Il dolore ha bisogno di essere espresso, per non soffocare la persona che lo vive. Elena, mamma di Dominick, dopo 4 anni, riesce a farlo, parlando alla creatura che vive nell’altra dimensione e dà così sfogo alla sua anima. Ma l’altra dimensione è già fede e il suo colloquio non è disperato.
Ora ti parlo
Sai, ti ho cercato a lungo, fra i continui giochi delle nuvole, nel sapore dell’aria che respiro, tra le note magiche del vento, nelle fantasie dei miei sogni.
Ho chiesto di te, ai pensieri delle tue poesie, al suono della tua voce, alle orme dei tuoi passi, ma tu, birichino, non c’eri.
Oggi ho deciso! Ti parlo.
Ti parlo piano piano, in silenzio, perché l’urlo disperato del bisogno di te, ti raggiunga. Perché tu, piccolo grande uomo – immerso nell’immensità della Luce più abbagliante, come per miracolo, lo possa trasformare in un canto sublime di fede.
Oggi ti parlo, figlio mio, e tu non puoi non ascoltarmi!
La tua mamma
Caro Dominick,
scorre il tempo, incalza senza lasciare traccia. Polverizza tutto, se non si ha l’accortezza di rinchiudere istanti preziosi nel forziere della memoria.
Dal Vangelo secondo Luca (15.07.07)
La parabola del Buon Samaritano.
Una pagina ricca, una delle più luminose del Vangelo, un esempio vibrante di insegnamento che coinvolge i sentimenti più profondi e induce a riflessioni ed impegno. Ogni parola scandisce note di musicalità che trasporta in un universo d’amore, dove esiste “l’uomo” nella pienezza dei suoi valori terreni, ma soprattutto “l’uomo” come espressione massima del suo Creatore.
Quel giorno, lungo quel sentiero di flutti tempestosi, dove altri passanti passavano indifferenti, mentre l’orizzonte si chiudeva a cerchio sul tuo sguardo (ormai lontano) sono sicura che il Mistero ha inciso una delle opere più belle di carità e misericordia, nonché la più bella pagina della tua esistenza. E’ arrivato, in quel mare di abbandono il BUON SAMARITANO di ogni tempo, per abbracciare la tua anima scolpita della SUA EFFIGE e tu sul volto vedi e vivi lo splendore dell’Infinito. (Dominick è morto annegato, per salvare la fidanzata)
Il tuo cerchio vitale si chiude sulla terra, ma tu ora sei dentro la sfera dell’Immortalità.
Ti bacio. La mamma
Padre (Elena Salvatori la mamma di Dominick)
Mi hai donato
l’anima
per bere alla cascata
dell’immortalità
e lacrime di cuore
perché svelino
cieli di colombe
ai singhiozzi della vita
Ma soprattutto,
mi hai fatto
A TUA IMMAGINE
perché io ti riconosca
in ogni altro di me stesso
Natale 2007 (Elena Salvatori la mamma di Dominick)
Dove sei, dove sei
voga tremante
respiro strozzato nell’aria pungente.
Rotola lenta
lacrima gonfia
a strozzarsi
nell’eco di antri silenti.
Incupisce lo sguardo
l’ombra di quel suono muto
mentre sciami di bianche farfalle
apron sul viso bagnato
chiarori di luce.
Confusa, ti cerco lontano
e tu sorridente
in cristalli di neve
raccogli i lamenti.
Mi porgi le mani congiunte
per ascoltare insieme
nel tempio del cuore
parole di cielo.
Ritrovarci a volare
come fiocchi nel tempo
in una notte incanto.
Posarci sull’umile erba
chini davanti al Mistero
inondato d’eterno
dal vagito soave
di un messaggio
d’Amore universale
Era già tanto grande il dolore per la perdita del figlio, da sembrare che il cuore di Elena non fosse capace di altro; invece no, c’era da entrare nella solitudine più completa, staccarsi anche dall’uomo della sua vita, nella cui mano metteva fiduciosa la sua, sicura di essere capita. Ed ecco l’espressione poetica di questo nuovo dolore.
Scivola improvvisa
la tua mano
che forte reggevo
sull’erto cammino.
Tremore mi coglie
in un buio d’angoscia
che cerca il tuo passo.
Arranco in fioco lamento
e lacero il pugno
impotente raccoglie
in grumo di rabbia
l’assenza
per definita distanza.
Per tremolio di stelle
risale ora l’alito misto
dei nostri percorsi
lento a respirarmi
tracce di nuovi percorsi.
Tua moglie Elena Salvatori
Ed ecco ancora un ricordo struggente di tempi diversi, segnati dall’alba della vita, rorida di rugiada di cielo e di luce d’innocenza, momenti che l’animo della mamma raccoglie e registra nella pagina più segreta del suo cuore e la custodisce da ogni curiosità indiscreta, da ogni interpretazione profana. Oggi toglie il lucchetto a quel diario segreto, per leggere, nella riflessione profonda, il mistero di una vita, di ogni vita, della sua vita, della vita di Dominick.
Natale 2005
Caro Dominick,
“Santo Natale in cartolina che è venuta da lontano,
io lo stringo tra le mani, è Natale anche nei cuor”.
E’ così che mi sono svegliata stamani; al suono della tua voce di bambino felice nelle orecchie e con il cuore stretto in una morsa aggrovigliata di ricordi che mi trasportano in un vissuto lontano, dolce, sereno, promettente.
E’ stata la prima canzone imparata a scuola e tu la cantavi per noi con la spensieratezza e l’innocenza della tua età. Il viso ti si illuminava tutto, quando ti chiedevo di cantarla ancora per me!
Oggi, come allora, l’hai voluta cantare ancora, nel mio cuore!
Grazie, mio “piccolo – grande uomo”, per avermi fatto sentire con la tua vicinanza, il tuo amore.
Come quando ho sentito la tua vita nel mio ventre.
Come quando ti ho stretto a me per la prima volta.
Come quando ti ho attaccato al seno per nutrirti non solo col latte, ma col mio amore.
Mi sovviene in questo momento, una frase scritta su un pezzettino di carta, durante la gravidanza, e lasciato sul tavolino dello studio di tuo padre a V. Padova, a Roma.
“L’amore è….
Due cuori e un cuoricino in arrivo…”
Eri tu che saresti arrivato con la primavera, un bel mattino freddo col cielo terso di aprile
28 aprile 1977. ore 10,40.
Il tuo primo Natale.
Ricordo… una foto per ogni presepe della casa delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso di V. Casilina – Roma.
Tu, batuffolo profumato d’innocenza mi hai fatto sentire la regina del mondo! Grazie!
Dunque perché ora piango?
Perché sento di vivere in una dimensione crepuscolare d’attesa, camminando su un lastricato che mi tortura ad ogni passo?
Oggi è nato Gesù…
È nato per Amore, per noi, per le nostre speranze e per la pace dei cuori.
Voglio che questo pensiero mi compenetri tutta.
Voglio sognarti pieno di luce nel Suo Regno.
Voglio pensarti beato e bellissimo nella tua eterna giovinezza.
Voglio smettere di immaginare “l’attimo fatale”.
Voglio continuare a vivere nel mio cuore un sogno stupendo!
Gesù che camminava sulle acque per venirti a prendere e attraversare con te in braccio il Ponte di luce che l’ASSUNTA, tua Madre Celeste ha teso col suo manto tra mare e cielo, perché tu raggiunga il traguardo ultimo di ogni cristiano, la beatitudine eterna.
Caro Dominick, scusami se spesso il mio cuore si fa triste e se le lacrime continuano ad essere abbondanti!
Chiedi tu, se puoi, al BAMBIN GESU’ che io possa ritrovarti ogni giorno nella luce della fede e nella grandezza del Suo AMORE.
Siimi sempre vicino, mio “piccolo – grande uomo” che, “accecato dalla luce della tua alba”, hai raggiunto l’infinito.
Ti bacio con Amore.
La tua mamma