A Dominick, mio orgoglio nascosto
Sogno
Fiore
che schiude
al sonno dell'inverno
nel silenzio della notte
riappari
con profumi di promesse
che l'alba del risveglio
dondola come
culla dei desideri
All'alba ti ho sognato ancora!
Dicono che i sogni del mattino siano quelli più veri, perciò torno a scrivere emozioni vere e a ringraziare il Signore per questi doni che, come sempre, mi sconvolgono, ma nel contempo mi danno tanta serenità. So di non poter comprendere appieno la tua nuova dimensione, come potrei? se ti cerco sempre con i limiti dei miei sensi? L'abbraccio! L'odore! Il vederti, toccarti!
Chissà quanto tempo, o meglio, quanta fede, ci vorrà per imparare a vivere in intimità e pienezza di spirito con te!
Nel frattempo, assaporo gli attimi di gioia che mi regali in sogno, anche se è pur vero che nel sogno si vivono realtà la cui logica ha senso solo nella sua contestualizzazione onirica.
Insomma, mi trovo di nuovo nella casa dove ho vissuto da bambina. Ci siamo tutti in famiglia e abbiamo ospiti, forse dal Canadà.
Io, come sempre, alle prese con il pranzo e con l'ansia di dare il meglio di me stessa. C'è da preparare un risotto; mi agito perché non trovo la bustina di zafferano che tu trovi facilmente, poco dopo, tra le varie cose della nonna. Poi mi trovo sola, vicino al comò antico di nonna, mentre voi tutti, ospiti compresi, chiacchierate nella stanza accanto..
Devo prendere del pesce, forse delle spigole, che si trovano in certi cassetti posti molto in alto, dove io non posso arrivare, così inizio a borbottare ad alta voce, forse per attirare l'attenzione di qualcuno di voi che, indifferenti al mio problema, state spassandovela in piena allegria. Così tuo padre mi sente e per tutta risposta, mi fa una delle sue solite battute, irritandomi ulteriormente.
A questo punto entri in scena tu!
Pantaloni di fustagno e maglione a righe blu, lo stesso che indossi nella fotografia del nostro 25° anniversario di matrimonio celebrato nella chiesetta delle suore di Matrice (CB). con la bellissima immagine di Maria Mediatrice. A LEI, Madre di grazie e di grande consolazione. quel giorno benedetto, abbiamo affidato i nostri cuori, le nostre speranze, il cammino delle nostre vite. Ricordo il silenzio raccolto e pieno di spiritualità durante la celebrazione della Santa Messa, risento le vostre voci, le letture e il dolce pensiero augurale di ognuno di voi quattro figli, rivedo l'orgoglio sul viso di tuo padre, sento dentro tutta la sua fede, l'affetto per Madre Speranza e per tutte le sue figlie. Ricordo la bella omelia di padre Mario, la partecipazione affettuosa delle suore, la musica, i canti, la luminosità di quel giorno. Che famiglia felice eravamo! Occhi scintillanti di gioia e cuori colmi di sogni e di speranza! Non so quante volte ti ho baciato e continuo a baciare quella fotografia anche se con gli occhi lucidi di nostalgia e con la lancia nel petto. Sai che dietro a quella foto ho scritto la poesia "la mia famiglia" che tu, già piccolo poeta, hai scritto a soli otto anni, e che la maestra Custode ha fatto girare per tutte le classi?
La mia famiglia
Tutti i ragazzi come me
hanno una famiglia tutta per se.
Io ho una famiglia fenomenale
sa sempre ogni problema sistemare.
Ho due fratelli
che sono sempre sfuriati
come dei torelli
una sorellina,
dolce, carina e piccolina.
Mio padre è un medico professionista
che mi guida per la strada onesta
come un autista.
Mia madre è dottoressa specializzata
ma anche in dolci si è laureata.
La mia famiglia è unica al mondo
nessuno mai l'eguaglierà
in sì modo.
Dominick Ferrante (all'età di otto anni)
Continua il sogno...
Con passo cadenzato, ti avvicini con la carezza del tuo sorriso, mi prendi per le spalle e mi dici- Mamma qual è il problema? ci sono io per te, dimmi che devo fare - poi, con quella delicatezza che ha ogni tuo gesto, raccogli in una sola ciocca i miei capelli scomposti e mi porgi un ferrettino per fermarli. Quanto amore mi trasmetti! quanta sicurezza, quanta serenità! Una serenità infinita che stordisce tutti i miei sensi!
Poi... il risveglio! col sapore del sogno e la pienezza di attimi di felicità che indelebili racchiudo nelle pagine del cuore.
VIVO QUEL SORRISO
Vivo quel sorriso
di gaudio luminoso
che un cielo addormentato
mi svela
e monche dita di sogno
non trattengono.
Accorato il desiderio
lo rincorre, quando già,
fioca musica lontana
filtra
quell'ultimo batter di ciglia
Gocce d'oro
rimbalzano sul risveglio
come palpebra ammicca
con l'abbaglio.
Una lacrima smarrita
dietro immagine svanita
scorre mesta sulla gota.
RESURREZIONE
Oltre.
Là dove
l'orizzonte
s'apre
ad altra dimensione
l'anima
si espande
in fulgido respiro
nell'Armonia di luce
dell’Amore Infinito.
La carne,
ora cenere
nel grembo della terra,
scintilla eterna
riaffiora
da macero corpo
al suon di trombe angeliche
nell'evento ultimo
del tempo imperfetto.
Così
Cristo
in olocausto
sul legno della croce
si è offerto
al Padre
per noi
Vittoria sulla morte.
La mamma di Dominick