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MARZO 2011

     

 

 

“DOV’E’ IL TUO FRATELLO?”

 

Canto: Davanti al Re

 

ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA EUCARISTICA

 

  • Gesù, ti adoro presente nell’Ostia Santa e in tutti i tabernacoli della terra, prigioniero d’amore, sempre in attesa che qualcuno si ricordi di Te e venga a visitarti.
  • Per quanto tempo hai aspettato anche l’anima mia, per poterti trattenere con lei e, come amico consigliarla, confortarla, benedirla; come medico curarla, come Dio santificarla!
  • Eccomi, Gesù, sono qui, ma la mia mente è ancora turbata dagli accadimenti del giorno, il mio cuore stenta ad entrare nella Tua pace, per poter gustare l’incontro con Te, fonte della vera gioia.
  • Vengo per essere consolato e non ricordo le Tue parole: “Cerco consolatori e non li trovo!” Tu, Gesù, porti il disprezzo di tutto il mondo e io non so accettare una piccola incomprensione. Come posso consolarti se non so amare?
  • Gesù, il mio cuore è qui; lo metto nel Tuo e me ne sto in silenzio, lasciando che la Tua luce lo illumini, il tuo Sangue lo redima, il tuo amore lo risani.

 

(sosta silenziosa nel Cuore di Gesù)

 

ASCOLTIAMO LA PAROLA

 

Dal libro della Genesi (Gen 4:1-15)

 

            Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: «Ho acquistato un uomo con l'aiuto del Signore». Poi partorì ancora Abele, fratello di lui. Abele fu pastore di pecore; Caino lavoratore della terra. Avvenne, dopo qualche tempo, che Caino fece un'offerta di frutti della terra al Signore. Abele offrì anch'egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato, e il suo viso era abbattuto. Il Signore disse a Caino: «Perché sei irritato? e perché hai il volto abbattuto? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!»

            Un giorno Caino parlava con suo fratello Abele e, trovandosi nei campi, Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l'uccise. Il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?» Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?» Il Signore disse: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra». Caino disse al Signore: «Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Tu oggi mi scacci da questo suolo e io sarò nascosto lontano dalla tua presenza, sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, così chiunque mi troverà, mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui». Il Signore mise un segno su Caino, perché nessuno, trovandolo, lo uccidesse.

            Parola di Dio

 

(Pausa di riflessione silenziosa)

 

RIFLETTIAMO INSIEME

 

  • Eva e Adamo mangiando dell’albero della scienza del bene e del male, avevano perso l’innocenza in cui Dio li aveva messi nell’atto creativo. Avevano accolto il consiglio del serpente, avevano corrotto nella disobbedienza il loro cuore e avevano cominciato a sentire pensieri e desideri contrastanti dentro di sé: una parola veniva dall’ispirazione, un’altra dalla tentazione. Era iniziata, nel loro cuore la lotta tra il bene e il male.
  • I loro figli avevano ereditato questa doppia spinta interiore e anche per loro fu difficile l’adesione al bene: Abele preferì esprimere riconoscenza, amore, generosità, stupore e meraviglia nei confronti di Dio, Caino fu dominato da sentimenti di egoismo, di possesso, di avarizia, di ingratitudine, di falsità e soprattutto cominciò a provare invidia nei confronti del fratello.
  • L’invidia, sentimento diabolico, tende a rompere i vincoli di fraternità, creati dall’amore. Così Caino, in un impeto d’ira, altro vizio capitale, si scagliò contro il fratello, che si poneva come controfigura, come specchio in cui si rifletteva la propria immagine e ne evidenziava le differenze e le brutture che si agitavano nel suo cuore.
  • Scatta allora la violenza contro “lo specchio”, contro Abele, che gli mostra la sua identità sgradita a Dio e giunge all’omicidio, o meglio al fratricidio.
  • In Caino, anche dopo l’episodio delittuoso, si nota l’indurimento del cuore, che non porta al pentimento ma alla disperazione: la mente analizza l’accaduto e lo classifica tra le azioni abominevoli, il cuore ne è turbato, ma non giunge al pentimento e alla richiesta di perdono.
  • Come non aveva dato ascolto al consiglio di Dio, che lo invitava a rettificare la sua condotta, per avere l’approvazione del cuore, ora vorrebbe ingannare Dio stesso, dicendo di non sapere dove era suo fratello. (falsità – 8° comandamento). Ma Dio vede e sa e allora,a Caino impenitente, non resta che la fuga da chi avrebbe potuto vendicare Abele, eliminandolo a sua volta.
  • Caino ha paura e fugge. Ma anche in questo momento drammatico della storia dell’umanità, si manifesta la misericordia di Dio, come si era manifestata nel Paradiso terrestre con la promessa del Salvatore: Dio pone su Caino il sigillo di figlio, perché nessuno osi eliminarlo.
  • Dio non rinuncia ai suoi figli, anche se peccatori, e riserva a Sé la giustizia, che terrà conto di tutte le attenuanti, al fine di poterlo salvare, o almeno evitargli un male insopportabile.

 

“Sono forse il guardiano di mio fratello?”

 

  • Ci sembra una frase tanto brutta, ma siamo sicuri che non ci appartenga? Siamo davvero responsabili di tutti i fratelli che ci vivono accanto? Quante povertà, non solo economiche, intercettiamo lungo il nostro cammino! Siamo davvero Samaritani pietosi di tutti questi fratelli?
  • D’accordo, non abbiamo la possibilità di eliminare la povertà dalla terra, ma possiamo riempire la terra d’amore: uno sguardo fraterno, un saluto, una parola non costano nulla, chi lo fa spande fraternità intorno a sé, mette amore, stabilisce relazioni… Piccole cose, ma sono quelle che creano il clima, che rasserenano gli animi, che fanno abbassare le difese, che ci fanno riconoscere come fratelli, che ci fanno uscire dalla solitudine, dall’indifferenza, dall’egoismo.
  • Tu, Signore, tutti i momenti mi chiedi: “Dov’è tuo fratello?” Posso sempre rispondere: “E’ qui con me, è nel mio cuore, mi sto prendendo cura di lui?”. Quante volte invece ho detto: Non posso farci nulla, non tocca a me aiutarlo, deve pensarci lo Stato, la Caritas, i Servizi Sociali…” Forse questo è vero, ma forse Tu, Signore, mi stai chiedendo di orientarli a queste organizzazioni di beneficenza, forse a me chiedi solo di indicare la strada e questo posso farlo.
  • “Dov’è tuo fratello?” E’ qui ai margini della strada, nel mio quartiere, nel mio gruppo, forse nella mia casa… e io mi sto prendendo cura di lui”… Se potrò rispondere questo, Tu, Gesù mi dirai: “L’hai fatto a me. Entra nella gioia del tuo Signore!” E sarà festa di famiglia, festa di figli nella Casa del Padre!

 

 

 

 

 

ATTO PENITENZIALE

 

  • Gesù, tante volte sono passato accanto al fratello e l’ho ignorato, non ho ascoltato la sua richiesta, nel timore che mi coinvolgesse nel suo problema…
  • Avevo fame e non mi hai dato da mangiare.
  • Perdonami, Gesù.

 

  • Gesù, tante volte ho rifiutato di prendermi cura di mia suocera, della zia, del parente che aveva bisogno di assistenza e mi sono giustificato col pretesto che non io ma altri dovevano farlo…
  • Ero malato e tu non mi hai curato.
  • Gesù, perdonami e donami un cuore nuovo.

 

  • Gesù, tante volte ho incontrato quella persona molesta, che mi aveva scaricato addosso tutti i suoi problemi e io ho cambiato strada per non perdere il tempo…
  • Avevo bisogno di condividere con un fratello i miei problemi e tu mi hai evitato.
  • Gesù, perdonami e donami tempo per riparare il tempo che ho veramente perduto.

 

  • Gesù, tante volte, preso dall’ira, ho sfogato in casa il mio rancore, il mio orgoglio ferito, senza badare che c’erano orecchie di bimbi che ascoltavano e cuori che trepidavano di timore…
  • Ero innocente e fiducioso e tu mi hai intimorito e scandalizzato.
  • Gesù, perdonami e cancella dal cuore dei figli e dei nipoti gli esempi cattivi che ho dato loro.

 

DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA

 

  • Caino nei riguardi del fratello fu preso da gelosia e da invidia, sentimenti negativi che, se non sono controllati, portano a commettere azioni gravi. Madre Speranza ce ne parla in relazione all’educazione dei bambini. Ascoltiamola:

 

            Credo che per educare i bambini che la divina Provvidenza ci ha affidato, dobbiamo avere più cuore che scienza, più pazienza che pedagogia ed essere per loro più madri che maestre. E' vero che tante volte dobbiamo punire il bambino come farebbe sua madre, ma non dimentichiamo che lei addolcirebbe il dolore di suo figlio; ossia, unirebbe castigo e gioia. Se faremo così  il bambino dimenticherà presto il dolore del castigo e passerà alla più schietta allegria.

            Gesù ha dato al bambino una memoria molto più labile al dolore che alla gioia; pertanto se uniamo sempre la benignità alla disciplina, il risultato sarà buono, perché le nostre correzioni arrivano più all’anima che al corpo. Allora nei nostri piccoli risplenderanno l’ordine e la disciplina insieme alla gioia e alla fiducia. Non dimentichiamo che se attraverso il castigo brilla il raggio dell’amore, questo trasformerà le lacrime del bambino da perdita in guadagno per il resto della sua vita.

              Mi produce autentica compassione la terribile malattia morale che chiamiamo gelosia!  Le persone colpite da questa insidiosa malattia soffrono una continua pena interiore e piangono amaramente. E se la gelosia produce simile sofferenza negli adulti, cosa non farà nel cuore del bambino? Quanta compassione dobbiamo avere verso questo tenero cuore che, malato di gelosia, è capace delle più grandi sciocchezze. Come comportarsi con questi bambini? Castigarli? No,  al contrario, armiamoci di pazienza e, con grandissima carità e affetto, cerchiamo di far loro comprendere che non c'è motivo per soffrire tanto, che  li amiamo come prima e che, se talvolta li  riprendiamo o castighiamo, è proprio perché li  amiamo e  desideriamo il loro bene.

              Mai dite a queste creature parole dure e tanto meno volgari. Non commettete l'errore di far loro credere che è vero quello che pensano, cioè che non li  amiamo come prima.

              Questo significa comportarsi con pochissima prudenza. Dobbiamo invece fare sì che i bambini trovino in noi autentiche madri, evitando però l'eccessiva confidenza, che molte volte è a discapito del rispetto. Non dimentichiamo, inoltre, che avere delle preferenze può suscitare nell'anima del bambino l'idea dell'ingiustizia, idea che distrugge e spegne la generosità. Sarebbe una rovina per il  bambino che vive l'età dell'innocenza e della fiducia.

              Credo che  dobbiamo assomigliare al buon Maestro, far trasparire in noi la bontà di Gesù e il suo amore per i poveri; che dobbiamo impegnarci instancabilmente a rallegrare i  fratelli, consolare chi è triste, illuminare le povere anime addolorate perchè non conoscono Gesù.

              Dobbiamo essere autentiche madri di chi ha bisogno, senza considerare se volutamente si sono cacciati in una situazione dolorosa. Gesù non si comporta così, né per farci del bene considera se gli saremo riconoscenti o  meno. Poveri noi se, al momento di crearci, avesse tenuto presente le volte che lo avremmo offeso e le nostre innumerevoli  ingratitudini. Egli invece ha rivolto il suo sguardo su di noi solo per colmarci di grazie e amarci con amore infinito.

              Noi dell’Amore Misericordioso impegniamoci per far conoscere a tutti il cammino verso il cielo. Gesù dice di essere geloso, tanto grande è il suo amore per le anime! Egli come contraccambio esige solo il nostro amore; si offende quando glielo neghiamo ed è oltremodo geloso quando glielo diamo solo a metà.

              Le anime sono il bene più prezioso di Gesù e le ha affidate a noi. Dalla sollecitudine o negligenza con cui adempiamo il nostro dovere, dipende la salvezza o la condanna di molti.

              Poveri noi se invece di portare a Gesù le anime gliele allontaniamo, essendo per loro pietre di scandalo! Non dimentichiamo che con l’esempio possiamo fare o molto bene o molto male alle anime, le quali, anche se non sono esperte nelle virtù, riconoscono facilmente chi è virtuoso e valutano immediatamente se una persona consacrata è o meno di spirito.

              E’ vero che alcune anime devono fare sforzi eroici per conservare certe virtù, ma Gesù, che le vede, le aiuterà con la sua grazia. Non dimentichiamo che Egli ama moltissimo quelle anime che, cariche di miserie, si sforzano e lottano per essere come le vuole.

 

IMPEGNO

 

              Gesù, come Caino anch’io mi sono disinteressato di mio fratello e ho detto: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Ora so che Tu mi hai affidato i fratelli e vuoi che io me ne prenda cura. Ebbene, ti prometto che lo farò. Farò attenzione a ogni fratello che incontro, per capire cosa posso fare per lui, secondo le mie reali possibilità. Non voglio più sentirmi dire: “Avevo fame, avevo sete, volevo comunicare con te, volevo raccontarti le mie pene e tu mi hai ignorato”. Apri il mio cuore, Signore, donami occhi capaci di riconoscerti, orecchie capaci di udire la tua richiesta d’aiuto, sensibilità misericordiosa per scomodarmi e soccorrerti in qualunque necessità io ti veda.

 

SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE

 

  • Signore libera il nostro cuore da ogni sentimento negativo.

 

*****************

Canto: Donami, Signore, un cuore nuovo

 

  • Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

 

  • Sia benedetto e lodato il Padre che ci ha dato tanti fratelli.
  • Sia benedetto Gesù, che ci ha riconciliati con il Padre mediante il suo Sangue.
  • Sia benedetto lo Spirito, che crea legami d’amore tra noi e Dio, tra noi e i fratelli.
  • Sia benedetta la Chiesa che ci riunisce in un’unica famiglia.
  • Sia benedetta Maria, che ci ha generati ai piedi della croce.
  • Siano benedetti i santi, che hanno saputo riconoscere Gesù nei poveri.
  • Sia benedetta Madre Speranza che ci ha detto che i poveri sono i beni più preziosi di Gesù.
  • Benedetti noi, se sapremo aprire le orecchie, gli occhi e il cuore, per udire il grido dei poveri e accorrere in loro soccorso.

 

  • Canto finale: Magnificat

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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