“PERCHE’ OSSERVI LA PAGLIUZZA CHE STA NELL’OCCHIO DI TUO FRATELLO?”
Canto: Preghiera
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI DIO
- Gesù, Tu conosci le situazioni che affliggono ciascuno di noi. Vogliamo riversarle nel Tuo Cuore non per affliggere Te ma per santificarle in quell’abisso d’amore che tutto rigenera, tutto purifica, tutto santifica: persone, circostanze, cose.
- Vogliamo sostare in quell’oceano di pace per liberarci dalle nostre pene, per confermare la nostra volontà nel bene, per caricarci di energia d’amore generoso e disinteressato, per tornare ai nostri fratelli e alle nostre incombenze quotidiane carichi di luce, di forza di spirito oblativo.
- Non vogliamo, Gesù, che la nostra vita sia inutile, il nostro darci da fare sia un battere l’aria, ma vogliamo che ogni pensiero, ogni azione, ogni passo, ogni respiro, ogni palpito del nostro cuore sia un atto d’amore per Te e generi un impulso positivo nel cuore dei nostri fratelli, soprattutto di quelli che vivono nel peccato, nel disordine morale, nell’angoscia del dolore, nella disperazione.
- Non permettere, Gesù, che la nostra vita sia vana, che noi attraversiamo questo mondo senza lasciare una scia di luce che dica, agli altri pellegrinanti, che Tu sei con noi e con loro, che Tu ci segui passo passo, che non ci abbandoni, che ci sostieni e ci orienti verso il Tuo Regno.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (Mt 7:1-5).
(Spazio per la riflessione personale)
RIFLETTIAMO INSIEME
- Gesù, come è facile giudicare, ma come è difficile essere veri cristiani! Il vero cristiano deve solo amare, non gli è permesso di giudicare, non gli è permesso di condannare nemmeno in nome della legge, perché la legge è stata data come strada sicura, ma il comando dell’amore ci è stato dato per tendere la mano a chi è caduto e non per seppellirlo nel baratro.
- Qualunque cosa abbia fatto, il fratello resta sempre fratello, resta sempre figlio di Dio, resta sempre un riscattato dal Sangue di Cristo, un tempio dello Spirito Santo, una creatura che Dio ama di amore sofferente e attende che rinsavisca per poterlo riaccogliere nella casa paterna e far festa per il suo ritorno.
- Gesù, ma la facilità di giudizio è la mia trave, quella che mi fa vedere solo le pagliuzze che offuscano la bellezza altrui ma non mi permette di guardare dentro di me con obiettività, con umiltà, con profondo sentimento di vergogna e di pentimento. Tu non allontani neanche il figlio più perverso, soffri per la sua lontananza e attendi il suo ritorno.
- Gesù, quando giudico, punto il dito, pronuncio sentenze di condanna, mi ritengo superiore agli altri, più perfetto, più responsabile, più giudizioso, più intelligente, più santo, sono io il figlio che s’allontana! Faccio proprio come il fariseo che pregava nel tempio, ritenendosi meritevole di lode e insultando il povero pubblicano che in fondo alla chiesa si batteva il petto pentito.
- Gesù, dammi l’umiltà del cuore, trasforma il mio modo di pensare, comunicami i Tuoi sentimenti, Tu, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al Tuo.
- Gesù. Mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al Tuo.
ATTO PENITENZIALE
- Per tutte le volte che ho criticato Te, Signore, ritenendoti ingiusto nei miei riguardi, magari perché non volevo accettare la sofferenza, ti chiedo pentito:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che ho puntato il dito contro il mio coniuge, ritenendolo unico responsabile dei disordini familiari, ti chiedo:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che ho formulato nei riguardi di amici e conoscenti giudizi temerari, non suffragati da prove ma solo da supposizioni, ti prego:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che ho giudicato senza carità né misericordia i miei fratelli di comunità, ritenendoli responsabili dell’apatia del gruppo, ma non mi sono impegnato a portare riflessioni profonde e stimolanti, perché il gruppo riprendesse vigore, Signore, ti prego:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che, invece di pregare per i sacerdoti, mi sono sfogato sottolineando le loro debolezze, ti chiedo perdono e ti dico:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che ho dato scandalo ai giovani seminando pessimismo, invidie, rancori, attaccamento al denaro. Egoismo, spirito di sfiducia in Dio e negli uomini, Ti dico pentito:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Per tutte le volte che ho permesso che nel mio cuore albergassero sentimenti di vendetta e di odio, Signore, ti prego:
- Togli la trave dai miei occhi, Signore!
- Confesso a Dio onnipotente…
Salmo 140
Rit: Donaci, Signore, un cuore nuovo, poni in noi, Signor uno spirito nuovo.
(A cori alterni: maschi e femmine)
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
ascolta la mia voce quando t'invoco.
Come incenso salga a te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male
e compia azioni inique con i peccatori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
Rit: Donaci, Signore, un cuore nuovo, poni in noi, Signor uno spirito nuovo.
Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri,
ma l'olio dell'empio non profumi il mio capo;
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
Dalla rupe furono gettati i loro capi,
che da me avevano udito dolci parole.
Come si fende e si apre la terra,
le loro ossa furono disperse alla bocca degli inferi.
A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, proteggi la mia vita.
Rit: Donaci, Signore, un cuore nuovo, poni in noi, Signor uno spirito nuovo.
Preservami dal laccio che mi tendono,
dagli agguati dei malfattori.
Gli empi cadono insieme nelle loro reti,
ma io passerò oltre incolume.
Gloria al Padre…
Rit: Donaci, Signore, un cuore nuovo, poni in noi, Signor uno spirito nuovo.
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Asteniamoci dalla mormorazione. Noi non siamo chiamati a giudicare i nostri fratelli. Detestiamo questo vizio, ricordando che la carità ci obbliga ad evitarlo ad ogni costo.
Tutti sappiamo che la mormorazione consiste nel manifestare ad un altro le mancanze del nostro prossimo, spesso distruggendo il suo buon nome. Ciò avviene ogni volta che riportiamo i difetti altrui. Forse con maggiore danno se lo facciamo senza indicare detti difetti, ma usando espressioni che alludono a cose nascoste; così, per esempio, la frase: "Se io potessi parlare!"; oppure, nell'ascoltare maldicenze, rispondere: "Io anche avrei da dire, ma preferisco tacere". Questo è terribile perché credo che una tale riserva danneggi molto più della manifestazione aperta di ciò che è successo; induce a sospettare, infatti, che si nascondano cose molto gravi.
Qualcuno potrebbe dire: «Io, quando parlo del mio prossimo, riferisco sempre cose risapute, per cui non credo di togliere la buona riputazione, dato che quello che dico non l'ho visto io ma mi è stato riferito. In tal caso la mia mancanza non è tanto grave perché si tratta di cose pubblicamente conosciute. Si sa che, quando un delitto è pubblico, diminuisce la gravità del parlarne».
Io credo invece che anche in quest'ultimo caso chi si compiace di riferire le mancanze dei propri fratelli dimostra di avere nel petto un cuore completamento freddo, privo di amore e di carità.
Vediamo come Egli si è comportato con i più grandi peccatori. Riguardo a Giuda, giunto il momento di manifestare il suo tradimento, lo fa con molta carità e delicatezza, senza palesare il suo nome. Egli dice: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà" (Mt 26, 23). In tal modo ciascuno prese rivolta a sé l'allusione e tutti chiesero pieni di spavento "Signore, sono forse io?". Gesù, sebbene li vedesse spaventati, non fece alcun nome, solo disse in segreto a Giovanni "Colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò" (Gv 13, 26). E lo fece con tanta discrezione che nessun altro se ne accorse. Se Gesù manifestò questo al suo amato discepolo fu perché Giovanni lo amava profondamente. Colui che ama ha carità verso i propri fratelli; tace e nasconde le loro mancanze. Siamo caritatevoli, perché la carità è il vincolo che ci unisce gli uni agli altri e tutti a Gesù. In ogni momento della nostra vita, solleviamo gli occhi più in alto e pensiamo che sarà veramente degno di approvazione in noi, non questo o quel metodo di virtù, ma il frutto della carità. Questo è ciò che Gesù ci chiede.
Canto: Dov’è carità e amore.
LA CARITÀ, VIRTÙ ESIGENTE
- Il pregiudizio: Gesù, come è facile per noi giudicare senza carità, senza aver analizzato con amore la circostanza che ci provoca disappunto, senza aver usato il giusto discernimento della situazione e della persona che abbiamo di fronte. Siamo istintivi, Signore, siamo più propensi a pensare il male che il bene, stiamo più attenti, come i farisei del tuo tempo, a cercare la pagliuzza nell’occhio del fratello che la trave che è nel nostro occhio.
- Ti chiediamo, Signore, di risanarci da questo difetto.
- Le ferite: Signore, ognuno di noi porta dentro di sé delle ferite doloranti: ci hanno offeso, ci hanno giudicato, hanno disapprovato il nostro operato e ici siamo sentiti umiliati. Dovremmo ringraziare chi ha debilitato il nostro orgoglio, nostro vero nemico che ci colloca sempre tre palmi al di sopra degli altri… Che costruttore di castelli di carta è il nostro orgoglio!
- Ti chiediamo, Signore, liberaci dal nostro orgoglio.
- L’egoismo: figlio dell’orgoglio è l’egoismo, questa sete di consensi, questa smania di privilegi, che tutti abbiamo, ci porta a convogliare tutto il mondo intorno a noi. Ci sembra di essere insostituibili, che senza di noi il mondo si arresterebbe!
- Signore buono, abbi misericordia della nostra stoltezza.
- Proiezioni: Come è facile, Signore, immaginare che le motivazioni che sono alla base del comportamento dei fratelli siano quelle che noi le pensiamo e non ci rendiamo conto che gli altri sono diversi in tutto e noi non possiamo attribuire loro le nostre intenzioni. Quando giudichiamo gli altri noi, in realtà, giudichiamo noi stessi.
- Signore, donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male.
- Delirio d’onnipotenza: Signore, il nostro orgoglio a volte può darci il delirio dell’onnipotenza, che ci fa ritenere di essere i più sapienti, i più saggi, i più previdenti, i più efficaci, quelli che possono gestire anche la vita degli altri; a volte ci permettiamo addirittura di dare dei consigli anche a Dio. Le nostre preghiere di richiesta, pretendono di spiegare a Dio come deve intervenire nelle situazioni che ci angosciano… Siamo veramente ridicoli.
- Insegnaci, Signore, a dire con Madre Speranza: “Si compia, Dio mio la tua volontà anche se non la capisco, anche se mi fa male, anche se non mi sembra logica”.
- Sarcasmo: Gesù, non lo faccio spesso, ma a volte mi capita anche di interpretare l’operato altrui e di ridicolizzare con il sarcasmo i fratelli apertamente o alle loro spalle. Signore, se Tu un giorno mi dirai: “L’hai fatto a me”, mi sentirò davvero umiliato e confuso.
- Signore, insegnami l’umiltà del cuore, insegnami ad adorare la tua presenza nel fratello.
Spazio per la preghiera personale
Ad ogni invocazione rispondiamo: Gesù, insegnaci ad amare.
Padre nostro
Canto eucaristico: Davanti al Re
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.
- Sia benedetto il Padre, che ha tanto amato gli uomini da dare per loro la vita del Figlio.
- Sia benedetto Gesù, che ha accettato il martirio dell’incarnazione per amore nostro.
- Sia benedetto lo Spirito Santo, che ha realizzato questo grande mistero in Maria.
- Sia benedetta Maria, che non ha dubitato dell’angelo e ha saputo dare ragione della sua fede.
- Benedetto l’arcangelo Gabriele, che ha portato l’annuncio a Maria e l’ha assistita con amore.
- Benedetti gli angeli che hanno dato gloria a Dio e hanno annunciato la pace agli uomini.
- Benedetti noi, se sapremo essere gli uomini di buona volontà che accolgono la pace.
- Benedetti tutti quelli che raggiunti dalla nostra preghiera apriranno il loro cuore alla grazia.
Canto finale: Astro del ciel
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