L’ESPERIENZA DI EMMAUS
Canto eucaristico: Ai tuoi piedi
INVOCAZIONE AL PADRE PER CHIEDERE IL SIGILLO DELLO SPIRITO
O mio Dio, mio benevolo Padre, accetto con amore e gratitudine il Tuo Divino Sigillo di Protezione. La Tua Divinità avvolga il mio corpo e la mia anima per l’eternità, mi prostro umilmente in ringraziamento e offro il mio profondo amore e la mia lealtà a Te, mio Amato Padre.
Ti prego di proteggere me e i miei cari con questo speciale Sigillo e offro la mia vita al tuo servizio per sempre.
Ti amo Padre amato, Ti consolo in questi tempi caro Padre. Ti offro il Corpo, Sangue, Anima e Divinità del tuo amatissimo Figlio in espiazione dei peccati del mondo e per la salvezza di tutti i tuoi figli. Amen.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». (Lc 24:25-32)
RIFLETTIAMO INSIEME
- Gesù, come possiamo stupirci dei due di Emmaus? Tu sei un mistero. Ti sei fatto uomo ma sei Dio. Eri morto ed ora cammini con loro. Avevano sperato in Te ma non ti avevamo capito. Avevano detto loro che eri risorto ma come credere una cosa del genere? Delusi tornano sull’unica strada conosciuta, quella del nulla. Avevano visto la luce ma ora si ostinavano a dirigersi verso le tenebre della sola ragione…
- Come ci ritroviamo in questi poveri fratelli sconcertati dall’evidenza dei fatti. Chi più morto di Te? Dopo un supplizio straziante e la morte di croce, a completare l’opera della nefandezza umana si aggiunse anche il colpo di lancia che ti aprì il cuore. Come dar loro torto?
- Speravamo… Quante volte anche noi abbiamo declinato questo verbo al passato! Ma come possiamo confonderti con noi mentre Tu sei l’eterno presente? Tu conosci solo il presente, non declini come noi il tempo. E allora perché stupirci se Tu ti accompagni a noi? Tu sei sempre con noi, ce l’hai promesso ed hai il potere di farlo.
- Tu, lungo il cammino ci dici che era necessario realizzare la Redenzione, ma noi non potevamo pensare che per far questo Dio dovesse passare per la morte. Sembrava scandaloso anche a Pietro, non era sufficiente la Tua potenza? Evidentemente non avevamo la misura del nostro peccato. La misura era enorme: richiedeva la Tua umiliazione nella morte.
- Che mistero il tuo Amore, Signore! Come potevamo noi, piccole e infedeli creature pensare che Dio stesso riparasse la giustizia divina al posto nostro? Questa grande Verità era scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani, ma per quanti hanno la grazia di penetrare nel tuo mistero è sapienza divina.
- Apri, Signore, i nostri occhi perché sappiamo riconoscerti, amarti, ringraziarti; apri il nostro cuore perché sappiamo stupirci; facci conoscere la misura del nostro peccato, perché sappiamo umiliarci e chiederti umilmente perdono.
- Confesso a Dio onnipotente…
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Gesù appare ai due discepoli che, per timore dei giudei, uscivano da Gerusalemme diretti ad Emmaus, per consolarli e riunirli agli altri e perché parlavano di Lui. Appare loro da viandante. Non lo riconoscono perché la tristezza non permette loro di accorgersi che è il Signore. Poco a poco sono guidati a riconoscerlo.
Per mettere a nudo la loro infedeltà, Gesù chiede che cosa fosse successo, ed essi gli rispondono: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?», e, credendolo un viandante gli parlano di Gesù elogiandolo dicendo che era profeta potente in opere e parole davanti a Dio e agli uomini. Dimostrano però di avere un limitato concetto della sua divinità nel dire: «Noi speravamo che avrebbe salvato Israele».
Gesù li chiama sciocchi e tardi di cuore, non per sdegno ma per compassione e per liberarli dalla loro ignoranza; camminando spiega il senso delle scritture, illumina la loro mente e infiamma di amore il loro cuore.
Come ascoltano attoniti la parola di Gesù! E guidati da essa vanno comprendendo l’altissimo mistero della Redenzione e sperimentano un grande fervore nell’intimo del loro cuore! Non ardevano forse anche i nostri cuori, quando Gesù ci venne incontro nel cammino della vita per chiamarci alla vita religiosa e per stare con Lui?
Giunti a Emmaus, Gesù fa come se voglia andare oltre, ed essi che già si sentono infiammati d’amore verso quel pellegrino, lo invitano a restare dicendo: «Rimani con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli si fa pregare un poco, pur volendo restare con loro, per insegnarci che, nonostante sia suo desiderio, non rimane se non lo invitiamo con insistenza.
Seduto a mensa, Gesù prende il pane, lo benedice, lo spezza e lo dà loro. Essi lo riconoscono nello spezzare il pane, da come lo fa e dall’amore con cui compie questi gesti. Ma il Signore improvvisamente scompare per mostrarci che le sue visite in questa vita sono fugaci.
Che intensità raggiunge l’amore dei due discepoli mentre riconoscono Gesù nell’atto di spezzare il pane! Se Gesù non fosse scomparso dalla loro vista nell’istante in cui si fa riconoscere, chissà cosa sarebbe accaduto! Che momenti di profonda intimità provano i due fortunati discepoli!
Per questo corrono a Gerusalemme a portare la notizia della Resurrezione del Maestro - vincitore della morte - e comunicano a tutti il fuoco che arde in loro.
Anche noi faremmo lo stesso se veramente amassimo il Maestro. Accenderemmo questo fuoco d’amore nelle anime e correremmo a cercare quelli che disgraziatamente non lo conoscono e non lo amano.
Ma come potremo infiammare d’amore gli altri se non abbiamo questa fiamma? Che pena! E tuttavia qualcuno oserà dire che se avesse avuto la fortuna di vedere Gesù e di ascoltare la sua dolce voce, lo amerebbe meglio e con ben altro ardore correrebbe ad infiammare gli altri.
Chi parla così non capisce che siamo molto più fortunati dei discepoli di Emmaus, perché abbiamo la grazia di avere continuamente in noi il buon Gesù. Egli non si allontana da noi un solo istante, né lascia mai vuoti i nostri tabernacoli; e nonostante ciò non ci doniamo totalmente a Lui.
Ditemi perché non ci consegniamo alle più profonde espressioni dell’amore? Perché non siamo persuasi che l’Eucaristia è la dolce e potente calamita di quelli che credono. Infatti, lì, nella presenza reale di Gesù, sono riunite la verità, la giustizia e la felicità; tre cose che l’uomo, essere razionale e mortale, non può non amare con tutto se stesso.
Nell’Eucaristia è presente la Verità, il compendio di tutta la rivelazione, il Rivelatore in persona. Colui che ha detto: «Io sono la verità» è lì presente con la potenza di un sole eterno che tutto rischiara con la sua luce.
L’Eucaristia acceca l’incredulo e illumina il credente; avviciniamoci a Gesù e saremo illuminati. Nell’Eucaristia sta la giustizia, cioè la santità. È chiamata «Santissimo» perché racchiude il Santo dei santi. Riguardo alla felicità posso testimoniarvi che non ne esiste una più grande sulla terra di quella di unirsi al buon Gesù in un abbraccio eucaristico.
Come si accendono le fiamme dell’amore nella comunione! Lì è dove l’anima dice a Dio: «Amore mio, troppo tardi ti ho conosciuto! Troppo tardi e tiepidamente sono arrivata ad amarti, mio Sposo!». «Resta con noi, Signore!»
PREGHIERA LITANICA
- Gesù, sono tante le persone deluse dalla vita che camminano stanche e senza speranza.
- Accostati a loro e parla del tuo Regno del tuo amore infinito, della preziosità del dolore.
- Gesù, molti fratelli si sono accompagnati al “dio denaro” e vagano lontano da Te.
- Rivela loro la preziosità della tua Parola che illumina la mente e riscalda il cuore.
- Gesù, altri fratelli seguono il “dio piacere” che li rende schiavi e mai soddisfatti.
- Fai intravedere ad essi la dolcezza infinita dello stare con Te, del camminare con Te.
- Gesù, altri fratelli sono caduti nelle spire di qualche dipendenza e rovinano la loro vita.
- Abbi pietà della loro debolezza e liberali dal male con la forza del tuo Spirito.
- Ci sono poi gli eruditi secondo il mondo, che mettono in dubbio le tue Parole di vita.
- Liberali dall’orgoglio del razionalismo che li blocca nei confini angusti della sola ragione.
- Gesù, nel nostro tempo è di moda il relativismo, ognuno crede di potersi regolare a suo piacere.
- E’ una piovra che ci strozza e c’impedisce di accogliere ciò che Tu ci riveli con amore.
- Gesù, anche noi cristiani siamo tiepidi nel testimoniare la fede, non viviamo il tuo Vangelo.
- Perdonaci, Signore, risvegliaci dal sonno della tiepidezza, infiamma i nostri cuori come facesti con i discepoli di Emmaus. Amen.
Canto: Pane del cielo
ADORIAMO L’EUCARISTIA
- Gesù, Tu ti sei rivelato ai discepoli di Emmaus nello spezzare il Pane, ora noi stiamo qui, davanti allo stesso Pane ma la nostra fede è debole, donaci di saper penetrare il mistero che ti avvolge e ti sottrae al nostro sguardo.
- Noi vediamo il pane ma sappiamo che Tu sei Dio. Lo sappiamo ma il nostro cuore resta freddo e privo di slanci amorosi. Abbi pietà della nostra povertà, Vieni accanto a noi, manifestati come il Dio d’amore e di misericordia, permettici di attaccarci al tuo collo e di consolarti come faceva tua Madre, come faceva Giovanni, come faceva Maria Maddalena.
- Se proprio ci ritieni indegni di consolarti, permettici almeno di sedere ai tuoi piedi e contemplarti, ascoltarti, bere l’amore dal tuo sguardo posato su di noi, piccole ingrate creature che non sanno amare, che non sanno ringraziare, che non sanno benedire e lodare Te, sommo bene.
- Dì al nostro Angelo custode di mettere sulle nostre labbra e nel nostro cuore i suoi sentimenti, per poterti rendere ogni onore e gloria, come loro fanno davanti al tuo trono celeste per tutti i secoli.
- Ci uniamo ai cori celesti e diciamo:
Santo, santo, santo è il Signore, Dio dell’universo, i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria allo Spirito Santo. (Ripetere 9 volte).
- Ci uniamo anche ai tuoi santi del cielo e con loro diciamo:
Santo Dio, santo forte, santo immortale, liberaci, Signore da ogni male. (ripetere tre volte).
Placa, Signore, la tua ira, la tua giustizia, il tuo rigore, dolce Gesù della mia vita, misericordia, Signore. (Ripetere tre volte).
- E Tu, Gesù, che hai nascosto la tua divinità nella piccola ostia, presenza silenziosa ed efficace, insegnaci l’umiltà, il nascondimento, il silenzio operoso, la vicinanza attenta. Noi siamo il tutt’altro, ci piace il rumore, l’apparire, la lode, la finzione… liberaci, Signore, dalla vanità che ci svuota, che ci rende cembali squillanti.
Salmo 116: l’azione di grazie
Alleluia. Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia.
e ho invocato il nome del Signore: ti prego, Signore, salvami!
Buono e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge gli umili; ero misero ed egli mi ha salvato.
Ritorna, anima mia, alla tua pace, poiché il Signore ti ha beneficato;
egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi.
Alleluia. Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno».
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza, e invocherò il nome del Signore.
Adempierò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore in mezzo a te, Gerusalemme
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
- Ad ogni invocazione diciamo: Resta con noi, Signore!
O Mio Gesù, Tu sei la luce della terra
Tu sei la fiamma che tocca tutte le anime
la Tua Misericordia e il Tuo amore non conoscono limiti.
Noi non siamo degni del sacrificio che hai fatto con la Tua morte sulla croce
eppure sappiamo che il Tuo amore per noi è più grande dell’amore che abbiamo per Te.
Donaci Signore il dono dell’umiltà in modo da essere meritevoli del Tuo Nuovo Regno.
Riempirci di Spirito Santo in modo che possiamo marciare avanti e condurre il Tuo esercito
per proclamare la verità della tua Parola Santa e preparare i nostri fratelli e sorelle
per la Gloria della Tua venuta sulla terra.
Noi ti onoriamo Noi ti lodiamo
Ti offriamo i nostri dolori, le nostre sofferenze come dono per Te per salvare le anime.
Ti amiamo Gesù
Abbi pietà di tutti i Tuoi figli ovunque essi si trovino. AMEN
Canto eucaristico: Resta con noi Signore la sera
- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.
Canto finale: Salve Regina