LA LABORIOSITA’
Canto eucaristico: Ai tuoi piedi
- Gesù,Tu che con il Padre e lo Spirito Santo hai creato l’universo, riempiendolo di meraviglie e hai approvato l’opera delle tue mani pensando a noi che ne avremmo goduto, insegnaci a metterci al servizio degli altri, col solo desiderio di farli felici.
- Gesù, voglio ringraziarti con le parole della nostra Madre Speranza: “Gesù mio, aiutami perché ti possa dare quanto mi chiedi e che in tutti i momenti della mia vita io non faccia altro che la tua divina volontà. E’ certo che sono molto povero, però quanto sono felice, Gesù mio, di possedere:
- una libertà per offrirtela,
- un cuore per amarti,
- un’intelligenza per occuparmi di Te,
- una voce per parlare di Te ai miei fratelli,
- sensi per sacrificarli per Te,
- un corpo per sottometterlo a tutte le sofferenze che Tu voglia mandarmi,
- un tempo più o meno lungo per servirti per mezzo dell’esercizio della carità e infine
- un’eternità per amarti ininterrottamente.
- Insegnaci, Signore, a non sciupare il tempo in cose vane, insegnaci ad essere equilibrati anche nel giusto svago. Accogli come atti d’amore i nostri respiri, i battiti del nostro cuore, i passi che facciamo, il lavoro e la fatica che esso comporta.
- Gesù, Tu anche dopo la risurrezione sei rimasto silenzioso ma più operoso che mai nel tabernacolo, insegnaci a far tutto per amore tuo e del prossimo, senza aspettarci riconoscenza e gratitudine, felici solo di amarti nei fratelli.
- Gesù, tienici uniti a Te come il tralcio alla vite, perché possiamo produrre frutti di bene e servire i poveri con amore.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dal Vangelo di S. Matteo (Mt 20:1-7)
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
Dalla seconda lettera ai Tessalonicesi (2Ts 3:6-12)
Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi. Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.
RIFLETTIAMO SULLA PAROLA
- Gesù, in questo nostro tempo di crisi, ti preghiamo innanzitutto per i disoccupati, per quelli che non possono provvedere alle loro famiglie e sono esposti al rischio della disperazione. Aiutali, Signore, perché sappiano fare di questa forzata improduttività, offerta paziente e fiduciosa a Te, per produrre i beni maggiori, quelli della vita eterna.
- Spiritualmente parlando, forse alcuni di noi hanno perso tempo prezioso ad oziare o dando tempo ed energie a cose vane. Non avevamo risposto al tuo invito ad andare a lavorare nella tua vigna. Ma ora vogliamo impegnarci a recuperare il tempo perduto, lavorando a perfezionarci nell’amore con alacrità e generosità.
- Tu, Gesù, eri con il Padre quando creavate l’universo e continuamente intervieni per riparare ciò che il peccato rovina, affinché ai tuoi figli non manchi l’aria per respirare, l’acqua per dissetarsi, il cibo per nutrirsi, i vestiti per coprirsi, una casa dove abitare … dimostrando così il Tuo immenso amore per noi. Insegnaci ad essere non solo operosi ma pazienti, premurosi, attenti, servizievoli, gentili verso i fratelli che hanno bisogno del nostro servizio.
- Gesù, Tu chiami a tutte le ore: nella fanciullezza, nella gioventù, nell’età matura, vuoi non solo che la tua vite produca frutti buoni, ma vuoi inserirci in Te, perché come tralci ben saldi portiamo frutti di vita e ad ogni Eucaristia mandi linfa buona al nostro cuore, perché produca frutti di Amore Misericordioso nel nostro mondo che tanto ne ha bisogno.
- Gesù, alla sera della mia vita, quando Tu mi darai la ricompensa, non badare a ciò che avrei dovuto fare, ma accogli con compiacenza il poco che sono riuscito a produrre e donami ugualmente la moneta preziosa: il tuo Regno, dove finalmente, libero dal peso del corpo e al riparo dalle tentazioni, possa godere dell’incanto del tuo volto e gustare le dolcezze del tuo amore per l’eternità.
Canto:E quando in ciel
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Parabola degli operai della vigna
Consideriamo la parabola degli operai della vigna. Dio premia secondo i meriti. Il regno dei cieli è simile ad un uomo, padre di famiglia (cioè Dio), il quale uscì di buon mattino ma anche verso mezzogiorno e nel pomeriggio, cioè a tutte le età degli uomini, per chiamare operai per la sua vigna (cioè a collocare ciascuno nello stato prestabilito per lui). Uscì anche verso sera e trovò altri che stavano sfaccendati e disse loro: “Perché ve ne state tutto il giorno oziosi?” Perché il Signore non vuole che passiamo il tempo nell’ozio, dal momento che niente è meno nostro del tempo, perché viene l’ora in cui finisce quando meno ce lo aspettiamo. (Essendo già tardi dopo la morte).
Disse il padrone della vigna (Cristo nostro Signore che è colui che dà la ricompensa): “Chiama gli operai e paga loro la giornata” . Lo stipendio non si dà agli oziosi ma agli operai che hanno lavorato, e invece diede la stessa paga ai primi come agli ultimi, perché il Signore non premia i giusti solo in vista del tempo che hanno lavorato, ma principalmente per la purezza d’intenzione, per il fervore del cuore e per lo zelo nelle opere.
Arrivati gli operai a ricevere il salario, mormoravano dicendo: “Noi abbiamo sopportato il peso dell’intera giornata e del caldo, mentre questi ultimi non hanno lavorato altro che un’ora e li ha trattati come a noi”. Quelli che parlano così, figlie mie sono i vecchi tiepidi che lodano il loro operato, disprezzando quello dei giovani, anche se questi sono più perfetti, e credono di meritare una ricompensa maggiore, solo in vista del tempo impiegato nella vigna del Signore e non alla perfezione delle opere; ma Dio ricompensa molto il fervore delle opere, tanto che questo comportamento provocherebbe invidia nei fortunati e giusti, se fossero capaci di tanto.
Gesù disse: “Molti sono i chiamati e pochi gli eletti”; molti quelli che sembrano lasciare tracce di santità ma poi sono tiepidi; molti i chiamati alla fede e pochi quelli che non si oppongono.
Ricordiamo sempre che il merito, per ottenere il salario della nostra salvezza, sta nelle nostre mani, dal come rispondiamo alla chiamata di lavorare nella vigna del nostro Dio, e la chiamata ci viene fatta sempre perché i raggi del sole di giustizia, Cristo Gesù, sempre pressano alla finestra della nostra anima ed entrano se noi non la chiudiamo. Non dimentichiamo neanche che il tempo del merito è la vita presente, mentre siamo viandanti, prima della morte e che la causa del merito, figlie mie, è la bontà del nostro Dio e che il premio corrisponde più alla perfezione che alle opere, al numero o alla durata delle stesse.
Dio chiamando sempre anche l’uomo che non fa nulla per guadagnare il salario eterno, si mostra infinitamente buono e misericordioso e dando loro la ricompensa secondo la perfezione delle opere anche se hanno lavorato solo dall’undicesima ora, è infinitamente giusto.
Non dimentichiamo, figlie mie, che la pigrizia degli operai oziosi si supera con la diligenza e lo zelo e che l’invidia degli operai lamentosi si vince con la carità. (Madre Speranza “Meditiamo il Vangelo”)
Canto: Il Signore è il mio pastore
ELOGIO ALLA DONNA FORTE (Pro 31:10-31)
(Leggiamo a cori alterni)
Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto.
Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.
Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste.
Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle sue domestiche.
Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.
È soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la sua lucerna.
Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.
Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.
Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.
Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti.
Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese.
Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al mercante.
Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell'avvenire.
Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.
Sorveglia l'andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne l'elogio:
«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!».
Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.
Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.
(Sottolineiamo liberamente qualche versetto che ci tocca maggiormente)
Canto: Simbolum
PREGHIERA LITANICA
- Per gli uomini politici, messi al servizio del popolo perchè facciano leggi a partire dagli ultimi.
- Illuminali, Signore, metti nei loro cuori la tua misericordia.
- Per i medici che hanno in mano la vita nella fragilità della malattia, perché siano attenti e premurosi, vedendo in ogni malato la tua presenza.
- Illuminali, Signore…
- Per i genitori, che hanno accolto da Dio il dono della vita dei loro figli, perché capiscano la grande responsabilità che è stata loro affidata di educare dei figli di Dio, in nome di Dio.
- Illuminali, Signore…
- Per gli insegnanti che aiutano i genitori nel compito educativo dei loro figli, perché assolvano con coscienza la loro missione e non cedano alle deviazioni del nostro tempo.
- Illuminali, Signore…
- Per i sacerdoti, che affiancano la famiglia umana nell’inserimento sempre più profondo in Dio e nella conoscenza del Vangelo, perché assolvano alla loro missione con vero zelo apostolico.
- Illuminali, Signore…
- Per i catechisti, che accompagnano i bambini nella preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, perché siano figure autorevoli, che lasciano una traccia di luce nei bambini.
- Illuminali, Signore…
- Per i consacrati, chiamati per vocazione divina ad orientare a Dio il popolo cristiano, perché coerenti con il loro mandato, edifichino i fratelli con una vita profondamente inserita in Dio.
- Illuminali, Signore…
- Per i giovani che si orientano al matrimonio o alla loro specifica chiamata vocazionale, perché si preparino con vero impegno a offrire la loro vita a Dio, secondo il loro stato.
- Illuminali, Signore…
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Manda su di noi, Signore, il tuo Santo Spirito
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Concludiamo insieme con alcune preghiere della nostra Madre Speranza:
- Fa’, Gesù mio, che la Congregazione cresca sempre più per le radici delle virtù che non per i rami delle fondazioni.
- Gesù mio, tienimi vicino, molto vicino a Te, perché in Te solo possa trovare diletto e gioia. Entra nella mia anima e fammi entrare in Te.
- Madre mia, come una volta hai unito, con tutta l’anima, la tua preghiera a quella del tuo Santissimo Figlio, così ora implora dal suo amore e misericordia la pace desiderata, insieme con il trionfo del suo Amore Misericordioso
Canto eucaristico: Resta con noi, Signore
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Dio sia benedetto. Benedetto il suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima. Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il Nome di Maria Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
Canto finale: Cristo è risorto veramente