L’AMORE E’ SACRIFICIO
Canto eucaristico: Davanti al Re
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’
- Gesù buono, Tu te ne stai in silenzio nei nostri tabernacoli e aspetti che qualcuno ti venga a trovare. Qualcuno viene ma non cerca Te, cerca qualche santo di sua devozione e Tu resti mortificato perché aspettavi almeno un saluto.
- Qualcun altro viene, ma non ti dice neanche ciao, ma ti vomita addosso tutte le sue angosce e magari le attribuisce a Te, senza rendersi conto che c’erano tutte le premesse perché certi avvenimenti accadessero, e alla base c’era sempre qualche no detto a Dio!
- Tu, sei sempre Tu il colpevole, colpevole di fronte al Padre, che ha condannato Te invece che me, colpevole perché dopo avermi spiegato in tutti i modi che determinate cose mi avrebbero fatto male, io ho voluto farle ugualmente e poi le conseguenze non le voglio pagare.
- Gesù buono, nostro Redentore e Salvatore, abbi pietà della nostra stoltezza, dacci la sincerità di riconoscere i nostri errori e il pentimento sincero per non commetterli più.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
«Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
RIFLETTIAMO INSIEME
E’ l’ora della croce, è l’ora solenne del dolore, del dolore completo per Gesù: dolore fisico, ingiustamente subito, dolore morale: delusione per gli Apostoli che dormivano, per il popolo che dopo aver ricevuto tanti benefici lo avrebbe tradito, dolore per Giuda, dolore per Pietro … dolore per me, dolore per tutti quelli che, lungo i secoli, non avrebbero usufruito del suo dolore, rifiutando la salvezza.
“Padre, se è possibile, allontana da me questo calice”, era veramente troppo amaro! Ma il Padre è lì con il calice amaro … e allora “Padre, non la mia ma la tua volontà!”
Ed ecco la prima sentenza: “Il peccato è tuo e tu devi pagarlo con l’angoscia mortale, l’agonia, con la crocifissione, con la morte”.
Al buio della notte si aggiunge il buio del cuore: il Padre rifiuta al Figlio anche la consolazione dell’innocenza: Lui è il grande peccatore colpito dalla giustizia divina! Che momento terribile! Il Golgota è il grande Tribunale dove si celebra il giudizio del mondo: unico imputato: Gesù ed io sono assolto, tu sei assolto, tutti siamo assolti!.... Che gesto grande hai fatto, Gesù, per noi! Quando lo capiremo? Quando riusciremo a stringerci alla tua Croce e baciarla come caparra del nostro riscatto?
Ed io rifiuto anche la mia piccola parte, come ricevuta del Tuo grande dono. Abbi pietà di me, Signore!
Canto: Ti saluto o croce santa
ASCOLTIAMO IL MAGISTERO
S. Giovanni Paolo II – Dives in misericordia n.7
Cristo, come uomo che soffre realmente e in modo terribile nell'orto degli ulivi e sul Calvario, si rivolge al Padre, a quel Padre il cui amore egli ha predicato agli uomini, la cui misericordia ha testimoniato con tutto il suo agire. Ma non gli viene risparmiata - proprio a lui - la tremenda sofferenza della morte in croce: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore», scriverà san Paolo, riassumendo in poche parole tutta la profondità del mistero della croce ed insieme la dimensione divina della realtà della redenzione. Proprio questa redenzione è l'ultima e definitiva rivelazione della santità di Dio, che è la pienezza assoluta della perfezione: pienezza della giustizia e dell'amore, poiché la giustizia si fonda sull'amore, da esso promana e ad esso tende. Nella passione e morte di Cristo - nel fatto che il Padre non risparmiò il suo Figlio, ma «lo trattò da peccato in nostro favore» - si esprime la giustizia assoluta, perché Cristo subisce la passione e la croce a causa dei peccati dell'umanità. Ciò è addirittura una «sovrabbondanza» della giustizia, perché i peccati dell'uomo vengono «compensati» dal sacrificio dell'Uomo-Dio. Tuttavia, tale giustizia, che è propriamente giustizia «su misura» di Dio, nasce tutta dall'amore: dall'amore del Padre e del Figlio, e fruttifica tutta nell'amore. Proprio per questo la giustizia divina rivelata nella croce di Cristo è «su misura» di Dio, perché nasce dall'amore e nell'amore si compie, generando frutti di salvezza. La dimensione divina della redenzione non si attua soltanto nel far giustizia del peccato, ma nel restituire all'amore quella forza creativa nell'uomo, grazie alla quale egli ha nuovamente accesso alla pienezza di vita e di santità che proviene da Dio. In tal modo, la redenzione porta in sé la rivelazione della misericordia nella sua pienezza.
Papa Benedetto XVI – Omelia 20.3.2008 “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!” (Lc 22, 42). Con questa parola, Gesù nell’Orto degli ulivi ha risolto la battaglia decisiva contro il peccato, contro la ribellione del cuore caduto. Il peccato di Adamo consisteva, appunto, nel fatto che egli voleva realizzare la sua volontà e non quella di Dio. La tentazione dell’umanità è sempre quella di voler essere totalmente autonoma, di seguire soltanto la propria volontà e di ritenere che solo così noi saremmo liberi; che solo grazie ad una simile libertà senza limiti l’uomo sarebbe completamente uomo, diventerebbe divino. Ma proprio così ci poniamo contro la verità. Poiché la verità è che noi dobbiamo condividere la nostra libertà con gli altri e possiamo essere liberi soltanto in comunione con loro. Questa libertà condivisa può essere libertà vera solo se con essa entriamo in ciò che costituisce la misura stessa della libertà, se entriamo nella volontà di Dio.
PREGHGIERA LITANICA
- Gesù, contro il tuo Sì al volere del Padre, c’è il mio no orgoglioso, il rifiuto di compiere la volontà del Padre e di respingere la tua volontà di salvarmi, rimanendo nell’amore. Io voglio uscire dall’amore per vivere nel piacere ….
- Perdonami, Gesù, perdonami, Padre, castigami, ti direbbe Madre Speranza, ma salvami da me stesso, dal mio egoismo, dalla mia illusione di crearmi un paradiso senza Te.
- Amore e giustizia in Te si danno la mano e procedono insieme verso il perdono che ci dona la salvezza, la tua misericordia non esclude la giustizia ma accetti la riparazione sostitutiva.
- Grazie, Padre, Grazie Trinità tutta che hai inventato il perdono per riaprire la possibilità di salvarci. Dacci la grazia, Trinità santa, di non rifiutare il tuo dono.
- Padre, Tu non hai avuto pietà del tuo Figlio e hai avuto pietà di me; sapevi che Lui sarebbe rimasto nell’amore mentre non eri sicuro che ci sarei rimasto io.
- Non sono rimasto, infatti, nell’amore tutte le volte che ho mancato nei mille modi che Tu conosci. Il mio egoismo mi sta sempre dinanzi e reclama ascolto e condiscendenza. Parla Tu, Signore nel mio cuore, parla più forte dell’egoismo perché in me possa vincere il bene.
- Gesù, ci sono i momenti solenni della vita in cui il calice ci viene presentato e anche noi, come Te diciamo: “Padre, allontana da me questo calice”, ma Tu sei lì, impassibile, perché sai che è il nostro bene maggiore, quello che decide della nostra salvezza e della tua gloria.
- Gesù, dammi la forza di dire come Te: “Padre, non la mia ma la tua volontà” e manda anche a me gli angeli della consolazione, che mi aiutino a vedere il calice nella luce divina.
- Signore, non sono un pervertito ma sono un apatico, so che Tu mi dai tante occasioni perché io le viva trasformandole in amore, ma io le lascio scivolare senza valorizzarle, rimandando la mia crescita a un “dopo” che non si sa quando arriverà.
- Perdonami, Signore, aiutami a valorizzare il tempo, perché, quando metterai un punto alla mia esistenza, io possa ripetere con Te: “Padre, tutto è compiuto”.
SALMO SEL SERVO SOFFERENTE (Is 53:5-12)
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà la loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha consegnato se stesso alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori.
Canto: Non mi abbandonare
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Da parte mia vi posso dire che quando ho sentito il cuore così oppresso e scoraggiato che credevo di non poter più resistere, mi sono inginocchiata ai piedi del tabernacolo, ho pregato con tutta l’anima e ho trovato la pace, la rassegnazione e la prontezza d’animo per soffrire ancora e portare quella croce che pochi momenti prima credevo di non poter sopportare. Altre volte avevo l’anima turbata per degli ordini che mi sembravano ingiusti, ma davanti al tabernacolo ho supplicato e lottato, fino a poter dire: “devo farlo e lo faccio”, recuperando la serenità e sentendomi capace di tutto. (El Pan 7,148)
Non potete immaginare quanto mi rattrista sentir dire che Gesù non ha sofferto durante la sua infanzia, che allora non ci amava e che unicamente si è preparato a soffrire nella sua vita pubblica. Che errore credere che i misteri della sua infanzia siano stati solo di gioia, mentre in realtà furono una continua sofferenza! Dal primo istante dell'incarnazione, infatti abbracciò per nostro amore una pesante croce, una croce morale, non ancora quella del Calvario. In quel momento si addossò tutti i peccati del mondo. Sapeva di dover patire come se li avesse commessi Lui stesso e, ripeto, lo fece solo perché ci amava. E noi come corrispondiamo al suo amore? (Cons. pr.atici, 1933, n. 89)
Figlie mie, penso che vi dovrebbe animare una sola aspirazione: quella di lavorare non per fare contenta la Madre o la Superiora, ma per dare gloria al Signore e contribuire alle sue Opere, dandogli quanto vi chiede. In modo che, ritirandovi la notte nella vostra cameretta, possiate dire: "Signore, non ho forza neppure per togliermi l'abito; sono stanchissima; però tutto il mio lavoro è stato per Te". (Esortazioni, n. 228)
Mediante la grazia attuale potremo perseverare nel bene durante tutta la vita, fino all'ora della nostra morte. Ma a tal fine è necessario resistere alle tentazioni, che assalgono anche le anime giuste e sono spesso tanto forti che non si potrebbero vincere senza l'aiuto di Dio. Per questa ragione il buon Gesù, nel suo discorso durante l'ultima cena, raccomandò tanto ai suoi apostoli, e attraverso di essi a noi, di vigilare e pregare per non cadere nelle tentazioni, ossia di non fidarsi mai delle proprie forze, ma di confidare nella sua grazia. (El Pan 16,51)
Ricordate che la pietra basilare su cui edificare la nostra santità non è la preghiera, fare novene, né le molte devozioni e le penitenze cercate per noi stesse; ma la carità, la rinuncia, il sacrificio e l'umiltà. (El Pan 5,235-236)
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Gesù, Amore Misericordioso, abbi pietà di noi
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Concludiamo con la preghiera: Anima di Cristo:
Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, ascoltami.
Dentro le tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io mi separi da Te.
Dal nemico maligno, difendimi.
Nell'ora della mia morte, chiamami.
Fa' che io venga a Te per lodarTi
con tutti i santi nei secoli dei secoli. Amen.
Canto eucaristico: Ti adoro Redentore
Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Canto finale: Madre, io vorrei