FALSIFICAZIONE DELLA SANTITA’
Canto eucaristico: Adoro Te
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’
- Gesù, crediamo che Tu sei presente sull’altare e in mezzo a noi. Le tue parole sono spirito e vita, ma noi siamo distratti, non avvertiamo la Tua presenza e siamo più attenti a salutare gli amici che a salutare Te, ospite divino, che ti rallegri nel vederci e ti mortifichi vedendo che non ti salutiamo con amore, con entusiasmo, con slancio del cuore
- Gesù, la materia prevale sullo spirito, il corpo sull’anima, la sensibilità sul dovere amoroso. Perdonaci, Tu lo sai che facciamo fatica ad entrare dentro al nostro cuore per incontrarti, facciamo fatica a raccoglierci nell’intimo per sentire la tua voce e sperimentare la tua presenza, sono pochi gli attimi che sappiamo darti e Tu aspetti paziente.
- Ma eccoci, Gesù, ora ci siamo, entra Tu nel nostro cuore e orientalo potentemente verso di Te, Bene supremo della nostra anima e del nostro corpo. Ci ricordiamo di Te solo quando abbiamo bisogno ma Tu, come un padre e una tenera madre, ci compatisci e sei contento di darci quello che ti chiediamo. Quante grazie ci concedi anche se non le meritiamo. Grazie di esserci, grazie di avere il Cuore che hai, grazie perché non sei come noi, grazie perché ci ami nonostante tutto.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dal Vangelo di S. Giovanni ap. (Gv 9,13-22)
13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.
RIFLETTIAMO INSIEME
I Farisei non credono al cieco guarito. In realtà non è che non credono ma non vogliono credere neanche all’evidenza. Per loro era meglio che l’uomo rimanesse cieco, piuttosto che Gesù venisse glorificato. L’invidia e il pregiudizio ci rende spesso ingiusti ed egoisti.
- Non c’è nulla di più pericoloso del pregiudizio. Il pregiudizio è una lente deformante che mettiamo davanti ai nostri occhi, che ci fa vedere le cose deformate e ce ne rende terribilmente sicuri. La scienza dei santi è diversa. Il santo denuncia e condanna il peccato ma non il peccatore.
- La coscienza di ognuno la vede solo Dio, Lui solo può emettere un giudizio di approvazione o di condanna.
- Quando ci accade di fare giudizi temerari o farisaici è bene chiedere perdono all’interessato e rettificare il nostro giudizio alle persone a cui l’abbiamo comunicato. Gesù è stato sempre sotto i riflettori deformanti dei farisei ma solo raramente, per amore della verità, ha detto loro il danno che si facevano con tali giudizi mentali e pratici
- Ma chi sono i farisei? Farisei siamo noi quando chiudiamo il giudizio di Dio dentro i nostri schemi mentali, quando nascondiamo i veri motivi del nostro agire dietro leggi di comodo, ingiuste o inadeguate al caso.
- Gesù ha guarito un cieco, quindi ha fatto un’opera buona, essi ne fanno motivo di condanna non per un sentimento puro ma per un sentimento di invidia.
- Il cuore dell’uomo si può aprire al bene o al male, spesso il tentatore traveste il male da bene, ma l’uomo intelligente e libero, dovrebbe saper riconoscere l’insidia e rimandarlo al mittente.
- Se non lo facciamo possiamo restare irretiti nel tranello diabolico. E’ quello che sta succedendo oggi per i valori morali che stiamo calpestando dietro presunte esigenze di sensibilità religiose diverse a cui sacrificare anche la nostra identità culturale e religiosa. Signore, aiutaci a fare discernimento.
Canto: Preghiera
ASCOLTIAMO PAPA FRANCESCO
In questo quadro, desidero richiamare l’attenzione su due falsificazioni della santità che potrebbero farci sbagliare strada: lo gnosticismo e il pelagianesimo. Sono due eresie sorte nei primi secoli cristiani, ma che continuano ad avere un’allarmante attualità. Anche oggi i cuori di molti cristiani, forse senza esserne consapevoli, si lasciano sedurre da queste proposte ingannevoli. In esse si esprime un immanentismo antropocentrico travestito da verità cattolica. Vediamo queste due forme di sicurezza dottrinale o disciplinare che danno luogo «ad un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente».
Lo gnosticismo suppone «una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti».
Grazie a Dio, lungo la storia della Chiesa è risultato molto chiaro che ciò che misura la perfezione delle persone è il loro grado di carità, non la quantità di dati e conoscenze che possono accumulare. Gli “gnostici” fanno confusione su questo punto e giudicano gli altri sulla base della verifica della loro capacità di comprendere la profondità di determinate dottrine.
Neppure si può pretendere di definire dove Dio non si trova, perché Egli è misteriosamente presente nella vita di ogni persona, nella vita di ciascuno così come Egli desidera, e non possiamo negarlo con le nostre presunte certezze. Anche qualora l’esistenza di qualcuno sia stata un disastro, anche quando lo vediamo distrutto dai vizi o dalle dipendenze, Dio è presente nella sua vita. Se ci lasciamo guidare dallo Spirito più che dai nostri ragionamenti, possiamo e dobbiamo cercare il Signore in ogni vita umana. Questo fa parte del mistero che le mentalità gnostiche finiscono per rifiutare, perché non lo possono controllare.
Frequentemente si verifica una pericolosa confusione: credere che, poiché sappiamo qualcosa o possiamo spiegarlo con una certa logica, già siamo santi, perfetti, migliori della “massa ignorante”. San Giovanni Paolo II metteva in guardia quanti nella Chiesa hanno la possibilità di una formazione più elevata dalla tentazione di sviluppare «un certo sentimento di superiorità rispetto agli altri fedeli». In realtà, però, quello che crediamo di sapere dovrebbe sempre costituire una motivazione per meglio rispondere all’amore di Dio, perché «si impara per vivere: teologia e santità sono un binomio inscindibile».
LA PAROLA A MADRE SPERANZA
La Superiora che pretende di sapere tutto, si rimpicciolisce nel suo scarso valore individuale e vede le cose parzialmente. La Superiora che considera giuste le sue idee e disprezza quelle delle figlie, dimostra molta superbia, poca prudenza e nessuna virtù.
Ci sono delle Superiore che non accettano di buon animo gli avvertimenti e le osservazioni delle figlie con la scusa che sono ancora delle bambine e non hanno diritto di controllare un superiore. Quanto sono cieche queste Superiore! Quanto poco conoscono il progresso nella vita spirituale! Ci sono stati dei santi che desideravano trecento guardiani e cento Superiori che li obbligassero a contraddire la propria volontà, li guidassero come bambini e li aiutassero a correggere i propri difetti.
Le Superiore frivole, orgogliose, con poco criterio e soddisfatte di sé credono di non aver bisogno di alcun consiglio. Non chiedono il parere dei Superiori maggiori e tanto meno quello del Consiglio locale. Guai ad esse che ignorano ciò che dice lo Spirito Santo: «Non confidare nella tua prudenza, perché è più debole di una canna». El Pan 4,23-29
Mediante la grazia attuale potremo perseverare nel bene durante tutta la vita, fino all'ora della nostra morte. Ma a tal fine è necessario resistere alle tentazioni, che assalgono anche le anime giuste e sono spesso tanto forti che non si potrebbero vincere senza l'aiuto di Dio. Per questa ragione il buon Gesù, nel suo discorso durante l'ultima cena, raccomandò tanto ai suoi apostoli, e attraverso di essi a noi, di vigilare e pregare per non cadere nelle tentazioni, ossia di non fidarsi mai delle proprie forze, ma di confidare nella sua grazia. El Pan 16,51
Canto: Benedici il Signore
PREGHIERA LITANICA
- Signore, ci sono tanti farisei anche oggi nel nostro mondo, nella nostra Chiesa, nei nostri gruppi, persone che si nascondono dietro la legge per criticare e condannare il prossimo.
- Signore, illumina i loro cuori perché vedendo la verità del fratello non lo umilino con i loro giudizi avventati e senza carità.
- Signore, il pregiudizio radica in molti cuori, perché il tentatore sa travestire i suoi sentimenti di invidia e di gelosia in atti di giustizia secondo la legge.
- Gesù, aiutaci a non essere noi gli stolti che non sanno capire i sentimenti che si agitano nei nostri cuori, e diventare a nostra volta farisei spietati.
- Gesù, Tu hai avuto molta pazienza quando sei vissuto tra noi, ci hai corretti con carità, non ti sei preso le rivincite denunciando apertamente quello che vedevi, noi, invece crediamo che denunciando a nostra volta quelli che pretendono correggerci agiamo perfettamente.
- Gesù, donaci la vera carità, che giustifica sempre l’intenzione, accordando il beneficio del dubbio, quando non può giustificare l’azione.
- Gesù, i nostri sentimenti non sono sempre limpidi e puri, spesso l’invidia fa capolino tra i nostri pensieri, spesso la gelosia ci getta nel vittimismo.
- Aiutaci, Gesù, a non confrontarci con nessuno, ad accettarci con le nostre povertà e i nostri limiti, aiutaci a compiacerci del bene che vediamo nei fratelli.
- Signore, i farisei sono stati il tuo tormento, non vorremmo essere noi quelli che oggi continuano a trovare cavilli per accusarti, per disprezzarti, per non vedere nelle grandi opere che Tu continui a operare ogni giorno.
- Ascolta, o Padre santo, la nostra preghiera degli umili. Donaci un linguaggio mite, che non conosca i frèmiti dell'orgoglio e dell'ira. Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male. Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode. A te sia gloria, o Padre, al Figlio e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Signore, donaci l’umiltà del cuore
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Preghiera per chiedere l’umiltà
O Gesù, quando eri Pellegrino sulla Terra hai detto: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete il riposo delle anime vostre". O Potente Sovrano del Cielo, l'anima mia trova il riposo nel vederti,rivestito della forma e della natura di schiavo, abbassato fino a lavare i piedi ai tuoi apostoli. Ricordo le parole che hai pronunciato per insegnarmi a praticare l'umiltà: "Vi ho dato l'esempio, affinché facciate voi stessi ciò che ho fatto io. Il discepolo non è più grande del Maestro... Se voi comprendete ciò, sarete felici nel praticarlo". Le comprendo, Signore, queste parole uscite dal tuo Cuore dolce ed umile: voglio praticarle con il soccorso della tua grazia. Voglio abbassarmi umilmente e sottomettere la mia volontà a quella dei miei fratelli, non contraddicendoli in nulla e senza ricercare se hanno o no il diritto di comandarmi. Nessuno, o mio Amato, aveva questo diritto verso di te, e tuttavia hai obbedito non soltanto alla Santa Vergine e a San Giuseppe, ma anche ai tuoi carnefici. Adesso è nell'Ostia che ti vedo portare al colmo il tuo annientamento. Quanta è la tua umiltà, o divino Re di Gloria, nel sottometterti a tutti i tuoi sacerdoti senza fare alcuna distinzione tra coloro che ti amano e coloro che, ahimé, sono tiepidi o freddi nel tuo servizio! Alla loro chiamata tu discendi dal cielo. Essi possono anticipare o ritardare l'ora del Santo Sacrificio; tu sei sempre pronto!
O mio Amato, come mi appari dolce ed umile di cuore sotto il velo della bianca Ostia! Non puoi abbassarti di più per insegnarmi l'umiltà. Così, per rispondere al tuo amore, voglio desiderare che i miei fratelli mi mettano sempre all'ultimo posto e persuadermi davvero che questo è il mio posto. Ti supplico, mio Divin Gesù, di mandarmi una umiliazione ogni volta che cercherò di elevarmi sopra gli altri. Lo so, o mio Dio: tu abbassi l'anima orgogliosa, ma dai una eternità di gloria a quella che si umilia: voglio dunque mettermi in ultima fila, condividere le tue umiliazioni per "aver parte con te" nel regno dei Cieli.
Ma, Signore, la mia debolezza ti è nota: ogni mattino prendo la risoluzione di praticare l'umiltà e la sera riconosco che ho commesso ancora tante mancanze di orgoglio. A questa vista sono tentata di scoraggiarmi, ma so che lo scoraggiamento è anch'esso orgoglio: voglio quindi, o mio Dio, fondare la mia speranza su Te solo. Giacché tu puoi tutto, degnati di far nascere nell'anima mia la virtù che desidero. Per ottenere questa grazia dall'infinita tua misericordia, ti ripeterò molto spesso: "O Gesù, dolce ed umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo. Amen.
Canto eucaristico: Davanti al Re
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna
- Sia benedetto Dio Padre e Creatore del cielo e della terra, nostro Padre misericordioso.
- Benedetto Gesù, Figlio diletto del Padre, che poteva dire: “Chi vede me vede il Padre.
- Benedetto lo Spirito, che lega con vincoli indissolubili il Padre al Figlio in un solo amore.
- Benedetta Maria, umile Ancella del Signore, che ha attirato lo sguardo divino su di sé.
- Benedetti gli angeli fedeli che hanno accettato di servire il Signore in tutto.
- Benedetti i santi che hanno umiliato la loro mente accettando la volontà di Dio, sempre.
- Benedetta la nostra Madre Speranza che ripeteva spesso: “Si compia, Dio mio la tua divina volontà anche se non la capisco”.
- Benedetti noi se capiremo, finalmente, che senza di Lui noi non possiamo fare nulla.
Canto finale: Salve Regina