FU CROCIFISSO, MORI’ E FU SEPOLTO
Canto eucaristico: Pane del cielo
- Gesù, dono prezioso offerto al Padre per noi, noi ti lodiamo, ti ringraziamo, ti benediciamo E, pieni di confusione ti diciamo: “Quanto ti siamo costati e quanto siamo ingrati nel farti soffrire ancora”!
- Noi, col Centurione, ti riconosciamo Figlio di Dio. Santo Dio d’Amore Misericordioso che volontariamente ti sei sostituito a noi, offrendo la tua vita. Abbi pietà di noi.
- Ma più ancora ti riconosciamo nell’Ostia Santa dove, silenzioso e solerte, continui a spandere doni di grazia a noi, fratelli tuoi, riscattati da Satana con il tuo Sangue prezioso.
- Vorremmo farci ostensori viventi come Maria, per portarti sulle strade del mondo, dove c’è tanto bisogno di Te. Tu vedi, Gesù, la nostra incoerenza, siamo cristiani apatici e freddi, riscaldaci il cuore con il fuoco del tuo Santo Spirito. Amen.
Canto: Vieni, vieni Spirito d’amore
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria. (Mt 27:1-61)
RIFLETTIAMO SULLA PAROLA
- Gesù, nell’Ultima Cena anticipi la tua passione la tua morte e la tua risurrezione, per restare con noi in una forma sempre più intima ed efficace
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- Al Getsemani si compie il giudizio del mondo e la condanna del Padre per gli uomini peccatori è inevitabile, ma Tu, pur gemendo, ripeti al Padre: “Non ti sono piaciute offerte ed olocausti, mi hai dato un corpo, ecco, io vengo a fare la tua volontà”, e la condanna ricade su di Te e il mondo è salvo per il tuo Amore Misericordioso.
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- Quando gli emissari di Satana e del Sinedrio ti raggiungono nella notte e il bacio del traditore ti consegna a loro, Tu, come agnello condotto al macello, ti lasci legare e strattonare, offendere, umiliare, infangare del loro e del nostro peccato e, così ridotto, la tua bellezza divina viene offuscata dalla maschera del nostro peccato.
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- Condotto davanti ai ridicoli tribunali umani, Tu, Creatore di ogni bellezza, Tu, l’Onnipotente, rimani legato e ascolti in silenzio i loro insulti, le loro bugie, le loro malvagità. Nessuno ti può condannare con giustizia e allora ti condannano per la falsità, per la malvagità e stoltezza che permea i loro cuori. E Tu accetti la condanna in silenzio.
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- Pilato ti riconosce innocente e vittima dell’invidia farisaica, ma non applica il diritto romano di difendere l’innocente dai persecutori e, spezzando la verga della giustizia che va in frantumi e lavandosi le mani, ti consegna ai tuoi nemici che ti vogliono crocifisso. E Tu accetti il massimo supplizio e rimani nell’amore per tutti noi e per i tuoi stessi flagellatori e crocifissori, dicendo dall’alto della Croce: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- E, dopo averci insegnato a vivere, c’insegni a morire, consegnando la nostra vita nelle mani del Padre: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Dopo la tua morte siamo invitati a vivere la nostra morte, senza paura, fiduciosi che il Padre buono ci accoglierà per introdurci nella vita beata.
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore.
- Vieni sepolto e Maria agonizza nella sua solitudine straziante e t’invoca, ti chiede di risorgere, di uscire da quella tomba che non ti appartiene perché Tu sei il Signore della vita. Le sue preghiere sono strazianti e giungono al cuore del Padre, al tuo cuore di Figlio al cuore dello Spirito che la rese feconda e Tu ribalti l’inutile pietra che vorrebbe sopprimere Dio e anticipi la tua risurrezione. Stolti uomini, ma quando finiremo di lottare contro il cielo?
- Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo. Resta con noi, Signore, ed abbi pietà della nostra povera umanità più confusa che mai, rinsaviscila con una trovata della tua misericordia, non permettere che Satana stordisca e inganni ancora i tuoi fratelli, sconfiggilo, confinalo nell’inferno, perché noi possiamo tornare ad essere attratti dalla tua bontà. Amen.
Canto: Ecco l’Uomo
SCESE AGLI INFERI E SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE
- Gesù, scendi negli inferi del mio cuore, là dove s’annida la radice di tutti i vizi e peccati. Libera questa mia anima, creata per Te, da questi lacci di morte e rendimi alla libertà dei figli di Dio.
- Liberaci dal male, Signore!
- Gesù, scendi negli inferi dei superbi, che non vogliono riconoscerti come loro Dio e Signore e sperano nell’uomo e nella scienza.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi degli avari, che pongono la loro fiducia più nel conto in banca che nella Provvidenza divina e si affannano alla ricerca di cose che non saziano il cuore.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi dei lussuriosi, schiavi del piacere illecito, che usano il loro corpo e quello degli altri per soddisfare le proprie brame egoistiche.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi degli iracondi, che non sanno disciplinare i loro istinti violenti e, con le parole e i gesti, umiliano e feriscono chi osa contraddire le loro scelte e le loro idee.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi dei golosi, che sono alla continua ricerca di soddisfazioni sensibili e, incontinenti, rovinano anche la loro salute fisica.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi degli invidiosi, che desiderano le fortune, le possibilità, i momenti felici degli altri e, non potendo averle, distruggono con la maldicenza e con azioni malefiche, con violenze varie la loro felicità.
- Liberaci dal male, Signore!
- Scendi, Gesù, negli inferi degli accidiosi, che pur vedendo e desiderando il bene, non si decidono mai a raggiungerlo.
- Liberaci dal male, Signore!
Insieme:
“Signore Gesù, tante volte ho guardato il crocifisso e ho immaginato di essere lì, con te, sul Calvario. Ho guardato quel crocifisso, spogliato di tutto, privato della dignità, nudo davanti ad amici e nemici, privato della reputazione, del successo, della credibilità, senza vita. Ti ho guardato, crocifisso, e mi è sembrato che la tua mano si fosse allungata verso la mia, come per tirarmi su, sulla croce, con te. E ho avvertito una dolcezza e un calore infiniti. Tirandomi verso te, sulla croce, tu o Gesù non mi vuoi inchiodare o far morire, ma mi vuoi donare la vita e la libertà. Tu, o crocifisso, sei per me simbolo di una liberazione totale e suprema. La tua croce, Gesù, è per una parabola di conquista, non di sconfitta. Suscita ammirazione, non commiserazione. Grazie, Signore, perché dandomi la tua mano e, tirandomi su con te sulla croce, tu mi doni la possibilità di liberarmi da tutto ciò che mi rende schiavo e che distrugge la mia felicità.
Fisso il Crocifisso. E più lo guardo e più mi sento orgoglioso di essere amato da un Dio così speciale. Grazie, Signore! Simonetta
Canto: Abbà, Padre
LA PAROLA A MADRE SPERANZA
È fonte di gloria per le anime giuste il premio delle beatitudini.
Il regno dei cieli promesso ai poveri in spirito è, figlie mie, la visione chiara e continua del nostro Dio; il possesso delle sue infinite ricchezze, che ciascuno dei beati porta interamente dentro di sé, ed a motivo del quale essi sono chiamati re.
Ai miti è promesso che possederanno la terra delle divine benedizioni e delizie; patria beata dove non esistono né lacrime né esilio.
A quelli che piangono è promessa la consolazione immensa che non conosce tristezza e afflizione, perché la vista di Dio nostro Padre, della SS. Vergine, delle gerarchie celesti e di quel luogo stesso infonde una pace senza limiti.
A quelli che hanno fame e sete di giustizia è promessa la sazietà e l’abbondanza di tutti i beni che possono desiderare, perché l’anima è colmata di doni e liberata da ogni sofferenza. Ciò sulla terra non può mai avvenire perché i beni sono limitati e difettosi.
Ai misericordiosi è promessa la pienezza della misericordia, e il Signore premia così con la sua infinita bontà le opere di grazia compiute in questo mondo per suo amore; tale premio è chiamato corona di giustizia e di misericordia.
Ai puri di cuore è promessa la visione di Dio, che è l’essenza della gloria. Viene premiata la fede con la visione chiara di Dio e dei misteri professati in questa vita; la speranza con il possesso pieno di quanto si è atteso in questo esilio; la carità con il più grande amore al Bene che si vede, unito a gioia e piacere ineffabili.
Ai pacifici è promessa l’adozione a figli di Dio, perché alla prima adozione imperfetta realizzata in questa vita mediante i sacramenti, fa seguito la seconda, perfetta, di cui entra in possesso l’anima quando è glorificata; essa acquista il diritto di ricevere alla fine del mondo il suo corpo glorificato.
A coloro che fanno resistenza al nemico e fuggono le perverse compagnie “darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve”. La manna è la Divinità che abbraccia tutte le delizie; la pietra bianca è una preziosa testimonianza che Dio dà al beato di essere stato approvato e scelto per sempre a godere di Lui con la ferma sicurezza che non sarà mai escluso; il nome scritto è di figlio di Dio ed erede della sua gloria, è nuovo per la perfezione e la perpetuità con cui viene dato in quel momento.
A coloro che osservano fino alla fine i comandamenti “io darò autorità sopra le nazioni, le pascoleranno con verga di ferro e le frantumeranno come vasi di argilla, con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a loro la stella del mattino”. Ciò vuol dire che, per quanto piccoli siano stati sulla terra, essi saranno re e governanti di coloro che, grandi sulla terra pure non furono vincitori. La stella del mattino è Gesù Cristo, Dio e Uomo, che si dona a coloro che imitano le sue opere.
Quelli che non macchiarono le loro anime e compirono buone opere alla presenza di Dio “saranno rivestiti di bianche vesti; non verrà cancellato il loro nome dal libro della vita, ma saranno riconosciuti davanti al Padre mio e davanti agli angeli”.
Coloro che perseverano nel conservare il bene ricevuto “li porrò come colonne nel tempio del mio Dio e non ne usciranno mai più. Inciderò su di essi il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, insieme con il mio nome nuovo”. Coloro cioè che furono costanti in questa vita nel ben operare saranno colonne di grande pregio, lavorate con somma perfezione per essere poste nell’edificio della Gerusalemme celeste, dalla quale non saranno mai tolte. Su queste colonne sarà scritto il nome di Dio, della Gerusalemme celeste e quello nuovo di Gesù il Salvatore, per manifestare che Dio le custodiva come cosa sua e opera delle sue mani.
Coloro che riportano vittoria su una vita di tiepidezza e mediocrità che provoca al vomito, “li farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono”; ossia, colui che è umiliato e avvilito in questo mondo e vince per amore di Cristo, Dio lo innalzerà e gli concederà una suprema grandezza accanto al Figlio Gesù, con il quale converserà familiarmente e parteciperà dei beni del suo trono, quasi deificato nella misura in cui è in grado di esserlo. Come vedete, figlie mie, la gloria dei giusti consiste essenzialmente nella visione di Dio, alla quale tutte noi dobbiamo aspirare, poiché l’anima che possiede Dio, ha tutto; di nulla manca perché Dio solo le basta.
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
- Ad ogni invocazione diciamo: Gesù, Amore Misericordioso, ascoltaci!
Canto eucaristico: Il tuo popolo in cammino
BENEDIZIONE EUCARISTIA
- Sia Benedetto il Padre che ha creato il cielo e la terra.
- Sia benedetto il Figlio, nato, morto, risorto, disceso agli inferi che ora siede alla destra del Padre.
- Sia benedetto lo Spirito che ha custodito l’Amore nel cuore del Padre e del Figlio.
- Sia benedetta Maria, figlia del Padre, madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo.
- Siano benedetti tutti gli angeli e i santi del cielo che lodano Dio e pregano per noi.
Canto finale Magnifica il Signore l’anima mia
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