2 Aprile 2006
Caro Dominick
Sono la mamma e torno a scriverti dopo una lunga e non voluta pausa.
Stamani sento forte il bisogno di parlarti perchè all'improvviso mi sono ricordata che oggi è una giornata speciale. Oggi 2 aprile ricorre il 1° anniversario del ritorno al Padre di Papa Giovanni Paolo II, l'uomo che è diventato Papa. Il Papa che ha conquistato i cuori degli uomini col sorriso e con la potenza del suo sguardo; ha illuminato le menti più buie, è penetrato, scuotendoli, nei cuori più refrattari, ha coinvolto e stravolto i sentimenti umani a qualsiasi età. Con la sua straordinaria capacità comunicativa e travolgente, ha abbracciato masse enormi di giovani riempiendo spesso i loro vuoti, dubbi, incertezze esistenziali, con purezza di slanci di fede che valicano le barriere delle forti contraddizioni umane e lasciano intravedere orizzonti di libertà e pace.
So che anche tu, come giovane buono, umile e sempre alla ricerca di concreti contenuti esistenziali protesi verso l'infinito, sei stato travolto dalla Sua grande carica comunicativa e forza di fede. Hai saputo sentire la Sua voce ed ascoltare col cuore il Suo messaggio d'amore.
Racconta tua sorella che proprio il 2 aprile 2005, tra te e lei è nata una banale lite i cui toni però diventavano sempre più crescenti e che all'improvviso tu hai detto: Maria Elena smettiamola, oggi è morto il Papa, non dobbiamo litigare!
Una preghiera la tua, fervida, sincera in un giorno così straordinario! Una preghiera d'amore, colma di sottintesi proponimenti, testimonianza di una fede profonda, sentita, vissuta. Espressione pura della tua bontà, del tuo vissuto interiore d'esigenza di verità suprema.
Non potevi immaginare allora che di lì a poco tu l'avresti raggiunto presso la “Casa del Padre”! Che avevi così poco tempo per restare con noi! Oggi, proprio oggi, il mio cuore di mamma ti pensa intensamente e la cosa più bella che vorrei donarti è di affidarti al Papa, perchè Lui che è stato uomo fortemente provato prima e grande Papa dopo, possa prenderti per mano ed insieme passeggiare nella “Casa del Padre nostro” per godere quella felicità eterna che solo il Signore può donarci.
Comprendo che non sono degna nemmeno di formulare questo pensiero, ma mi aggrappo alla forza dell'amore e della fede perchè voglio credere che sia così.
Ed è estasi!
Ti bacio, la mamma.
Caro Papa Wojtyla
Santo Padre Giovanni Paolo II
Tu che hai tanto amato i giovani
Tu che hai tanto pregato per il loro futuro
Tu che nei loro canti hai sentito il Divino
Tu che nei loro sorrisi hai visto Gesù Bambino
Tu che nei loro cori hai immaginato gli Angeli
Tu che nella loro fede hai riposto la pace
Tu che nelle loro speranze hai sognato la libertà
Tu che nel loro dolore hai sentito la forza della Croce
Tu che hai visto” le braccia di tanti colori scaldarsi cantando tenendosi in cerchio”
e hai sperato in un mondo d'amore
Tu che hai abbracciato il fratello che il 13-05-81 ha sparato” senza tremare”
Tu Papa, se puoi, intercedi a che Dominick goda la Luce del Suo Volto,
Io sono la mamma e non merito niente , ma la mia miseria umana e l'amore mi spingono a chiederteLo.Oggi è festa in cielo e il buon DIO non può negare il Suo SORRISO a tutti noi.
La mamma di Dominick-
Incontri Elena Salvatore
Spira,
nel silenzio dell’aria
Grazia di vento
sul sagrato del mondo.
Su nudo legno
leggiadria di soffi
sfoglia verità di
“Verbo”
in quest’ora d’incontri.
Luce penetrante
tua sola eredità
scolpita nello sguardo
nella gioiosità del canto
nell’impotenza
della tua umana sofferenza
Muta la voce
cristallina di pace
plasma profonda
parole di cielo
nel cuore dell’uomo
che grida esultante
“subito Santo”
Aprile/06/09 h:3.32 ( in ricordo del terremoto
di L’Aquila e della solidarietà di tanti uomini di buona volontà)
Elena Salvatore Ferrante
Cantò la civetta,
a lungo il verso funereo
sui tetti assonnati.
Dal monte,
il” vecchio malato”
tossiva da tempo
rabbioso sbavando
crepe sui muri...
fu poi un febbrone squassante
a irrompere atroce
nel sonno pacato dei sogni.
E in istanti, di tutto
fu niente!
Fuggì la notte atterrita
dall’urlo d’affetti dispersi
in un buio risveglio
di membra compresse
in rantoli d’aria
da pioggia di sassi
Lontano il manto di stelle.
Ammutolito!
Straripò ogni argine
il pianto innocente
smarrito in deserto di vita.
“Misericordia” fu
il sibilo lungo del vento e
la voce di mille sirene
richiamò solerzia di cuori e
colombe dal cielo.
“Oltre l’istante” 06/04/09 h 3.32
(dedicata alle vittime del terremoto di L’Aquila)
Elena Salvatore Ferrante
Perso nell’eco
della notte buia
dei cipressi lo sgomento
sibilante a quello schianto.
Dolce ora la loro quiete
per frescura d’ombra
a tutti quei presenti.
Dipartiti.
Cessati tra le convulse
braccia del “gigante”
l’apnea d’angoscia e di terrore
e il disperato grido
dell’umana carne.
La speranza pur d’affetti così
ricca, rapita anch’essa dal ghigno
di un traliccio o di un macigno.
“Oltre l’istante”
a frotte si destano
quegli “eletti”, da
quel lugubre silenzio
granellato da bastardo
cemento insabbiato.
Come lucciole festose
lasciano l’ombra di
quei corpi maleincipriati
su cumuli di massi dirupati.
Eterei ora s’alzano
come aliti di vento
per agognata “Oasi di pace”
perché d’Altra Aurora fulgente
sono ora soffio rilucente.
Altra primavera Elena Salvatore
Tutto il nostro tempo
più prezioso e vivo
ora
è scolpito nell'anima
e non occorrono più
le parole
per raccontarci
Nuovi cieli segnano
i giorni e le stagioni
in un fluire senza suoni
I sospiri scivolano
in tenerezze, e gemme
si schiudono in
un tripudio di colori
a Zefiro che dolce
soffia le nenie nell'aria
che brilla di stupore.