Il mio cuore di mamma così crede e racconta l'arrivo in cielo di Dominick.
Al paese mio c'è una grande devozione per la Madonna Assunta ed ogni anno molti paesani ,la notte del 14 agosto,partono a piedi in pellegrinaggio per il "Santuario Madonna Grande".Dominick insieme con tanti altri giovani di Montecilfone, ha fatto più volte questa bellissima esperienza, qualche volta facendo anche da guida lungo il percorso. Quell'anno era rimasto a Roma, ma solo tre ore prima della tragedia, per telefono mi aveva espresso il desiderio di fare un pò di volontariato in Kenia. Ho ancora nelle orecchie la sua voce e negli occhi il suo sorriso e il suo sguardo scintillante.
Il cuore racconta 14/08/2005
Din-don Din don, le campane suonano a festa, rompono il silenzio e fendono le ombre della sera del piccolo paese di collina (Montecilfone-CB). I rintocchi penetrano nelle case, riempiono le valli, riscaldano i cuori in un richiamo di raccoglimento santo da offrire alla MADONNA GRANDE.
Piano piano, nell’atmosfera di un sogno incantato, dalle viuzze lontane e vicine, si alza il brusio della folla che, curiosa, ansiosa, devota, si dirige verso il sagrato della chiesa Madre “S. Giorgio” per la benedizione di Don Franco e subito dopo la partenza.
Ore 22,30- 23 circa- Parte la comitiva dei pellegrini. 30. 40 km da percorrere a piedi per arrivare al Santuario della Madonna Grande alle prime ore del mattino, per la prima Santa Messa del 15/08/05)
Le campane continuano a suonare, i cuori si dilatano in segreta preghiera, le stelle brillano, la luna sorrise col suo chiarore per illuminare il sentiero che porta a quel piccolo angolo di mondo di Nuova Cliternia. La notte calma, solenne e magica raccoglie i sospiri dei cuori trasformandoli in profumo da offrire alla Mamma di tutti noi.
Parti anche tu, con l’entusiasmo della tua giovinezza; lo zainetto pieno di buoni proponi-menti (volontariato nel Kenia?, alla Caritas?), nel cuore i tuoi sogni, nella mente i tuoi versi, sulle labbra l’ultimo bacio, nello sguardo l’abbraccio forte ai tuoi ventotto anni da depositare per sempre nei nostri cuori. Il cammino è lungo e faticoso, il sentiero impervio, ma la voce del silenzio della notte così magica è tanto penetrante da scuotere i sentimenti più nascosti e vivere forte il palpito della propria coscienza. È la bellezza della tua anima che si specchia nel sorriso delle stelle e che la luna innamorata, dona in mille riflessi argentei allo stormire delle foglie. T’accompagnano i tuoi pensieri raccolti in preghiera. All’improvviso l’incanto è rotto da qualcosa, qualcosa che si è conficcato al centro del tuo equilibrio. Un sassolino?
Inciampi o annaspi?
Dove sei?
Non odi più le voci dei tuoi compagni di viaggio; le luci del paese si allontanano insieme col brusio della folla che si attutisce sempre più, sempre più…, ma che strano! Non senti più festosi rintocchi, ma cupi, scanditi sospiri di anime in pena. Sottofondo di urla di dolore, di voci familiari; non capisci… annaspi? Ma no, è questo sassolino al centro della tua vita, questo improvviso squilibrio esistenziale che ti confonde!. È solo il lamento di un uccello notturno smarrito in cerca del suo nido o il pianto lontano di un bimbo che cerca il calore della mamma.
Sei confuso… disorientato, non capisci…, ma allora perché i girasoli così belli e impettiti a ornare di giallo Van Gogh, i campi lungo la strada verso il Santuario di Saccione (contrada di Nuova Cliternia-CB) sono ora raccolti in mazzetti scontenti, adagiati su pietra dura e fredda o su legno verniciato di fresco? Sono lì, come persi per strada; ti guardano con sorrisi spenti, bagnati di amara rugiada che si ferma sul cuore. Sei confuso…smarrito. Ora non riesci più a vedere le lunghe ombre degli alberi che ti parlano e ti indicano il sentiero, ma flutti giganti di un mare tempestoso e ingrato che ti ruba il sogno incantato trasformandolo in un mostro marino. Ma no, che dico, non è vero!, non è così, non è vero! Hai solo inciampato su un sasso, hai temuto di aver perso l’equilibrio e di essere caduto in una trappola mortale e, per un attimo, solo per un attimo, hai vissuto l’incubo! Perché il dolce risveglio in fulgida luce, l’abbraccio d’amore della Mamma, la melodia angelica che ti avvolge tutto, ti danno la certezza di essere arrivato al Traguardo! Dominick, caro figlio mio, sei arrivato per primo alla MADONNA GRANDE! Lei ti aspettava per accoglierti sotto il Suo Manto!
L’ASSUNTA in cielo ha voluto anche te tra gli angeli che oggi Le cantano in coro; chissà quale verso, quale proponimento ti inviterà a recitare al SUO CONVIVIO CELESTE!
Sarà forse il tuo cuore per i poveri, gli emarginati, i deboli, i derelitti a intenerire il Suo Cuore e a farti sentire la carezza del Suo Sguardo quando la tua vita terrena si spegne?
Il mistero della tua eterna esistenza non mi appartiene! Vivi in pace figlio mio!. Grazie per avermi donato i tuoi VENTOTTO ANNI!
Ti bacio con tutto il mio amore . La mamma
Solo il cielo
Fremevano ancora vivi
i sogni d’alba
nello sguardo di fuoco
di quell’ultima scintilla.
Le cicale pigre ed assonnate
oziavano nell’afa del meriggio
con incessante frinire
nell’aria già pregna di mistero.
L’orizzonte d’improvviso
s’aggomitolò su muraglia d’onde
a rovesciare salsedine di belva
sui sogni in fiore.
A chiudere il cerchio delle ore.
Solo il cielo
si fasciò di sorrisi
perché oltre il nulla
ritrovassi l’Azzurro
del suo viso.
Quel battito di cuore
S’alza roco un pianto
dal grembo marino
lento, come foglia morta
appena spinta.
Pesante d’acqua di tempesta
e livida fatica.
Confuso il sole
d’un cielo in precipizio
e randagio quel battito
di cuore fuori tana
ultimo riverbero spezza
nel silenzio della via oscura.
Ti cercherò ovunque.
tra i granelli intrisi
di fiato rubato e
forse, chissà,
ti coglierò nella melodia
di un canto lontano
Quel cielo testimone
Fragili ali di vento
Timide sfiorano
Aliti di sangue
Su rima d’onde.
E quel cielo testimone
Memore colora
Di palpiti rubini
I suoi tramonti.
Scivola lenta la notte
A dipanare
Da vortici d’abisso
Fili d’alba fluttuanti
Nel canto bianco
Di un solitario giglio di mare.
E Sirio più luminosa
Brilla
Di caldi segreti
Al mio taciturno soliloquio.
“tu sorriso di sogno rubato
Ondeggi fiacco
Su labbra tremanti
Baciate da stelle cadenti.
A mezzagosto
Vane arrampicate mani
sull’acque rigonfiate d’ira
e la bocca morde audace
i violenti sbuffi
imperativi sulla meridiana.
A mezzagosto.
Cessa l’ora e il tempo
e l’anima s’invola per l’Eterno.
Pietosa accoglie
le generose spoglie
la sponda, e struggente
nenia misericordiosa
canta “mater dolorosa”
Culla per sempre
il tuo sorriso il mare
col suo continuo fermoandare
e l’onda va e viene
a conversare
con i segreti del tuo gran cuore.
Ammicca la luna
a notte chiara
al luccicar di quei granelli d’anni
a perpetuare sognando
di una meteora, il lampo