NON ABBIATE TIMORE
Canto eucaristico: Pane del cielo
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’
- Gesù, Tu sei presente nell’Eucaristia, nella Parola, nei fratelli. Il tuo mistero è grande, Tu animi l’universo e lo governi con sapienza e amore.
- Noi, povere creature, c’inseriamo nel Tuo lavoro e spesso spezziamo l’equilibrio perfetto che Tu riesci a realizzare.
- Anche nel lavoro che Tu compi nei cuori si rivela la tua sapienza e anche qui spesso noi entriamo con il nostro giudizio limitato, forziamo processi di crescita, che hanno bisogno di esprimersi con la lentezza sapiente della vita.
- Signore, ti chiediamo di rimediare Tu stesso agli squilibri che noi provochiamo nei fratelli, con i nostri giudizi avventati, con le nostre intransigenze inopportune, con i nostri piani miopi e pretenziosi. Amen.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dagli Atti degli apostoli (At 4,1-31)
Pietro e Giovanni stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto. L'uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni.
Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano, tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:
RIFLETTIAMO INSIEME
Gesù, il tuo Spirito ha fortificato gli Apostoli ed essi non temono, forti della Tua Parola, di contestare gli stessi capi religiosi del tempo. Il loro linguaggio è semplice, logico, vero, sotto gli occhi di tutti. La loro parola era avvalorata dal fatto che Gesù si mostrava vivo operando miracoli nel suo nome. Gli Apostoli hanno lasciato tutto e hanno sposato la santa causa del Vangelo. Essi non hanno né oro né argento ma hanno l’onnipotenza di Dio e, con la preghiera fiduciosa ottengono ciò che chiedono, anche miracoli.
Nel processo che i capi del popolo organizzano contro di loro, ispirati da Dio, da accusati diventano accusatori: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
E’ una testimonianza serena, sincera, incontestabile, ed essi, i capi, poveri uomini, non sanno come comportarsi e con un abuso di autorità, intimano agli Apostoli di non parlare di Gesù, ma Pietro risponde con franchezza: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Infatti l’obbedienza è vincolata al principio di autorità: di fronte ad un’autorità superiore, l’autorità inferiore perde valore.
E gli Apostoli nel nome di Gesù e assistiti dallo Spirito Santo possono continuare la loro missione, sempre insidiata dal tentatore, che utilizza i difetti umani per creare difficoltà a chi compie il bene, ma queste difficoltà rendono le azioni anche più meritorie e spesso Dio compie miracoli per avvalorare l’azione degli Apostoli di ieri e di oggi.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL PAPA
Audacia e fervore
La santità è audacia, è slancio evangelizzatore che lascia un segno in questo mondo. Perché ciò sia possibile, Gesù stesso ci viene incontro e ci ripete con serenità e fermezza: «Non abbiate paura» (Mc 6,50). «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Queste parole ci permettono di camminare e servire con quell’atteggiamento pieno di coraggio che lo Spirito Santo suscitava negli Apostoli spingendoli ad annunciare Gesù Cristo.
Il beato Paolo VI menzionava tra gli ostacoli dell’evangelizzazione proprio la carenza di fervore, tanto più grave perché nasce dal di dentro». Quante volte ci sentiamo strattonati per fermarci sulla comoda riva! Ma il Signore ci chiama a navigare al largo e a gettare le reti in acque più profonde (cfr Lc 5,4). Ci invita a spendere la nostra vita al suo servizio. Aggrappati a Lui abbiamo il coraggio di mettere tutti i nostri carismi al servizio degli altri. Potessimo sentirci spinti dal suo amore (cfr 2 Cor 5,14) e dire con san Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16).
Guardiamo a Gesù: la sua compassione profonda non era qualcosa che lo concentrasse su di sé, non era una compassione paralizzante, timida o piena di vergogna come molte volte succede a noi, ma tutto il contrario. Era una compassione che lo spingeva a uscire da sé con forza per annunciare, per inviare in missione, per inviare a guarire e a liberare. Riconosciamo la nostra fragilità ma lasciamo che Gesù la prenda nelle sue mani e ci lanci in missione. Siamo fragili, ma portatori di un tesoro che ci rende grandi e che può rendere più buoni e felici quelli che lo accolgono. L’audacia e il coraggio apostolico sono costitutivi della missione.
Abbiamo bisogno della spinta dello Spirito per non essere paralizzati dalla paura e dal calcolo, per non abituarci a camminare soltanto entro confini sicuri. Ricordiamoci che ciò che rimane chiuso alla fine ha odore di umidità e ci fa ammalare. Quando gli Apostoli provarono la tentazione di lasciarsi paralizzare dai timori e dai pericoli, si misero a pregare insieme: E la risposta fu che «quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza» (At 4,31).
Canto: Annunceremo il tuo Regno
PREGHIERA LITANICA
- Signore, sono tanti quelli che non vogliono sentire la Parola di Dio e si sentono rimproverati da noi anche se portiamo piccoli segni religiosi.
- Ti preghiamo, Signore, fa’ che capiscano che è la loro coscienza che li rimprovera, si purifichino e tornino nella comunità dei figli di Dio.
- Quando Tu, Gesù, eri tra noi, gli stessi sacerdoti del tempio, gelosi delle tue conquiste apostoliche, t’imponevano di tacere, anche noi, oggi, diamo fastidio se c’impegniamo a vivere i valori evangelici.
- Gesù buono, ridona alla tua Chiesa sacerdoti santi, vere guide spirituali per il tuo popolo
- La lotta è sempre tra Te e Satana, ma molti non si accorgono che lavorano per lui, l’eterno nemico di Dio e degli uomini.
- Signore, illumina gli occhi dell’anima di questi fratelli e anche i nostri occhi se a volte siamo irretiti nella logica umana e dimentichiamo la logica dell’amore.
- Gesù, il popolo semplice e buono ti ascoltava con umiltà e la tua Parola cambiava la loro vita, la riempiva di senso e di speranza.
- Fa’ che anche noi, resi umili dalle nostre miserie, facciamo spazio alla tua Parola e la mettiamo in pratica.
- Come i tuoi figli di allora, anche noi ti chiediamo miracoli e, la liberazione da tutto ciò che ci affligge.
- Signore, esaudiscici, se lo ritieni utile, ma insegnaci ad accettare le difficoltà della vita, a unirle alle tue sante piaghe perché acquistino valore redentivo. Amen.
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Voglio dirvi qualcosa sulla tiepidezza, malattia pericolosissima per le anime religiose che desiderano camminare nella perfezione.
La tiepidezza è una specie di rilassamento spirituale che poco a poco paralizza le energie della volontà e ispira una grande ripugnanza agli sforzi. È una debolezza, un intorpidimento, che pur non essendo ancora morte, insensibilmente ci porta ad essa, rubandoci un po' alla volta le forze morali. Il nutrimento spirituali scarso o nullo contribuisce molto a far sviluppare la tiepidezza, poiché la nostra anima per crescere e vivere ha bisogno di un buon e abbondante cibo spirituale. Gli atti di comunità e la fedele osservanza delle amate Costituzioni devono essere il nostro cibo spirituale. La tiepidezza è una specie di offuscamento della coscienza che spinge sempre a scusare ed occultare le proprie mancanze, in modo errato e a considerare lievi quelle che di per sé sono gravi, fino a formarsi una coscienza rilassata che non si accorge più della gravità dei peccati che commette e un po' alla volta cade in pesanti errori.
Mi sembra sentir dire: "Ah, Madre, il tempo passa, ma i difetti restano ed invecchiano con me". Sapete cosa state dicendo? Cosa ha paralizzato i vostri desideri e mandato in fumo i vostri propositi? Solo una cosa: la paura e lo sforzo. Infatti vorremmo la vittoria senza lottare; le virtù senza sforzi e la ricompensa senza lavoro. El Pan 5,229
Gesù mio, dà ai figli e alle figlie il ricco tesoro della carità, del fervore, della purezza di coscienza e un ardente desiderio del sacrificio unito a un forte amore a Dio e alla sua gloria.
El Pan 9,91-94.99
Canto: Donaci, Signore un cuore nuovo
ATTO DI FIDUCIA IN DIO
Gesù, pietra angolare noi confidiamo in Te.
Gesù, Figlio del Padre “ “ “
Gesù, Via che conduce al Padre “ “ “
Gesù, Verità divina incarnata “ “ “
Gesù, Vita che rigenera le forze dell’anima “ “ “
Gesù, Buon Pastore delle nostre anime “ “ “
Gesù, Tu che ci chiami per nome “ “ “
Gesù, Tu che ci guidi ai pascoli buoni “ “ “
Gesù, Tu che ci difendi dai lupi infernali “ “ “
Gesù, Tu che ci vieni a cercare quando ci perdiamo “ “ “
Padre Santo, Tu che attendi il figlio prodigo “ “ “
Padre, Tu che lo lavi, lo rivesti, lo calzi “ “ “
Padre, Tu che per noi hai immolato tuo Figlio “ “ “
Padre, Tu che ci consideri monete preziose “ “ “
Spirito Santo, Tu che accendi la luce quando la moneta si perde ” “ “
Spirito Santo, Tu che ci rimetti nel tesoro del Padre “ “ “
Spirito Santo Tu che consoli il Padre quando noi ci allontaniamo “ “ “
Spirito Santo, che parli in noi con la voce della coscienza “ “ “
Trinità Santa ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo, ispiraci sempre sentimenti santi e donaci la forza di attuarli per la tua gloria e la nostra salvezza. Amen.
SPAZIO PE RLA PREGHIRA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo Signore, rendici testimoni coraggiosi della verità.
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Concludiamo recitando il salmo 46
Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.
Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare,
se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti.
C'è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell'Altissimo.
Dio si trova in essa: non potrà vacillare. Dio la soccorrerà al primo chiarore del mattino.
Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la terra si scioglie.
Il Signore degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio.
Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla terra cose stupende.
Fa cessare le guerre fino all'estremità della terra;
rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra.
«Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio.
Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra».
Il Signore degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio. Gloria…
Canto eucaristico: Davanti al Re
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.
Canto finale: Magnificat.