L'UMANESIMO SALVIFICO DI DOMINICK FERRANTE
Domenico Lanciano
Ognuno di noi ha, nella propria vita, alcune "parole-chiave" che sono espressioni di valori ai quali si ispirano i nostri comportamenti umani e sociali come essenza del nostro essere "persona" fino in fondo. Mi pare di aver capito che le parole-chiave che hanno caratterizzato la giovane esistenza di Dominick Ferrante siano quelle inerenti un profondo e sostanziale "umanesimo salvifico".
L'umanesimo di Dominick avrebbe potuto esprimersi attraverso i suoi studi di medicina prima e l'attività di medico poi: sappiamo che cercare di guarire o almeno lenire le sofferenze psico-fisiche resta pur sempre una delle più alte ed efficaci "missioni" umane. Ma, Dominick ha lasciato questo tipo di studi medici (che lo avrebbero visto pure in questa missione "erede" dei propri genitori), quasi sicuramente perchè nel frattempo avrà intuito o capito che l'essere umano è alle prese, in origine, con più profonde sofferenze le quali, spesso, producono quelle malattie bisognose anche della medicina ordinaria ma che vanno curate altrimenti.
Così, Dominick Ferrante ha trovato in sé un altro tipo di "vocazione" umanistica, quella legata all'umanesimo salvifico più fondante e puro, appartenuto agli spiriti eletti d'ogni tempo e paese, di ogni civiltà umana e sociale. La via per attuare un tale "umanesimo salvifico" è fin dall'origine "la parola". La stessa parola che è stata utilizzata da piccoli e grandi filosofi o letterati, la stessa parola che ha usato Gesù. E la parola ha il suo miglior territorio nella Letteratura. Così, Dominick ha scoperto la sua vocazione letteraria ed ha cominciato ad esercitarla, proprio in modo salvifico, attraverso le sue prime espressioni poetiche e di pensiero.
E poiché la parola non è salvifica senza i fatti risolutivi, ecco che non ha esitato a perdere la propria vita per cercare di salvarne un'altra. Così come ha fatto in quel 15 agosto 2005, giornata dedicata all'Assunzione in Cielo della Madonna, Madre di Gesù, Madre della Parola (del "Verbo" evangelico che si è fatto carne, concretezza e salvezza). E forse non è proprio un caso che l'estremo sacrificio di Dominick si sia realizzato, pure simbolicamente, in una giornata così importante per l'economia salvifica cristiana: infatti, con l'Assunzione in Cielo della Madre di Gesù-parola-fattasi-carne si conclude il cerchio, il ciclo salvifico divino annunciato già fin dalla creazione della stirpe umana.
In tal modo, il gesto perentorio ed assoluto di Dominick Ferrante reso universale e cristiano al mare di Ostia il 15 agosto 2005 e la sua espressività umanistica-letteraria si inseriscono in quel "progetto salvifico" cui appartengono tutti gli "uomini di buona volontà" restando ancora e sempre validi. Infatti, nel nome di Dominick Ferrante altri uomini di buona volontà stanno esprimendo piccole o grandi azioni salvifiche a beneficio dell'Umanità, dando vita a tutta una serie di iniziative che si moltiplicheranno sicuramente e sempre più consapevolmente.
Amo pensare, infine, che al vocazionale "umanesimo salvifico" di Dominick Ferrante non sia estranea la cultura umanistica che da secoli caratterizza Agnone, quella città e quell'Atene del Sannio dove Egli ha avuto la sua prima fondamentale formazione.
Agnone, 16 aprile 2009
Pensieri in fuga
Conobbi il dottor Domenico Lanciano in Agnone (Bis), una ridente cittadina del Sannio le cui ataviche e robuste radici, ancora oggi, impregnano l'aria di suoni antichi di pregiato artigianato di rame, ottone e bronzo e le cui campane, della Pontificia Fonderia Marinelli, ornano i campanili di cattedrali e chiese di tutto il mondo.
Il dr. Lanciano (per me confidenzialmente, Mimmo) è un uomo di gran cuore e di elevato prestigio professionale, sia come scrittore, sia come giornalista e pubblicista, per il suo profondo e serio impegno sociale e civile. Negli anni '80, il suo nome venne alla ribalta internazionale per l’idea geniale di mettere in vendita il suo paese natio, Badolato (Cz), per attirare l'attenzione dei mass- media su uno stupendo borgo antico, in via di abbandono per un lento, ma continuo spopolamento. Badolato, infatti, è una perla di incantevole e incontaminata bellezza che si affaccia sulle acque del mar Ionio da cui salgono profumi che impregnano le pietre delle case incastonandole in un silenzio che trabocca di fascino e di misticità e i cui soffi lievi riecheggiano come inni alla vita, nella lussureggiante vegetazione di boschi e di ulivi circostanti.
In quegli anni, la mia era una gran bella famiglia, unita, serena e ricca di speranze.
Ora, i pensieri in fuga evocano ricordi che affollano e mordono il cuore; a volte però, sono tenerezze che fasciano come l'abbraccio di una madre.
Ricordo... caro figlio, la tua prima Comunione insieme con tuo fratello, presso il Santuario di Collevalenza, nella Cappella del Crocifisso, così voluto e tanto amato da Madre Speranza.
Lì, in quell'angolo di Paradiso, hai sigillato il tuo incontro con Gesù Eucaristico sotto lo sguardo della Madre che da lassù, ti accompagnava a quel Convito Celeste.
Ricordo le note di un pianoforte, i canti delle Sue Ancelle, rivedo le tue mani congiunte, il tuo vestitino color panna con il bel papillon blu; angioletti, tu e Christian, che vi accostavate alla Mensa, con il candore della vostra anima e il cuore pieno di proponimenti di vita cristiana.
Da allora è passato tanto tempo e i ricordi scivolano dolcemente in lacrime.
Io non potrò essere a Collevalenza il 31 maggio p.v. e sento che mi mancherà quel profumo di Santità che accompagnerà la Tua Beatificazione, Madre Speranza, ma spiritualmente sarò presso la Tua Tomba, affinché quel lievito di fede che continua a far crescere sempre più, la straordinaria famiglia dell'Ancelle e Figli dell'Amore Misericordioso, accresca e tenga viva la mia e la fede di tutti coloro che con fervore invocano la Tua intercessione.
Sarò lì,
e nel cavo delle mie mani avrò le lacrime di tante madri, affinché per Grazia divina, si trasformino in gocce di luce e canti di gloria per tutti quei figli che non tornano.
Sarò lì,
come la Samaritana, ad attingere acqua viva da quel pozzo che solo la Tua Santa Fede ha cercato e voluto insistentemente, contro ogni previsione, cosicché chiunque cerchi grazia con fede sincera, possa ricevere da Gesù l'acqua viva che spegne ogni sofferenza di carne e vivifica l'anima d'infinito immortale.
Sarò lì,
in preghiera e nella gioiosità di quel giorno benedetto, sono certa, ritroverò la certezza di avere ancora una famiglia unita e serena, perché in un raggio di sole coglierò, per grazia ricevuta, il sorriso di Dominick e del suo papà, Tuo devotissimo ex alunno dell'Amore Misericordioso .
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà.
la mamma di Dominick.