DIO, PADRE DI MISERICORDIA CHE NEL BATTESIMO MI HAI FATTO TUO FIGLIO
Canto eucaristico: Davanti al Re.
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESÙ
- Padre buono, che ti sei reso visibile mediante tuo Figlio, ed ora ti rendi presente nell’Ostia Santa, nuova presenza, più misteriosa e più efficace nei suoi effetti, della stessa Incarnazione, noi stupiti ti adoriamo, ti lodiamo e ti benediciamo.
- Non capiamo la profondità del tuo mistero di progressivo annichilimento. Solo un amore infinito, pienamente soddisfatto di sé, può nascondere la sua divinità in un umile embrione umano, sicuro di non perderla ma di glorificarla, e poi, addirittura nascondere anche la sua umanità: corpo, sangue, anima e divinità, in un umile frammento di pane, sicuro, in questo modo, di poter entrare nella creatura amata e di divinizzarla.
- Grazie, Padre, grazie, Gesù, grazie, Divino Spirito che generi amore nel Padre e nel Figlio, aiutateci ad entrare in questo mistero.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Gal 3, 26-28
Fratelli, tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né pagano; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, perché tutti voi siete un essere solo in Cristo Gesù.
Ef 4, 1-6
Fratelli, vi esorto io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con tutta umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo.
Un solo Dio Padre di tutti, che è sopra tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
RIFLETTIAMO INSIEME
- Signore, Tu ci hai rivestiti di Luce, ci hai rivestiti di Te, ci hai cristificati. Grazie per i doni immensi che ci dai, grazie perché, inserendoci in Te, ci hai nobilitati con la tua vita divina.
- Ora siamo tuoi, siamo membra del tuo corpo, siamo entrati in una dimensione divina, che ha annullato la fatua gerarchia terrena, che ci divide e ci contrappone gli uni agli altri, sulla base dell’avere e non dell’essere.
- La vocazione, la chiamata, l’elezione è grande, è universale e ci rende famiglia trinitaria di adozione. Siamo una famiglia distinta! Umiltà, mansuetudine, pazienza, fedeltà, giustizia, sincerità … sono i tratti della nostra nuova identità.
- Il Battesimo ci ha resi figli dell’unico Padre, fratelli dell’unico Figlio, l’azione dello Spirito ci rende fratelli fra noi. Non esistono più le nazionalità, le razze, i colori della pelle, le categorie sociali: siamo figli nel Figlio per opera dello Spirito Santo.
- Il Battesimo ha acceso all’orizzonte della nostra vita la speranza che potremo essere ammessi all’immortalità nella gloria, resa possibile da Gesù che ha pagato per noi all’eterno Padre il debito del peccato di Adamo.
- Satana ci aveva resi schiavi per la scelta sbagliata dei nostri progenitori e questa scelta firmava la rinuncia al meraviglioso piano che Dio aveva fatto per noi. Scelta errata, da cui nessuno poteva liberarci, scelta che ci rendeva nemici di Dio e nemici fra noi. La vita non era più una serena relazione con Dio e fra di noi. Il dubbio, l’angoscia, la paura, turbarono il cuore dei nostri progenitori. Ma a chi rivolgersi? Chi ci poteva salvare da noi stessi, dalla nostra stoltezza?
- Ed ecco che il Padre s’inventa il “perdono”, dono scaturito dal suo Cuore che si volge al misero con pietà e il suo Amore diventa Misericordioso.
- Il Figlio entra nel progetto del Padre e s’incarna sulla terra, per percorrere il nostro cammino dal concepimento alla morte, riconsacrando così la creatura umana: è un cammino fra ostacoli e cattiverie, frutto del peccato. Ma Lui rimane nell’amore, trasforma anche la morte in offerta al Padre, sicuro che la morte non ha nessun potere sull’amore. Ci redime perché il suo è un sacrificio sostitutivo, vittimale; risorge e diviene nostro Salvatore, nostro Redentore, nostro Giudice e nostro Avvocato presso il Padre. La morte è sconfitta dall’AMORE perché la morte non appartiene all’amore, “a – mors” significa appunto “Non morte”.
- Che mistero grande la Redenzione! Che grazia, che fortuna per noi destinati alla morte eterna!.
- Grazie, Padre, Grazie, Gesù, Grazie Spirito Santo che agisci nei loro cuori colmandoli d’amore!
Canto. Spirito di Dio battezzaci
PREGHIERA LITANICA
- Per i battezzati che hanno ricevuto il Battesimo e lo vivono con coerenza e con impegno.
- Gesù, ricompensa la loro buona volontà, concedendo loro il dono di penetrare nel mistero e assaporare la bellezza e la fortuna grande di essere inseriti in Te, Dio e Signore nostro.
- Gesù buono, ci sono battezzati che non vivono all’altezza della nuova dignità ricevuta, distolti dalle piccole soddisfazioni che riesce a offrire il nostro mondo, limitandosi ad una vita senza il respiro dell’immortalità.
- Per questi, che sono la maggioranza, ti preghiamo di dilatare il tuo Cuore ad una misericordia più grande; fa’ balenare nei loro cuori la bellezza del dono divino, perché si destino dal loro torpore e riscoprano la grande fortuna di essere figli di Dio.
- Signore, ci sono battezzati che hanno tradito il loro Battesimo e vivono nel peccato, accolto come condizione di vita, come normalità e nei loro cuori non si desta nessun pentimento.
- Gesù, ti preghiamo: come toccasti il cuore della Maddalena, del Buon Ladrone, di S. Agostino … tocca anche i loro cuori, perché riscoprano le bellezze nascoste nel tuo Cuore e se ne innamorino.
- Signore, ci sono tante creature che vivono in terre dove la Tua Parola non è giunta o viene molto ostacolata e si regolano nei loro comportamenti secondo il buonsenso.
- Dona loro il “di più” che hai dato a noi, forse più di noi sapranno corrispondere al tuo amore e il mondo sarà inondato dalla luce che sapranno far brillare intorno a sé.
- Signore, guarda le nostre nazioni, di lunga evangelizzazione che, per uno stolto pensiero pagano, non riconoscono le radici cristiane.
- Sostieni con il tuo Spirito i pochi che s’impegnano a tener desta la civiltà dell’amore che Tu sei venuto a portare sulla terra e, come Davide nel tuo nome abbatté Golia con la sola fionda, fa’ che questo piccolo resto, guidato e sorretto da Te, possa essere sale che ridà sapore alle nostre società, cosiddetta civile.
ASCOLTIAMO LA MADRE SPERANZA
Fine per il quale siamo stati creati
Dio ci ha creati e ci ha donato il suo spirito, pegno d’immortalità. Questo ci conforta, pur nella consapevolezza che la nostra vita mortale è un pellegrinare lontano da Dio. In realtà camminiamo nella fede e non per mezzo di una visione chiara, ma, con coraggio e buona volontà, desideriamo liberarci dai condizionamenti del corpo per raggiungere l’unione con Dio. Questo pellegrinaggio lontano da Dio è il nostro passaggio nel mondo fra le creature delle quali dobbiamo servirci per arrivare a Lui; lasciarle indietro e andare oltre per trovare e unirci solamente a Lui, disprezzando tutto ciò che non è Lui. Se sappiamo vivere servendoci così delle creature, il nostro pellegrinaggio sulla terra si realizzerà secondo la volontà di Dio.
Ma la nostra fragilità è tale che, anziché proseguire il cammino, lo rallentiamo, cambiamo strada e talvolta ci fermiamo; disperdendoci dietro le creature, ci allontaniamo da Dio e ci ripieghiamo su noi stessi e questo crea disordine nella nostra vita, ritarda, smarrisce o ferma il cammino che, in tal modo, non è orientato verso Dio. C’è disordine quando una parte del nostro essere o del nostro agire non raggiunge, almeno indirettamente, l’unione soprannaturale che Dio desidera stabilire con noi, per la sua gloria e la nostra felicità, e quando qualcosa di noi non è proteso verso il suo fine vero, ultimo ed assoluto. Il disordine è più o meno evidente a seconda della natura e dell’entità dell’errore. La grandezza del fine al quale siamo chiamati mai ci permetterà di ignorarlo o di non esserne all’altezza. Se lo facciamo, procuriamo un danno alla nostra vita e offendiamo Colui che ne è l’autore e il perfezionatore.
Sappiate che il disordine proviene sempre da un’unica causa: il piacere. Siamo stati creati per essere felici. In tutte le nostre facoltà è insita una grande aspirazione alla felicità. Nel nostro pellegrinaggio terreno – lontani da Dio che non vediamo, perché guidati dalla fede e non da una visione chiara – fra le creature che invece vediamo e che ci attirano, ci lasciamo incantare da esse dimenticando Chi non vediamo.
Invece di alimentare l’entusiasmo del cammino con la gioia che scaturisce dal nostro servizio, vogliamo soddisfarci e adagiarci in essa, così il piacere cessa di essere per noi mezzo e diventa fine delle nostre azioni. Il fascino di questa stoltezza ci fa perdere di vista il bene e la frivolezza delle passioni, altera l’ordine della nostra anima.
Il piacere, che ci dovrebbe aiutare a correre rapidi attraverso la creazione, ci lega e diventa come una vischiosità che ci fa ripiegare in noi stessi e ci attacca disordinatamente alle creature. È molto triste e doloroso vedere che rimaniamo indietro o fuori strada o fermi, a motivo di quelle stesse cose che dovrebbero invece agevolare la rapidità della nostra ascesa.
È molto triste e doloroso vedere che una persona consacrata, creata e chiamata all’unione con Dio, si lega invece alle creature. Queste ci affascinano per i loro molteplici piaceri; se li godiamo per trattenerci e riposare in essi, e ci adagiamo a gustarli e riponiamo in essi la nostra pace, la nostra gioia non è più quella del giusto, né quella razionale, ma è la soddisfazione dell’uomo carnale, della natura corrotta, del mondo perverso.
Ogni creatura alla quale ci attacchiamo unicamente per il piacere che troviamo in lei, ritarda il cammino verso Dio e l’unione con Lui. Per nobile che sia tale creatura, per quanto eccellente e soprannaturale possiamo ritenerla, anche se possedesse i più eccelsi doni divini, non essendo comunque altro che un dono di Dio, se ci leghiamo, ci fermiamo e riposiamo in lei, ci fermiamo, ci leghiamo e riposiamo al di fuori di Dio, poiché soltanto Lui deve essere fine del nostro vivere e luogo del nostro riposo.
Canto. Todo por amor
SALMO 18
(a due cori: maschile e femminile)
I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola.
Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.
Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice.
Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.
Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.
Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo.
Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato.
Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.
(Ognuno sottolinea il versetto che più lo interessa)
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Signore, rendici santi come Tu sei santo.
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Concludiamo con una preghiera comunitaria:
Signore, al termine di un altro giorno ti consegniamo la nostra storia: le nostre afflizioni e le nostre gioie, i nostri dubbi e le nostre certezze, sconforti e delusioni. Ti ringraziamo per l'aiuto e il bene ricevuto: la pazienza delle cose irrisolte, la serenità nelle emergenze, la calma negli imprevisti. Non abbandonare chi è solo, allevia le sofferenze di chi è stremato, solleva chi è e oppresso e sfiduciato, sorreggi chi vacilla nella fede. Amen.
Canto eucaristico: Il tuo popolo in cammino.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.
- Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che fin dall’eternità ci ha voluti suoi figli.
- Sia benedetto Gesù che fin dall’eternità ci ha accettato come fratelli e si è offerto per noi.
- Sia benedetto lo Spirito Santo, che fin dall’eternità ha suscitato nel cuore del Padre e del Figlio l’amore oblativo e il perdono per noi.
- Siano benedetti gli angeli fedeli, che fin dall’eternità hanno accettato di proteggerci e di accompagnarci nel pellegrinaggio terreno.
- Sia benedetta Maria, che ha accettato e condiviso il sacrificio del Figlio per amore nostro.
- Siano benedetti i patriarchi e i profeti che hanno accolto la Parola di Dio e ce l’hanno trasmessa.
- Sia benedetto S. Giuseppe e tutti i Santi del cielo, che sono stati fedeli a Dio e c’incoraggiano a imitarli.
- Benedetti noi se, fedeli alle ispirazioni della grazia sapremo vivere e morire restando sempre nel volere di Dio.
- Signore, ti preghiamo di benedire anche chi non ti ama perché non ti conosce, chi non ama i fratelli perché non li riconosce tali, chi si è reso schiavo del maligno e non riesce a liberarsi perché sedotto dal male. Mostra a tutti il tuo Amore Misericordioso. Te lo chiediamo per Gesù nostro fratello e Salvatore. Amen.
Canto finale. Giovane donna