Carissima ti invio "schegge di cuore in sliding dreams" che ho scritto quando a Dominick
in occasione del suo compleanno, Agnone, cittadina dell'alto Molise (dove lui ha trascorso la sua infanzia e che lui in una dolcissima poesia chiama "Incrocio fuggito") gli ha dedicato la Biblioteca dell'I.C. D'Agnillo. Una cerimonia emozionante che mi ha fatto vivere attimi di sogno nella dimensione dilatata dell'anima. La poesia si chiama "Luogo d'infanzia"e la puoi trovare a pagina 19 della sua ultima raccolta di poesie (copertina beige).Un abbraccio,a presto.
Sliding dreams 29/ 04/ 2009
Passeggiano a piedi nudi i pensieri sull’erba verdeprimavera del giardino dove posa lo sguardo da dietro un vetro. Danzano a tratti, o si fermano per farsi accarezzare e poi lasciarsi andare liberi sulle ali dei ricordi. Spaziano fra colori e profumi; s’intrecciano sul tronco di un fico, s’accavallano sulle mani anch’esse nude, che forti si stringono ai nodi dell’albero quasi a voler succhiare linfa, o spalmano segreti desideri su lingue di foglie di nespolo.
Un’ape solitaria saltella di fiore in fiore sui rami del ciliegio già tutto vestito a festa, seguita nei suoi gustosi capricci, dagli iris di campo che qua e là ondeggiano alla brezza di un dolce mattino che sfoglia, quasi pizzicando, gli infiniti sorrisi della primavera. Tenui raggi di sole di fine aprile fasciano l’atmosfera che mi circonda.
Primavera!
Altra primavera questa, anche nel mio cuore.
Porte di sogni sconfinati nella memoria, scivolano lentamente una sull’altra per scoprire nuove dimensioni sotto altri cieli, in un gioco bizzarro di nuvole che silenziose e sospese quasi dentro di me, costruiscono altre realtà imperturbate nel tempo indefinito. Rarefatto.
Una bianca farfalla disegna, sfarfallando, un risveglio improvviso da cui affiora un ricordo, “ora”, solo ora, colmo di senso. “Allora”, solo passatempo scherzoso.
…Si parlava di morte con scaramantici sorrisi e sberleffi per tenerla lontana, il più lontano possibile. Ricordo, solo ora, ora che la bianca farfalla sfiorando lo sguardo, ha dissolto il velo impolverato del tempo, solo ora che il ricordo ha un senso. Un po’ come quelle figure della settimana enigmistica che emergono solo quando congiungi tutti i puntini indicati.
- E tu come vorresti morire?-
Tu: - non importa come o il posto (fosse anche “una stalla”) purché coperto dai libri che amo. Sarebbe così bello!
Prepotente un turbamento carico di sconvolgente senso gravitazionale, mi riporta al tempo presente, definito presente. Tangibile presente.
Rivedo una stanza tappezzata di libri, tanti, adatti ad ogni circostanza di sapere, di imparare.
Si chiama biblioteca? Ebbene sì!
Da ieri ha anche un nome che ti piacerà come anche tutti quei libri che puoi prendere ad uno ad uno, scorrerne ogni riga, farteli penetrare dentro e magari lasciarci messaggi segreti dal cielo delle aquile, per insegnare a volare verso la libertà dello spirito, quel fuoco ardente che tutto nobilita e tutto purifica. Sono tanti, ma che problema c’è, tu hai tutta l’eternità per sentirteli dentro.
Lentamente, sui pensieri odorosi di giovinezza perenne, scorrono altre porte, a definire altro orizzonte .
Cattedrale di acqua e sale
tra cielo e mare
altro orizzonte di indefinito tempo
Di flutti giganti e stelle cadenti
Di parole spezzate
bavagli slegati su code di vento
Di labbra fiaccate da schiuma e preghiere
Nel lampo di un faro
si consuma un pegno d’amore.
E il cuore si trova a sussurrare
Orma che traspare ad ogni onda
e il vento coglie ad ogni soffio.
D’azzurro colora i tuoi pensieri il silenzio
Ora che la parola
si è tramutata in seme
germogli si schiudono
in rime e canti.
Recitano e cantano di te e con te cuori innocenti. Lo sguardo amorevole dell’insegnante guida le voci sottili e contente, mentre il tuo pensiero scorre tra i presenti, (tanti e importanti) e tra i libri che stipati ed attenti conservano tra pagina e pagina quel calore d’amore raccolto in quel dono sincero.
Qualcuno quando sei arrivato non ha ben capito il tuo nome né chi tu fossi e allora ha preferito da brava artista tracciare un identikit e chiederti ancora “com chiam tu !?-
Dominick !-…e quell’anima gentile che ha tracciato col cuore le linee del viso, comprese che non eri lì per caso, ma quel nome era scritto su una di quelle porte che scorrono tra gli astri.
I suoi occhi lucidi e commossi scorsero sui libri quasi a dirti – custodiscili, sono tuoi –
Scalzi e forse un po’ dolenti camminano ancora i pensieri in attesa di qualcosa, qualcosa che sottenda una straordinarietà di altro spazio-tempo.
Squilla il telefono.
Finalmente! E’ lui. Mi devo ricordare di fargli gli auguri di buon compleanno penso tra me.
- Mamma - dice la voce dai colori caldi di un’ estate ferma sulla meridiana, che torna al cuore con la freschezza della primavera.
- Ho ritrovato il mio “Incrocio fuggito” la mia favola preferita entra a far parte della mia storia.
Sono così felice di aver vinto questo concorso presso l’ I.C. D’Agnillo…
Accanto a me c’è la Sig.ra Preside che mi ha accolto con un sorriso pieno di simpatia. Spero di fare tanti progetti con lei, seminare valori veri che diano buoni frutti in uomini futuri. Mi ha parlato con molto entusiasmo della scuola, dell’impegno dei ragazzi, degli insegnanti, ma soprattutto della biblioteca ricca di volumi antichi e rari. Ci sarebbe da fare un bel lavoro di restauro ma ci impegneremo ad operare nella maniera più giusta. Sarà contento anche papà ed io mi sentirò in famiglia in pienezza d’amore, nel tuffo dei ricordi.
Qui c’è tanta gente oggi e tanta di essa la ritrovo nel ricordo. Persone che mi sorridono con lo sguardo e soprattutto c’è il papà di quei due amichetti che con un sorriso scanzonato sta rinvangando un poco di quella nostra infanzia ricca d’incanto ma anche di tante birichinate. E poi…l’abbraccio caloroso della mia maestra è stato semplicemente meraviglioso.
Ah! dimenticavo…ho letto il nome della biblioteca; mi è piaciuto, e da quassù ha il suono di una “campana” che canta in rime.
Proprio ora ha preso la parola un professore che mi sembra di conoscere, ma non ricordo bene. Parla di un progetto, un’associazione per “ madri orfane “ ed altre cose che non ho ben capito. Scusami mamma ora ti lascio, perché vorrei cercare di essere più presente.
Una folata di vento gelido mette in fuga i pensieri e quella porta di nube in stato crepuscolare scompare quasi inghiottita dalle lacrime che rigano un viso di mamma che nei sospiri di ogni giorno cerca quel figlio in una fiaccola che arde dentro e poi… quando tutto è silenzio, si aprono lembi di cielo e s’intravedono speranze.
Ho ricomposto il mio cuore in mazzetti di fiori che non hanno verbi o tempi da rispettare, ma petali di gratitudine e di affetto per voi tutti, e tutti i miei sogni da custodire.
Grazie a tutti per tutto.
Caramente la mamma di Dominick