Canto d'inizio: Ai tuoi piedi
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU'
Gesù, siamo ai tuoi piedi per riconfermare la nostra fede nella tua presenza reale nell'Ostia santa e, in questo giorno speciale in cui la Santa Chiesa c'invita alla revisione personale e alla riconciliazione, per prepararci alla Pasqua con la giusta disposizione spirituale, vogliamo mettere a nudo la nostra anima, perché Tu la guardi con misericordia, la illumini, le riveli i suoi punti oscuri e dia alla nostra volontà la determinazione ferma di iniziare un cammino sincero di conversione. Noi siamo le creature che Tu ti sei coltivato per tanti anni, alle quali non sono mancate le tue cure più attente, ci hai messo nell'aiuola della tua Congregazione, perché trovassimo il sano nutrimento spirituale, magari un po' indigesto, ma sostanzioso e utile per diventare forti nella fede, certi nella speranza, energici nella carità senza altri limiti che l'impossibilità morale, come la Madre Speranza ci voleva. Ora, guarda con bontà alle nostre incongruenze e, usaci misericordia, ma soprattutto lavora il nostro cuore e rendilo duttile nelle tue mani, perché non ceda a surrogati di comodo, che ci farebbero uscire dal tuo sguardo benedicente. Questa sera ci analizzeremo alla luce del terzo capitolo della Genesi, quello che riporta la caduta dei nostri progenitori. Ci stupiremo ancora per la risposta del Padre alla loro ingratitudine: si è inventato il perdono, ha promesso il Salvatore e il suo Amore è diventato Misericordioso! Padre buono, Amore Misericordioso, manda il tuo Spirito sopra di noi!
Invocazione allo Spirito Santo: Spirito di Dio, scendi su di noi.
LITURGIA PENITENZIALE
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Padre, il serpente si aggira anche intorno a noi, striscia sinuoso e suadente, per portarci lontano dal cammino di fede; e quante volte, anche noi, ci siamo lasciati convincere che ciò che Dio ordina o proibisce non è poi troppo importante, possiamo regolarci a modo nostro, noi siamo saggi, prudenti, siamo adulti, sappiamo cosa scegliere! Quindi ti abbiamo detto: “Dio, Tu stai nel tuo cielo, non ha i nostri problemi…”! E così, accettando la logica del mondo, abbiamo rinunciato alla tua proposta e ci siamo auto convinti che va bene tutto quello che non ci scomoda. Ma così facendo abbiamo rinnovato il dolore che ti diedero i nostri progenitori. Padre, perdonaci.
Promessa: Ti prometto, o Dio, di accettare con umiltà la tua Parola, scomoda ma molto salutare alla mia anima.
Aiutaci, o Dio, a diventare cristiani coerenti e coraggiosi.
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Eva, sedotta dal maligno, s'illuse di diventare Dio. Noi forse non abbiamo questa illusione semplicistica, ma siamo anche noi sedotti dallo spirito del mondo , che deriva dallo stesso alito satanico, che inquinò il giardino di Eden. Anche noi mangiamo del frutto che il mondo ci offre e non ci accorgiamo di trovarci nudi di virtù e di grazia; anche noi intrecciamo cinture di frasi fatte per coprire le nostre scelte sbagliate e nasconderci a Dio. Padre, usaci misericordia e donaci un'altra possibilità.
Promessa: Gesù, voglio impegnarmi a non regolarmi più secondo i criteri del mondo, ma voglio ispirare tutte le mie scelte al tuo Vangelo.
Illumina, Signore, la nostra mente, perché non cadiamo nella tentazione di cogliere il frutto proibito.
Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
“Adamo, dove sei?” Quante volte, Signore, ho sentito anch'io la tua voce che mi chiamava dentro di me e anch'io mi sono nascosto perché mi sentivo nudo di virtù, privo della tua grazia . Anch'io, come Eva, ho preteso di diventare dio al posto tuo, facendomi da me le leggi e il criterio di validità delle mie azioni. E a sostenere questa mia pretesa, adducevo molte giustificazioni: “Siamo nel terzo millennio… Fanno tutti così… La società è cambiata…. Oggi non siamo può nel Medioevo…”…. Ma non sei cambiato Tu, Dio grande e misericordioso, e, pur trovandomi nella stessa situazione dei miei progenitori, sono spinto a fare ciò che essi non fecero: mi prostro ai tuoi piedi e ti dico: “Padre, perdonami, ho peccato contro il cielo e contro di me, non sono più degno di chiamarmi tuo figlio, accettami come tuo umile servo.
Promessa: Ti prometto, Signore, di non ripetere la stoltezza di nascondermi a Te e alla mia coscienza e, ogni volta che sento il tuo richiamo, di gettarmi ai tuoi piedi per chiederti perdono.
Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi, il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Padre, Tu hai maledetto il serpente ma non hai maledetto me che gli ho dato ascolto e hai giurato eterna inimicizia fra lui e la Donna. Quella Vergine veramente saggia è Maria, la Madre di Gesù, che è divenuta anche Madre nostra ai piedi della croce. Grazie, Padre, di averci dato questa nuova Eva, ma perdonaci per tutte le sofferenze che rinnoviamo al suo Cuore santo, ogni volta che ci lasciamo crocifiggere dal peccato, davanti ai suoi occhi materni e misericordiosi.
Promessa: Padre, voglio imprimere nel mio cuore gli occhi supplici di Maria, per non cedere alle seduzioni del maligno e non rinnovarle il dolore di vedere crocifiggere un altro figlio dal peccato.
Maria Mediatrice, Madre mia dolcissima, prega perché io non cada in tentazione.
Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».
Padre Santo, ora capisco perché la donna genera i figli nelle doglie del parto. E' vero che oggi la scienza ha trovato il modo di attenuare il dolore delle doglie, ma nessuno può attenuare la trepidazione di non saperli amare con il tuo stesso Cuore. Perdonaci, Padre, se non abbiamo saputo accettare i figli che ci hai dato, con i loro limiti, e soprattutto se non abbiamo saputo rispettare la loro innocenza, dando loro cattivo esempio.
Promessa: Padre buono, voglio continuare a portare i miei figli nel cuore e li voglio presentare a Te ogni giorno, perché li benedica e dia loro la grazia di essere forti nella fede.
Padre santo, proteggi i nostri figli e non permettere che il nostro peccato ricada su di loro.
All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
Padre giusto, tu pur dandoci la meritata sentenza, non ci hai condannato alla fame a alla sete, mi hai dato la possibilità di lavorare e, con le risorse della mia mente, di rendere più confortevole la vita dei miei cari. Io però non sempre m'impegno in spirito di riparazione, a santificare il lavoro, perché Tu lo renda fruttuoso con la tua benedizione. Perdonami questo mio cattivo rapporto con il lavoro e dammi l'umiltà di accettare la fatica in spirito di penitenza.
Promessa: Prometto di santificare le fatiche quotidiane, offrendole al Signore in riparazione dei miei peccati e di quelli del mondo intero.
Accetta, Padre, il lavoro delle mie mani, l'impegno della mia mente e il logorio del mio corpo, come atto d'amore e di riparazione.
Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì. Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.
Padre buono, Tu, come una tenera madre, hai fatto tuniche di pelle per coprire le nudità dei nostri progenitori, ma la vera tunica che copre ai tuoi occhi le nostre nudità, l'hai fatta con il Sangue prezioso del tuo Figlio diletto, che si è sacrificato per riparare il nostro peccato. Tu ci avevi fatto conoscere solo il bene, noi abbiamo voluto conoscere anche il male e ci siamo rovinati. Ora non vuoi che mettiamo anche le mani sull'albero della vita… ma forse la nostra generazione ce le sta già mettendo e, ammesso che riuscissero a sconfiggere la morte, la terra stessa, senza la tua benedizione, diventerebbe un inferno; ci fabbricheremmo l'inferno con le nostre mani. Signore, perdonaci la presunzione di crearci un paradiso senza di Te , di rinunciare al tuo piano d'amore per noi.
Promessa: Pregherò tutti i giorni per gli uomini di scienza e di governo, perché vivano ed operino nel timore di Dio e al suo servizio.
Signore, non imputare a noi il peccato della nostra società atea e materialista; perdonaci per la parte di responsabilità che abbiamo noi stessi nell'accogliere passivamente le proposte che ci vengono dal mondo, mettendo a rischio la nostra fede. Rendi umili gli scienziati, perché non si credano superuomini e rendi saggi i nostri politici, perché non facciano leggi contrarie alla legge naturale e al Vangelo.
IMPOSIZIONE DELLE CENERI
(Parola del sacerdote)
“Convertitevi e credete al Vangelo”
Canto: Purificami, o Signore.
CONFESSIONI INDIVIDUALI
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GLI EFFETTI DEL PECCATO
Dal libro della Genesi
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Probabilmente Adamo ed Eva capirono la gravità del loro peccato e le sue conseguenze solo quando sperimentarono la violenza del loro primogenito e la sua invidia omicida. Il Signore aveva parlato a Caino e gli aveva detto che se voleva la sua benevolenza e la sua benedizione, bastava che facesse le cose con cuore puro, che si liberasse dall'invidia, ma Caino non ascoltò la voce di Dio e la violenza cominciò a dilagare nel mondo.
Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
Povero Caino, il fratello Abele era per lui un richiamo alla pietà, all'amore filiale verso Dio, ora Abele non c'è più ma il rimorso lo manda ramingo per il mondo e si sente segnato a dito… ma da chi? Dalla sua coscienza. Anche a noi capita la stessa cosa quando manchiamo in materia grave e il rimorso non ci dà tregua, è lì, giorno e notte, come un pungolo continuo. Ma noi possiamo fare ciò che Gesù ci dice per mezzo di Madre Speranza: Anche fossimo i più depravati, se torniamo a Lui con cuore sincero, Egli sarà per noi un Padre e una tenera Madre. Questo ti chiediamo, Signore: Sii per noi un Padre misericordioso e una tenera Madre.
Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
Lamech disse alle mogli: «Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette».
Con Lamec abbiamo la violenza eretta a baluardo della propria superbia: è la legge del più forte, la legge della giungla, ma è anche indice di una grande povertà d'amore. L'uomo che rifiuta Dio non sa amare e perciò non conosce l'amicizia, intorno a sé vede solo nemici da schiacciare per primo, se non vuol essere schiacciato. Avrà riflettuto Lamec? Si sarà convertito? Non lo sappiamo; sono figure bibliche che restano così, senza storia, per indicarci a quale degrado può farci giungere il peccato. Ma sicuramente rifletterono Adamo ed Eva:
Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso». Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.
Noi europei abbiamo la presunzione di derivare da Set, il figlio dato da Dio ad Adamo ed Eva al posto di Abele mite e buono. Ma questa eredità c'impegna a corrispondere alla grazia di Dio, comportandoci secondo il suo volere, accettando il suo progetto d'amore su di noi, anche per lasciare ai figli un eredità santa.
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Preghiamo per i figli, chiedendo a Dio di non far ricadere su di loro le nostre incorrispondenze.
Ad ogni invocazione diciamo: Signore, benedici e santifica i figli che ci hai affidati.
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Canto: Pane del cielo
Sia benedetto il Padre, che con il perdono ci ha ridato la speranza della salvezza.
Sia benedetto Gesù, che con il suo sacrificio, ci ha insegnato che solo l'amore redime.
Sia benedetto lo Spirito Santo, che ci stimola alla conversione e alla riconciliazione.
Benedetta Maria, la nuova Eva, la Donna del sì a Dio.
Benedette tutte le creature del cielo e della terra, che corrispondono all'amore di Dio.
Benedetti noi se sapremo accogliere la salvezza e vivere santamente.
Benedetti i figli, che sapranno resistere al male e portare nel mondo la civiltà dell'amore.