Un’arca nelle Langhe Dada
Come va? Finite le vacanze? Riposati?
Io le vacanze le ho passate in barca (fortunelle eh?!), e senza muovermi di casa. Con un po’ di fantasia si può. Il mio paese si trova in terra di Langa. Milioni di anni fa questa terra collinosa stava sotto il mare. Ritiratesi poi le acque dell’Adriatico, rimasero a testimonianza della sua permanenza miriadi di fossili marini, incastrati nella roccia calcarea.
Chi attraversa Briaglia può provare la forte sensazione di stare su una nave, perché il paese è situato su uno spartiacque. Le casette appaiono come collocate in un’arca; a destra e a sinistra, ma più in basso rispetto allo stradale, si estendono lingue di terra, mosse come le onde del mare. E’ l’energia del terreno, ora dolce, ora increspato da una vegetazione antica e selvatica. Così sono le Langhe.
Mi sono dunque imbarcata a metà luglio stanca e con una costola rotta. Devo dire che col passar dei giorni, coricata su una poltrona ergonomica, una bibita fresca nel tavolino, qualche libro, un po’ di corrente tra cucina e soggiorno, mi sono ripresa. Facendo ora il bilancio del mese dichiaro tranquillamente che sono stati 30 giorni d’incanto.
Le uniche sirene, ascoltate, mio malgrado, sono state quelle delle case vicine, dal suono assordante, che a causa del caldo estivo, talvolta impazziscono e suonano a vanvera.
La compagnia di qualche lettura e il carattere silenzioso, talvolta assente, di Noè (scusate, volevo dire Nini) mi hanno dato modo di non sentirmi troppo responsabilizzata dalle faccende domestiche, spesso e volentieri trascurate. Non ho fatto altro che leggere, dormire e pensare. Un po’ di TV, ma poca, per conoscere le ultime notizie di cronaca e come si svolgeva la GMG di Rio. La domenica a Messa, alle 20 da Don Alfredo. Qualche personale appello alla Madonna e via sull’onda della fantasia e della pace.
Ho economizzato in benzina, caldo, rumore, parcheggi, inquinamento, parole, denaro, telefonate, stanchezza, opere e omissioni.
Mi sono rimandata a settembre.
Come sarà settembre?
Da noi ci si dovrà purtroppo preoccupare del riscaldamento (con i relativi costi)… e dei politici, perché ogni impegno degli italiani sarà legato al filo delle loro decisioni, volenti o nolenti.
Mi sto distraendo, ma lo voglio dire; è tornato il grifetto, che ha scelto come Habitat proprio le piante intorno alla mia casa. Di giorno fa un verso speciale, piuttosto monotono, ma mi piace tanto perché la sua presenza mi dice che qui è sereno e che intorno non c’è inquinamento. Non ha nemici: anche lui infatti è salito sull’arca. Chissà se ha una compagna?
Come si vede dal titolo della rubrica, intendo fare una specie di diario di bordo delle mie giornate di vacanza in mare e anche andare oltre, quando le vacanze saranno finite per tutti, rimanendo sull’arca, pronta, lo spero, ad affrontare eventuali marosi che, in certe giornate invernali, impegnano parecchio i cebernauti. Spero di fare cosa buona e di mantenermi serena, per trasmettere qualcosa di positivo.
IL MIO PAESE
Come una finestra
Spalancata
Sulla valle adamantina
Bianca sorgente
All’alba sorridi
Alle montagne già infuocate
Veleggi vento in poppa
Breve crinale
Arca
Fra lingue di terra generosa
Il mio paese
Gonna leggiadra
Di giovane ragazza
Muovi i tuoi lembi!
E le tue gambe saranno i pioppi fruscianti
I tigli del viale
I castagni
Ecco
Altre luci accompagnano il tramonto
Trasparenti bagliori di speranze
Pene acerbe
Lutto di madri
Le mie Langhe
C’è odore di legno ferito stasera
O Dio, proteggi il mio paese!