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NOVEMBRE 2017

     

 

LA PAZIENZA

 

Canto eucaristico: Davanti al re.

 

Atto di fede nella presenza eucaristica

  • Gesù, siamo davanti a Te, Ostia Santa che sprigioni raggi che illuminano la mente, riscaldano il cuore, accendono l’anima e risanano il corpo.
  • Ti presentiamo le nostre povertà spirituali, la nostra incapacità di elevarci a Te, la nostra difficoltà a sentire la Tua vicinanza e ad interagire con Te per ringraziarti, per lodarti, per consolarti.
  • Le brutture del mondo ti rattristano e allora Tu bussi al nostro cuore per trovare consolazione, ma noi non ti apriamo, siamo troppo impegnati a pensare alle piccole cose della quotidianità per pensare a Te.
  • Perdonaci, Gesù, l’unico tempo veramente fruttuoso è quello passato con Te, perché la tua benedizione spiana la strada, prepara i cuori anche alle sorprese meno gradite, placa gli animi agitati, porta la pace e la serenità in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni di ogni tipo.
  • Se capissimo la potenza della preghiera! Forse potremmo allontanare dal mondo intero tutte le calamità. Donaci, Signore, questa saggezza. Amen.

 

Ascoltiamo la Parola (Lc 13:6-9)

 

Gesù disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».

 

RIFLETTIAMO INSIEME

  • Gesù, chissà quante volte sei passato vicino al mio cuore per cogliervi un frutto d’amore e mi hai trovato distratto, lontano, magari impegnato anche in cose buone ma non attento a Te e, deluso, ti sei allontanato cercando in altri cuori l’attenzione amorosa che ti attendevi da me.
  • Perdonami, Signore, e perdona tutti quelli che, presi dalle cose da fare, trascurano il rapporto con Te, unica fonte di grazia che può dare valore al nostro fare.
  • I frutti che Tu attendi li puoi raccogliere solo nei cuori che si fanno veicolo dal Tuo incontro con i fratelli. Solo se noi operiamo in te e per Te porteremo frutti, il nostro cuore, prima di tutto, si aprirà all’amore e i fratelli che incontreremo si accorgeremo di avere incontrato Te.
  • Nascondici, Signore, nel tuo cuore e dal nostro cuore incontra i tuoi figli, raggiungili nell’intimo delle loro anime e attirali a Te, e questi saranno i frutti che Tu raccoglierai sulla nostra pianta.
  • Che siano frutti saporiti: anime che si aprono al Tuo abbraccio e si lasciano purificare dal tuo Amore Misericordioso.
  • Signore, se fino ad ora Tu hai raccolto frutti acerbi, ti promettiamo che c’impegneremo, perché al calore del tuo amore, questi frutti maturino. Non vogliamo essere piante piene di foglie e prive di frutti.
  • Ma, ti preghiamo, lavora il nostro cuore arido, superficiale, accomodante, sempre in bilico tra Te e il mondo. Rendici coerenti. Anche noi prendiamo dal mondo ciò che ci piace e Tu ci guardi deluso perché neanche in noi trovi i frutti buoni per saziare la tua fame di purezza e di generosità.
  • Non cedere, Gesù, alla tentazione di sradicare queste piante sterili che vedi come ingombro inutile. Concimaci, come vuoi, come sai ma rendici fertili e Tu, passandoci accanto, potrai compiacerti, riposare alla nostra ombra e deliziarti dei nostri frutti.

 

Canto: Tu sei la mia vita

 

ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA

 

La pazienza è la virtù che imprime fermezza all'anima e la rende capace di sopportare grandi afflizioni affinché non si allontani dal bene a causa delle tristezze che sogliono sopravvenire. Suo oggetto materiale remoto sono i mali che dobbiamo arginare nei loro effetti, come le lacrime e l'abbattimento; è suo oggetto formale quanto vi è di buono e di utile, e che risplende affinché l'uomo, nonostante le contrarietà, non si allontani dal bene. (Le Ancelle dell'Amore Misericordioso, 1943, n. 1079)

Ci è molto facile irritarci, comandare con cattivo viso, minacciare e castigare; in questo non abbiamo bisogno di maestri perché la nostra natura lo porta con sé; mentre ci è molto difficile dominare le passioni, moderare il temperamento, sopportare con pazienza e carità i difetti del nostro prossimo, sopportare che il fuoco della impetuosità e della collera sia passato, prendere le cose con pazienza, pregare prima di fare una correzione e scegliere con vera carità i mezzi di correzione; tutto questo esige una virtù risoluta e un grande amore al Nostro Dio; se amiamo il nostro prossimo facilmente riusciremo a sopportare i suoi difetti; se non lo amiamo non avremo pazienza per sopportare le sue debolezze e non staremo lavorando per la sua correzione.

Sopportiamo con pazienza i difetti del prossimo poiché la pazienza produce sempre un'opera perfetta che è quella della nostra santificazione; sopportando il prossimo cresciamo in umiltà, mortificazione, dolcezza e carità perfetta; in questo modo ci impegniamo in quell'esercizio vantaggioso che ci assicura il nostro progresso nella virtù.

Vediamo anche il valore della pazienza. Con la pazienza, figlie mie, si arriva alla mansuetudine, alla umiltà, allo zelo, alla carità, alla costanza e alla perseveranza che sono virtù sublimi.

Amate figlie, teniamo presente che ogni correzione deve essere preceduta dalla orazione; perché la correzione porti frutto è necessario che sia chi la riceve che chi la dà abbia un cuore quieto e uno spirito tranquillo. Per questo quando dobbiamo riprendere una figlia, prima dobbiamo vedere se possiamo ammonirla senza esporla ad una reazione peggiore o senza che noi stesse facciamo un errore; dobbiamo ricordare che potremmo provocare la colpevole, se la correggessimo quando essa è turbata o afflitta, a non riconoscere la sua colpa e a pensare che le portiamo antipatia.

Non si deve riprendere mai nel momento che si commette un errore; se il Signore ci chiedesse conto nel momento del nostro peccato, la maggior parte di noi cadrebbe sotto la Sua mano di giustizia; invece, che fa? Aspetta che quell'anima si corregga e non una o due volte ma tante e tante e poi, con voce soave e dolce, la invita al pentimento, al dolore e alla contrizione. Come ci comportiamo noi?

Non si deve mai riprendere quando ci troviamo turbate perché in quel caso la nostra riprensione non sarebbe suggerita dalla carità ma dalla inquietudine e dalla passione; aspettiamo, figlie mie, che la pace e la serenità si siano ristabilite nella nostra anima; non dimentichiamo che il rigore e il bastone non aiutano mai i deboli: sono più adatti per ammazzare un vivo che per risuscitare un morto.

Dobbiamo detestare, figlie mie, il peccato però non i peccatori; per questi dobbiamo avere viscere di madre e molta carità. Una volta corretta una nostra figlia di un errore non glielo ricordiamo più; la correzione non è un insulto né un oltraggio ma un atto di carità.

(Per le superiore e figlie, 1953, nn. 68-75)

PREGHIERA LITANICA

 

  • Signore, Tu hai detto: “Non guardare la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, guarda la trave che è nel tuo”, ma noi guardiamo sempre con occhio critico i nostri fratelli e non li troviamo mai degni di fiducia.
  • Perdonaci, Signore, donaci il giusto collirio che tolga dai nostri occhi la patina nera della critica, perché possiamo vedere i fratelli come li vedi Tu.
  • Signore, Tu hai detto, per bocca di S. Pietro: “Non tramonti il sole sulla vostra ira e non date occasione al diavolo”, noi invece, entriamo facilmente in contrasto con gli altri e innalziamo barriere di sdegno tra noi e i fratelli.
  • Concedici, Signore, di dominare i nostri istinti per non lasciarci travolgere dall’ira e rovinare relazioni che solo il perdono sa ricomporre.
  • La Madre Speranza c’invita a coltivare la pazienza, a non lasciarci travolgere da sentimenti di antipatia, di non riprendere mai quando non siamo sereni e capaci di instaurare un dialogo pieno di carità e amore verso il fratello che correggiamo. Noi, invece, ci scagliamo senza riguardo contro chi ci causa qualche fastidio.
  • Perdonaci, Signore e insegnaci ad offrire ciò che non ci piace e a riparare anche quello che altri rovinano.
  • La Madre Speranza ci dice che “il rigore e il bastone non aiutano mai i deboli: sono più adatti per ammazzare un vivo che per risuscitare un morto”. Noi, invece, presi da quello che crediamo “santo sdegno”, usiamo tutta la nostra dialettica per buttare in faccia a chi ha sbagliato tutte le sue presunte intenzioni malvagie.
  • Donaci, Signore, la vera sapienza e la vera umiltà, per non peggiorare, con la nostra presunta superiorità, la fragilità altrui.
  • Gesù, Tu che leggi dentro al nostro cuore e scopri i sentimenti di sufficienza, di alta stima di noi stessi, di orgoglio ammantato di umiltà e ci vedi come vedevi il pubblicano che si recò al tempio a pregare.
  • Ti preghiamo, abbi pietà di noi, abbatti il piedistallo sul quale ci erigiamo, facci mettere all’ultimo posto a batterci il petto e come al pubblicano, concedici di uscire da questo momento di preghiera perdonati e rigenerati. Amen.

 

Canto: Purificami, o Signore.

Salmo 38 ( a cori alterni; maschi e femmine9

Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua;

porrò un freno alla mia bocca mentre l'empio mi sta dinanzi».

 

Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.

Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco; allora ho parlato:

 

«Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni

e saprò quanto è breve la mia vita».

 

Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla.

Solo un soffio è ogni uomo che vive,

 

come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita,

accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.

 

Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza.

Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto.

 

Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci.

Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano.

Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori.

Ogni uomo non è che un soffio.

 

Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido,

non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero,

uno straniero come tutti i miei padri.

 

Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia.

 

SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE

 

  • Ad ogni invocazione cantiamo:
  • Donaci, Signore, un cuore nuovo, poni in noi, Signor uno spirito nuovo.

 

**************************

 

  • Concludiamo questo momento di intimità con Gesù, pregandolo che ci dia il dono della pazienza

 

"Nella vostra pazienza, possederete le vostre anime" (Lc 21,19)

Tu l'hai detto, o mio Gesù e in questo momento ho proprio bisogno di pazienza:

pazienza con le cose, che non sono quasi mai come io le vorrei;

pazienza con gli avvenimenti spesso contrari e che sembrano studiati

per infrangere la mia fatica e la mia costanza;

pazienza con le persone che mi circondano e che mettono a dura prova la mia sopportazione.

Ti chiedo, inoltre, la pazienza di misurare le parole,

dominare i nervi, usare un tono dolce e mai aggressivo della voce.

Ti chiedo la pazienza di non lasciarmi mai trasportare da parole troppo facili

di disprezzo, di giudizio, di valutazione.

Ti chiedo infine la pazienza di non dire e non fare qualcosa

quando so di non essere nella forma di perfetto equilibrio,

per non dovermi pentire di aver agito impazientemente. Amen.

 

Canto eucaristico; Pane del cielo

 

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.

 

  • Benedetto ilo Padre che ha umiliato la Sua divinità, sacrificando il suo Figlio per noi.
  • Sia benedetto Gesù che ci ha insegnato ad essere miti ed umili come Lui.
  • Benedetto lo Spirito Santo che continuamente risana le ferite che ci procura l’orgoglio.
  • Benedetta Maria, umile Ancella al servizio della Trinità che l’ha resa beata.
  • Benedetti tutti gli Angeli del cielo che lodano la grandezza di Dio al posto nostro.
  • Benedetti tutti i santi che sono passati sulla terra soffrendo, offrendo e lodando Dio.
  • Benedetti tutti i poveri, i derelitti che sanno accettare la loro condizione con umiltà.
  • Benedetta la Chiesa santa di Dio, che si mantiene fedele  a Gesù, unico vero Maestro.
  • Benedetti i nostri angeli custodi che ci assistono e difendono dal male, senza farsi notare.
  • Benedetti noi consacrati, coniugati, liberi, se ci poniamo al servizio di Dio con umiltà e amore, perché venga il Regno di Dio nel nostro mondo e nei nostri cuori.
  • Benedette tutte le anime sante del purgatorio, che accettano la purificazione, per poter godere Dio con cuore umile e puro. Amen

 

Canto finale: Salve Regina

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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