza. Ora, il cammino breve o lungo che sia per me, si fa molto più pensante con un fardello forse superiore alle mie forze e con orizzonti sempre più schiacciati alla mia vista.

            Mi aggrappo freneticamente all'amore dei nostri figli in un abbraccio che vorrebbe essere fonte di risorsa per loro specie adesso che li sento abbarbicati sul mio misero albero spoglio.

            Loro hanno bisogno di pensare ad altre stagioni con cieli tersi e colmi di promesse e di ali forti per librarsi liberamente in volo. Dovranno attingere energia e coraggio da quella fonte di beni inestimabili che il tuo umile passo ha saputo seminare incondizionatamente e farsi scudo con quella grande fede che ha sempre illuminato ogni tua azione.

            Ma nel mio sguardo cosa riusciranno a leggere?

            Riuscirò io, ora che tu», mio grande fiume, hai deviato il tuo corso lasciandomi greto arido, a mantenermi in equilibrio stabile sulla punta fragile della mia desolazione?

            Saprò camuffare con sorrisi i mille timori che mi assaliranno?

            Ho tanto bisogno di luce e di preghiera, ma c'è una cosa che mi conforta e di cui sono certa: - Tu e nostro figlio Dominick, siete ora amori ricongiunti in un raggio fulgente di un Sole che illumina di vita eterna.

           Di te

           mio seme prezioso

           oggi raccolgo composto

           il sorriso sereno del giusto

           Le parole ora

           più mute del lampo

           sono dolce sapore

           dei tuoi frutti maturi

           E di foglie di alloro

           gli aromi

           dei giorni a venire.

 

Oltre l'istante” di questo nostro fragile tempo, la forza di ricominciare ci verrà data dalla luce della fede che con Sant'Agostino ci fa ripetere - C'è una continuità nella nostra vita che non si spezza. I morti non sono morti. Sono solamente passati dall'altra parte. - Io nel cuore continuo a ripetere:

 

            Tornano. E sono vivi

            In parole di sogno

            A scaldare il silenzio

            di notti di gelo e

            nelle ore inclementi

            che snodano i giorni

            son faville di ceppi

            e dolce tepore

            di un focolare che

            in preghiera veglia il dolore.

                                                                                              Campobasso, 2 luglio 2009

 

                                                                       Elena Salvatore Ferrante (La Mamma di Dominick)

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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