Paese mio
Caldo ti desti
spesso
in me bambina
ricco d'affetti e di colori
scorci di vita e voci di quartieri.
Sospesi a mezz'aria
pungono forte dentro
e suoni di mestieri.
Ricolma d'emozioni
rivedo
un semplice presepe
al lato destro della chiesa Madre
con ghiaia e muschio fresco
prati, pastori e pecorelle
casali, monti e valli
in cartapesta.
E tutta assorta,
nostalgica pulsione,
nel bambinello sorridente
rinasce
in me fanciulla
stupore e smarrimento.
E' così che torno
a te
paese mio lontano
a rinverdir radici,
così care così sane.
Mi capita a volte, specie nei momenti di profonda angoscia, quando più forti e insistenti riemergono le emozioni a rimarcare assenze, di percorrere a ritroso la mia vita, per cercare rifugio nella serenità della mia fanciullezza e ritrovarmi bambina, quando lo sguardo rincorreva le nuvole e la fantasia galoppava oltre ogni orizzonte. Mi divertivo allora, a rinchiudere i miei sogni in caleidoscopiche immagini di bolle di sapone per spedirli lontano verso mondi sconosciuti.
In questo tempo di silenzio luminoso di angelici canti, rivivo, come allora, l'incanto d'amore del Santo Natale.
Il paese pareva avvolto in un mantello di luci, i suoni si attutivano per lasciare spazio alle musiche delle zampogne, le persone sembravano più buone, i bimbi più allegri e festosi, i vecchietti più saggi, le voci del cuore più dolci. L'aria profumava d'arance e caldarroste, i comignoli si trasformavano in inchini d'incenso verso il cielo che, adorno di nubi o fiocchi di neve, impregnava ogni casa di serena festività. Ma quello che più riempiva di stupore il mio piccolo cuore, era il fascino di quell'atmosfera traboccante di mistero che regnava in quel grande e meraviglioso presepe che occupava la parete destra della chiesa Madre. Lo trovavo lì, da un giorno all'altro, come se portato, in una notte stellata, da una schiera di angeli in coro. Ogni anno si ripeteva quel miracolo e ogni volta, il mio cuore sobbalzava di gioia alla vista di quello stupendo scenario. Tutto sembrava così immobile, ma così pieno di vita e di messaggi. I sentieri, bianchi di ghiaia, si dilatavano ai miei occhi. e mi pareva di affiancarmi ai pastori in cammino, guidati da angeli piovuti dal cielo, per raggiungere una capanna povera, dove, un bambinello nudo, ci attendeva per accoglierci nel suo abbraccio. E mi pareva di sentire musiche dolci che si diffondevano nell'aria per allietare lo spirito di pace e di speranza perchè ogni colpa umana, lì, in quell'istante eterno, viene riscattata dall’Incarnazione, nel grembo di una Vergine, del figlio di Dio che nasce spoglio di tutto, per entrare nella storia dell'umanità e arricchirla di valori eterni.
E il Verbo si fece uomo e abitò tra noi.
Anche oggi, in questo tempo di luce, così ricco di speranze e di promesse, mi piace perdermi in un groviglio di spazio e tempo, che rimescola ogni vissuto, plasmandolo e arricchendolo di un significato nuovo ed eterno.
Nel tuo abbraccio, Bambino Gesù, depongo i miei timori, le mie ansie, le mie speranze, perchè Tu li ricolma di grazia e di benedizione e perchè il cuore mio, oggi non più di bimba, ma di madre addolorata, trovi nel Tuo sorriso la gioia e il calore della presenza del figlio che in Te vive d'amore.
Vorrei essere prato d'erba per lasciarmi sfiorare dal Suo soffio di pace, per rinvigorire il mio spirito e rinnovare la mia fede oppure pietra di roccia su cui scorre la Sua acqua Viva, per inebriarmi di essa e sciogliere il mio dolore in zampilli di pace e di gioiosa speranza per un sereno anno nuovo che auguro a tutti, ma in particolare alle madri come me,
orfane del figlio.
A Te
A te
figlio che non torni
oggi
vorrei donare
tutti i miei anni
con occhi lucidi
d'incanto
in un sorriso senza tempo.
Ma tu sei lontano.
Silenzio casto
la tua voce
che inseguo
in voli d'angeli
su specchi di cielo.
E nell'azzurro di un istante
colgo
musica d'eterno.
la mamma di Dominick