“CONSOLATE, CONSOLATE IL MIO POPOLO…”
Canto eucaristico: Pane del cielo
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’ NELL’OSTIA SANTA
- Gesù, Tu sei il grande Consolatore, l’Amico perfetto, Colui che sta sempre vicino a noi per guidarci e accompagnarci, Tu non ci lasci mai soli, Tu hai promesso di stare sempre con noi, perché senza di Te noi non possiamo fare nulla, ci smarriamo, prendiamo strade pericolose che ci allontanano dalla meta.
- Ma io, Gesù, so stare sempre con Te? Accetto la tua compagnia, accetto il tuo conforto, accetto le parole che Tu sussurri al mio cuore?
- Spesso, Gesù, io non mi accorgo di Te, sono triste e confuso e cerco di trovare giustificazioni alle mie tristezze e magari scarico il mio malumore su chi vive accanto a me, giustificandomi che sono nervoso, preoccupato, pieno di problemi che non so risolvere ….
- E magari cerco l’amico per scaricare su di lui il mo malessere e lui, che non sa risolvere i suoi problemi, magari prova a dirmi quello che farebbe lui, quello che fa lui e così complica ancora di più la mia situazione.
- E non mi accorgo che Tu sei lì, silenzioso, scartato, umiliato in fondo alla mia anima, che bussi perché io ti apra e confidi a Te il miei problemi, a Te che sai tutto di me, che mi ami come solo Tu sai amare, che puoi tirarmi fuori dall’angoscia.
- Perdonami, Signore, perdonami perché non ti permetto di consolarmi, magari vado dallo psicologo ad esporre i miei problemi,considerandolo superiore a Te. Perdonami, Gesù. Perdonami e non mi abbandonare, ti scelgo come mio consigliere ammirabile, come dolcissimo sollievo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dal libro del profeta Isaia (Is 40,1-5)
«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
RIFLETTIAMO INSIEME
Consolare, etimologicamente significa stare con chi è solo perché esca dalla sua solitudine e trovi conforto nell’amicizia, nella fraternità, nelle relazioni sane che confortano il cuore.
Ma cosa posso fare io, povera creatura per colmare un vuoto così profondo, dove trovare parole capaci di giungere nell’intimo e accendere una luce di speranza in fondo al tunnel? Questo lo può fare solo “Il Consolatore perfetto, l’Ospite dolce dell’anima, il dolcissimo Sollievo”, solo Lui conosce le vie dell’anima e sa quale cura dare per guarire ogni disagio umano.
Questa consapevolezza non mi dispensa dal fare tutto il possibile per esercitare la carità misericordiosa in qualunque forma si presenti ma, vista la mia impotenza, devo sempre associarmi allo Spirito Santo, in modo da essere il canale della sua potenza, della Sua grazia, del Suo amore.
La situazione che viviamo a motivo della pandemia e di tanti altri problemi associati e conseguenti, produce disagi e sconforto in tanti che vivevano già un’economia precaria e adesso non hanno prospettive di miglioramento. La mancanza di progettualità paralizza l’entusiasmo e ci blocca nell’immobilismo. Questa situazione richiede molta capacità di sopportazione, molto spirito di sacrificio ma ci sensibilizza verso la carità operosa. Per gli adulti allenati al sacrificio lo stato di stallo può favorire anche la riflessione profonda e può aiutarci a ritrovare noi stessi, ma i giovani e soprattutto gli adolescenti si sentono bloccati e senza speranza e cedono alla depressione.
Tutti questi problemi affliggono le famiglie sotto tutti i punti di vista e molti sono quello che, insieme alla fiducia perdono anche la speranza.
E’ un momento di prova; il Signore in Isaia ci dice che abbiamo ricevuto dalla mano del Signore il doppio di tutti i nostri peccati. Se questo serve o viene vissuto come riparazione della nostra tiepidezza religiosa, della nostra anemia spirituale, è cosa buona, ma dobbiamo chiedere al Signore che venga a guarirci, che venga a riaccendere la speranza nei nostri cuori, che ridia slancio al nostro impegno cristiano, concretezza alla nostra fede, prova di vero amore anche nelle ore difficili. Ma subito dopo sentiamo l’annuncio che ci invita a preparare le vie del Signore, perché Egli sta per venire e vuole trovare le vie del nostro cuore sgombre da tutto ciò che le intasa: sfiducia, paura, disperazione, rabbia, ribellione … tutte queste montagne devono essere abbassate: la sfiducia si abbassa con la fiducia, la paura con il coraggio, la disperazione con la speranza, la rabbia con la pazienza, la ribellione con l’accettazione e sicuramente se ognuno di noi farà il suo lavoro di rendere piana la via del suo cuore, Dio verrà e non tarderà e con Lui vedremo riaccendersi la speranza e la gioia.
Canto. Gioia
PREGHIRA LITANICA
Signore, che ami di amore di predilezione i poveri provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione i deboli provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione i piccoli provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione i fragili provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione gli indifesi provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione gli orfani provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di predilezione gli oppressi provvedi alla loro vita
Signore, che ami di amore di attesa i giovani manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore di attesa i confusi manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore di attesa gli indecisi manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore di attesa gli ingannati manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore di attesa gli ignoranti manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore di attesa i ricattati manda loro il tuo Spirito
Signore, che ami di amore sofferente gli alcolizzati liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i drogati liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente gli omicidi liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i suicidi liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i ribelli liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i gaudenti liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i ladri liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i bugiardi liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i traditori liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente gli spregiudicati liberali, Signore
Signore, che ami di amore sofferente i depravati liberali, Signore
Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi, il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
ASCOLTIAMO PAPA FRANCESCO
Iniziamo oggi una nuova serie di catechesi, sul tema della speranza cristiana. E’ molto importante, perché la speranza non delude. L’ottimismo delude, la speranza no! Ne abbiamo tanto bisogno, in questi tempi che appaiono oscuri, in cui a volte ci sentiamo smarriti davanti al male e alla violenza che ci circondano, davanti al dolore di tanti nostri fratelli. Ci vuole la speranza! Ci sentiamo smarriti e anche un po’ scoraggiati, perché ci troviamo impotenti e ci sembra che questo buio non debba mai finire. Ma non bisogna lasciare che la speranza ci abbandoni, perché Dio con il suo amore cammina con noi. “Io spero, perché Dio è accanto a me”: questo possiamo dirlo tutti noi. Ognuno di noi può dire: “Io spero, ho speranza, perché Dio cammina con me”. Cammina e mi porta per mano. Dio non ci lascia soli. Il Signore Gesù ha vinto il male e ci ha aperto la strada della vita. Lasciamoci insegnare dal Signore cosa vuol dire sperare. Ascoltiamo quindi le parole della Sacra Scrittura, iniziando con il profeta Isaia, il grande profeta dell’Avvento, il grande messaggero della speranza. Nella seconda parte del suo libro, Isaia si rivolge al popolo con un annuncio di consolazione: «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio […] Dio Padre consola suscitando consolatori, a cui chiede di rincuorare il popolo, i suoi figli, annunciando che è finita la tribolazione, è finito il dolore, e il peccato è stato perdonato. È questo che guarisce il cuore afflitto e spaventato. Perciò il profeta chiede di preparare la via al Signore, aprendosi ai suoi doni e alla sua salvezza. La consolazione, per il popolo, comincia con la possibilità di camminare sulla via di Dio, una via nuova, raddrizzata e percorribile, una via da approntare nel deserto, così da poterlo attraversare e ritornare in patria. Perché il popolo a cui il profeta si rivolge stava vivendo la tragedia dell’esilio a Babilonia, e adesso invece si sente dire che potrà tornare nella sua terra, attraverso una strada resa comoda e larga, senza valli e montagne che rendono faticoso il cammino, una strada spianata nel deserto. Preparare quella strada vuol dire dunque preparare un cammino di salvezza e di liberazione da ogni ostacolo e inciampo. L’esilio era stato un momento drammatico nella storia di Israele, quando il popolo aveva perso tutto. Il popolo aveva perso la patria, la libertà, la dignità, e anche la fiducia in Dio. Si sentiva abbandonato e senza speranza. Invece, ecco l’appello del profeta che riapre il cuore alla fede. Il deserto è un luogo in cui è difficile vivere, ma proprio lì ora si potrà camminare per tornare non solo in patria, ma tornare a Dio, e tornare a sperare e sorridere. Quando noi siamo nel buio, nelle difficoltà non viene il sorriso, ed è proprio la speranza che ci insegna a sorridere per trovare quella strada che conduce a Dio. Una delle prime cose che accadano alle persone che si staccano da Dio è che sono persone senza sorriso. Forse sono capaci di fare una grande risata, ne fanno una dietro l’altra, una battuta, una risata … ma manca il sorriso! Il sorriso lo dà soltanto la speranza: è il sorriso della speranza di trovare Dio. La vita è spesso un deserto, è difficile camminare dentro la vita, ma se ci affidiamo a Dio può diventare bella e larga come un’autostrada. Basta non perdere mai la speranza, basta continuare a credere, sempre, nonostante tutto. Quando noi ci troviamo davanti ad un bambino, forse possiamo avere tanti problemi e tante difficoltà, ma ci viene da dentro il sorriso, perché ci troviamo davanti alla speranza: un bambino è una speranza! E così dobbiamo saper vedere nella vita il cammino della speranza che ci porta a trovare Dio, Dio che si è fatto Bambino per noi. E ci farà sorridere, ci darà tutto! Proprio queste parole di Isaia vengono poi usate da Giovanni il Battista nella sua predicazione che invitava alla conversione. Diceva così: «Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore» (Mt 3,3). È una voce che grida dove sembra che nessuno possa ascoltare - ma chi può ascoltare nel deserto? - che grida nello smarrimento dovuto alla crisi di fede. Noi non possiamo negare che il mondo di oggi è in crisi di fede. Si dice “Io credo in Dio, sono cristiano” – “Io sono di quella religione…”. Ma la tua vita è ben lontana dall’essere cristiano; è ben lontana da Dio! La religione, la fede è caduta in una espressione: “Io credo?” – “Sì!”. Ma qui si tratta di tornare a Dio, convertire il cuore a Dio e andare per questa strada per trovarlo. Lui ci aspetta. Questa è la predicazione di Giovanni Battista: preparare. Preparare l’incontro con Gesù che ci ridonerà il sorriso.
SALMO 22. (maschi e femmine)
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
(Sottolineiamo il versetto che ci ha colpito)
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA (El Pan 8,488-490)
Una di voi mi dice: "Madre, io non so cosa mi succede, però certamente non sento quell'amore, né quelle consolazioni delle quali lei parla".
Figlia mia, ricorda che se ancora rimani fredda nonostante il contatto con il tuo Dio è senza dubbio perché i tuoi occhi, come quelli dei discepoli di Emmaus, sono chiusi e oppressi da una forza strana che non ti permette di riconoscerlo. La tua fede è cieca, anche se forte nella professione; è come offuscata, come uno specchio velato dalla polvere di molti anni. Figlia mia, ravviva la fede nel raccoglimento e ricorda che, anche se oscura nell'essenza, la fede può giungere ad essere tanto viva da produrre, non soltanto la certezza, ma anche l'impressione sensibile della presenza di Dio. Migliaia di anime sante lo esperimentano ricevendo la sacra Eucaristia. Quale fonte di delizie s'incontra nell'Eucaristia, figlie mie! L'Eucaristia è il dono più prezioso che poteva farci Dio, perché non soltanto è il cammino che ci conduce al cielo, nel seno di Dio termine e compimento dell'ordine soprannaturale, ma è anche in sintesi questo stesso ordine, la copia più felice di quel mondo del divino, di quella beatitudine superiore ad ogni diritto e ad ogni capacità della natura creata che consiste nel vedere Dio in se stesso e nel possederlo eternamente
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Signore, noi, povere creature, chiediamo a Te consolazione e non pensiemo che il vero abbandonato da consolare sei Tu, solo nei tabernacoli delle chiese sparse nei campi ma solo anche nei tabernacoli delle grandi cattedrali delle nostre metropoli. Tutti ti passano accanto distratti e non sentono il richiamo dolce della tua voce che vorrebbe un saluto, magari per aiutarti ad affrontare i tuoi problemi, ma noi pensiamo di doverli risolvere da soli. Che errore!
Ad ogni invocazione diciamo: Gesù, rendici capaci di consolare.
Concludiamo con la Preghiera alla Vergine della Consolazione
O Vergine della Consolazione, oggi ti prego di fare una carezza rigenerante a tutte le persone che portano nel cuore la tristezza e la solitudine e a tutte le persone che faticano a tenere sulle spalle la loro croce, sulle orme del tuo figlio Gesù. Amen.
Canto eucaristico: Adoro Te
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna
Sia Benedetto il Padre che ci ama di amore infinito
Sia benedetto Gesù che rimane sempre con noi per non lasciarci soli
Sia benedetto lo Spirito Santo, consolatore perfetto.
Sia benedetta Maria Vergine della consolazione
Siano benedetti gli angeli che hanno saputo consolare Gesù nell’ora dell’afflizione
Benedetti i nostri custodi che ci assistono notte e giorno senza chiederci nulla in cambio
Siano benedetti tutti i Santi che hanno saputo consolare Gesù negli afflitti della terra.
Canto finale: Salve Regina