“ La memoria è un appuntamento di luci che non giustifica il buio dell'assenza” 13- 06 -2oo7
Caro Dominick
Passa il tempo... spargendo tutt'intorno fiori di loto, cosicché la memoria s'assopisce come anche l'intensità dei sentimenti.
Ma i ricordi sono sacri e non ci è permesso di dimenticare né passato né presente e, paradossalmente nemmeno il futuro.
Nel deserto della sofferenza, il campo visivo del cuore diventa circolare per cui non c'è un davanti e un di dietro, un passato e un presente, ma esiste un solo punto di visione in cui i sentimenti pulsano con una intensità costante.
I ricordi belli del passato, pur conservando sempre la loro preziosità, sono ora per me ricoperti dal velo della sofferenza del presente e il futuro, anche nell'augurio che possa essere gioioso, conserverà sempre il sapore amaro del dolore.
Spesso mi chiedo cosa succede dentro di noi quando veniamo così duramente provati!
Si vive con la sensazione che il tempo si sia fermato sulla punta di quel dolore che ha lacerato la nostra esistenza, per continuare ad assaporare in pienezza la sua tragicità; anzi, a tratti, si ha l'impressione che tutto stia lì lì per succedere, avviluppati nell'angoscia di un evento che già è accaduto. Stati d'animo, che si vivono intensamente, in sospensione altalenante,tra la fede e l'inaccettabile.
So che sto stropicciando le mie emozioni,con discorsi inadeguati al contesto, ma anche il canto più amorevole può scivolare in un acuto stonato.
Stamani mi sono messa a scrivere un po' di malavoglia (perchè continuo a cercarti con la fisicità della mia mortalità) ma sento forte il bisogno di raccontarti quello che ho pensato stamani durante la Santa Messa.
Oggi 13/06/07 , è la festa di S, Antonio di Padova nonché il 90° anniversario della seconda apparizione della Madonna di Fatima. Durante il raccoglimento in preghiera, all'improvviso ho avvertito come un fremito che mi ha percossa tutta e mi sono ricordata di Tonino.
Te lo ricordi?
Quel ragazzo di Belmonte del Sannio che ti ho fatto conoscere in ospedale tanto tempo fa, quando tu avevi appena undici anni?
Tonino –“ Il faro di Belmonte”
Un morbo sottile e sconosciuto l'ha inchiodato, per tutta la sua breve esistenza, come montagna di carne, su una sedia a rotelle, le gambe immobili, le mani rattrappite; ma il fuoco dell'anima, libero e scoppiettante ardeva in lui di una danza caleidoscopica che era un inno d'amore alla vita!
Ha trascorso tutta la sua breve esistenza, in un casolare isolato raggiungibile solo per sentieri impervi di una gola di montagna, accanto ad un padre paziente e pio che la morte ha strappato troppo presto a lui e a sua madre, donna dolcissima e premurosa ma forte, nella sofferenza e nella fede, come la roccia dalle cui crepe nascono i fiori più belli che narrano la gloria del Signore.
Nello spirito però, Tonino ha superato tutte le barriere, respirando le vette luminose di universi sconfinati che solo le anime elette, forgiate nella sofferenza, sanno raggiungere.
Incenso d'altare i suoi dipinti!
Cieli luminosi le sue poesie! dove la sofferenza annega in un travaso di gioiosità che si sublima in dono universale.
Così in preda a emozioni e ricordi, mi sono affidata, oggi che è la Sua festa, alla intercessione di S. Antonio, per lui e per te, certa comunque che entrambi vivete lì dove la Madonna Grande, nel giorno della Sua festa come Regina degli Angeli e dei Santi, ti ha voluto.
Io penso che la conoscenza di un ragazzo straordinario come Tonino e della sua famiglia, sia stata una grazia del Signore, qualcosa che era già contemplata nei “Piani Alti” per tutti noi, perchè da quella sacra famiglia di un casolare sperduto in mezzo alle montagne, traessimo una lezione di vita di cui far tesoro al momento del bisogno.
Ti bacio la Mamma
Belmonte del S. c/da Carcamo 28/04/09 ore 16.45
L’incontro
La Volontà Suprema aggancia nella catena degli eventi anelli a noi sconosciuti; fili invisibili che in mani prescelte si tramutano in sigilli d’arcano.
Fu un semplice conversare che fece scoccare la scintilla nel cuore del mio amico e il ricordo di Tonino T. il “Faro di Belmonte del Sannio” illuminò entrambi per definire un incontro con sua madre.
Oltre l’istante, cessa il fragore del mondo e il silenzio, tutto raccolto nello sguardo di un “incontro” si fa bagno di luce che mi inonda. Penetra nel profondo, a fasciarmi in dolcezza nella palpabilità di un abbraccio.
Nell’immobilità dell’aria della modesta stanza, appena filtrata dal soffio verde-rigoglioso della valle e quasi sospesa nella grazia dei ricordi, aleggiano diafane presenze.
E nel silenzio, sempre più luminoso e penetrante, par di sentire voci, mai spente nell’anima, e tenere carezze nel luccichio di colori che fan girandole su pareti vive che raccontano.
Di uomini giganti che delle barriere del corpo e del mondo hanno fatto scettri di vento, per spazzare montagne di rocce e oceani di sale e del pensiero, vessillo d’amore, per tracciare sentieri nei cuori.
È qui che ritrovo una “madre grande” che quieta come ombra alla calura, mi rinfresca con parole di sorriso. Come gocce gentili, esse mi piovono dentro a incastonare preziose perle di pace nel mio dolore, il dolore “più grande”. E il cuore affranto, spoglio dell’umana veste e dei suoi strappi, abbandona il giaciglio antico, per fluire nell’istante dilatato dell’anima, nell’armonia dell’immenso.
Arpe di nuvole bianche in un saliscendi di scale dorate di sole, profilano orizzonti d’amore “oltre l’istante “ del nostro fragile tempo.
Di nuovo come già altre volte, tanto tempo prima, ho potuto assaporare l’insegnamento di un cuore straordinario di mamma che ha saputo lottare contro venti contrari, con l’umiltà di un filo d’erba e vincere il dolore più lancinante, superando col figlio l’oscurità degli antri della sofferenza, col sorriso più luminoso , donato a tutti con la sapienza del cuore.
Elena Salvatore Ferrante.