Sogno
Stanotte è arrivata la prima neve. Dalla veranda del cucinino osservo il paesaggio innevato. Grappoli di nuvole si specchiano nel suo candore e filtri di pallido sole si divertono a creare fantasie sul prato bianco smeraldino. Gli alberi di acacie, sposine in candide vesti, sospiro nascosto di gemmazione, in trepida attesa. Di tanto in tanto, rari passeri saltellano qua e là tra i rami, scuotendoli, e giù, morbida neve si sbriciola a dipingere cascatelle o pioggia di riccioli bianchi.
I pensieri si affollano e i ricordi bruciano.
Pensieri che inseguono mete proibite
Bruciano
Ribolle il sangue nei ricordi e
il sapore acerbo
di frutti mai colti
annoda la gola
in afona tensione.
Mai il cuore recise il cordone e nuvola piovosa cerca distese d'uliveti per lembi di schiarite.
Torna vivo quel sogno.
Come sempre la realtà onirica è difficile da descrivere, specie nelle sue emozioni così intense, ma provo a trasfondere alla penna, quella passione che rivivo ancora così forte, al suo ricordo.
Mi trovavo nella casa del paese, la casa dove io ho vissuto da bambina, pregna dei miei sogni e scrigno segreto della mia innocenza e della mia serenità di fanciulla.
Una casa a un solo piano, con la porta d'ingresso che dà su un vicoletto che porta all'orto dove tra gli altri alberi, c'è anche il tuo ulivo.
Le finestre della casa che affacciano sull'orto, erano allora strette e con una intelaiatura di legno color grigio perla. Bene, mi trovavo con tua sorella dietro una di quelle finestre a guardare; c'era tanta neve, candida, luccicante, compatta. All'improvviso sei apparso tu. Tu, alto, imponente, dritto tra il melograno e il tuo ulivo. Sorreggevi con la mano sinistra alzata verso il cielo, un gigantesco fiocco di neve, un po' affusolato, che ricordava un po' quelle palle di zucchero filato.
L'orto era coperto da un leggero strato di neve che lo rendeva magico, surreale. L'aria che si respirava era pulita, sapeva di pace interiore, il cielo brillante di gioia reale, quasi immersa dentro di me. In lontananza, il profilo della Maielletta, che tu imponente, quasi stagliato nell'azzurro del cielo, coprivi in parte; sulla base della montagna alle tue spalle, una specie di fascia lunga e larga con i colori brillanti dell'arcobaleno, ma che a ben pensarci sono i colori della pace.
Tu stagliato in questo scenario d'incanto!
Lo sguardo caldo, profondo, sorridente, di un sorriso carico di gioia infinita, comunicativo, penetrante, che anche ora nel ricordo sento intatto dentro di me.
I nostri sguardi si sono incrociati e io a lungo ho sentito quel fluido magnetico dentro di me, poi... all'improvviso, ho ricordato! Dio mio, mi vengono i brividi, al solo pensarci.
L'urlo attraversò i vetri della finestra, e la mia voce di strazio invocò a lungo il tuo nome, ma tu hai continuato a sorridermi e ad inviarmi quel flusso magico di gioia.
Accanto a me avvertivo la presenza di tua sorella che viveva le mie stesse emozioni.
Ho invocato a lungo, instancabilmente il tuo ritorno (ci manchi tanto) e tu per un po' hai continuato a sorridere, poi... un sottile velo di lacrime e di tristezza, ha appannato il tuo sguardo e io mi sono svegliata.
Nel torpore del risveglio continuavo a chiamarti, e a vivere l'intensità passionale di questo sogno.
Ho aperto gli occhi ed ho sentito la mia fievole voce che ripeteva il tuo nome piano, piano come una timida carezza che ti cercava accanto a me, la tua presenza nella stanza, il tuo profumo nel mio cuore.
Accanto a me dormiva tranquilla, bella come soffice batuffolo rosa, tua sorella.
La neve e le sue emozioni!
Il ricordo! Signore grazie! TU ci hai plasmate creature meravigliose nella gioia immensa e nel dolore straziante.
Sogno
Nel bianco orto innevato
col melograno incantato
sorridi gioioso.
Lo sguardo profondo
s'incrocia col nostro
racchiuso nei vitrei
confini del mondo.
Sul fondo,
i colori di pace dell'arcobaleno
a fasciare quei monti lontani
a brillare col fiocco di neve gigante
che agiti al vento.
S'appanna lo sguardo
scompare il sorriso
ferito dall'urlo
dipinto sul viso.
Ipnosi di sogno
profumo d'amore al risveglio.
La mamma di Dominick
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