TEMPO DI ATTESA
Canto eucaristico: Adoro Te
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’
- Signore, Tu sei in mezzo a noi per guidarci alla santità, ideale sublime che ci nobilita e ci rende grati ai tuoi occhi.
- Tu, Dio geloso e direi ambizioso, ti glori se ci vedi splendere della tua luce, se nei nostri lineamenti ritrovi i tuoi lineamenti, se nelle nostre parole senti la tua sapienza.
- Anche noi siamo orgogliosi di avere Te Dio, Signore del cielo e della terra, come Padre nostro, come nostro amico, nostra guida, nostro premio e nostra corona.
- Tu, Dio Amore, hai creato l’uomo a tua immagine per avere una corona di figli intorno a Te, nel tuo Regno e noi, piccole creature siamo stupite, pensando che faremo parte di questa corona e su di noi si poserà il tuo sguardo e il tuo sorriso.
- Signore, rendici capaci di darti gloria.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Parabola delle dieci vergini (Mt. 25,1-13)
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché n on sapete né il giorno né l'ora.
Parola di Dio
RIFLETTIAMO INSIEME
- Alle nozze del Re del cielo siamo tutti invitati, siamo le vergini corredate dell’occorrente per partecipare alla festa nuziale: abbiamo la veste candida della grazia, ricevuta nel Battesimo, la lampada della fede accesa al cero che rappresenta Cristo risorto, abbiamo la Parola come guida e lo Spirito come faro che ci indica il traguardo.
- Fin dal primo vagito ci siamo incamminati verso la sala della festa, aspettando il passaggio dello Sposo, per entrare con Lui alle nozze.
- Quando al Battesimo ci corredarono del necessario, ci dissero: “Questa veste portala sempre senza macchia; questa luce portala sempre accesa, alimentala perché non si spenga”. E noi capimmo che il peccato avrebbe potuto macchiare la nostra veste e i venti del mondo avrebbero potuto spegnere la debole fiammella della nostra fede.
- Tememmo di restare al buio, di infangare la nostra veste e proponemmo con Domenico Savio, con Luigi Gonzaga, con Maria Goretti: “La morte ma non il peccato”. Era sincero il nostro proposito, soprattutto quando lo rinnovammo il giorno della nostra Prima Comunione ma poi il mondo con i suoi miasmi ci stordì, ci dissero che Dio non c’era, era morto, che c’ero io e dovevo affermarmi senza accettare regole da nessuno.
- Che confusione! Ma dov’era la verità? I miei amici vivevano senza porsi troppi problemi, si procuravano tutte le soddisfazioni, anche quelle che la mia coscienza mi avvertiva che erano pericolose. Che fare? Adeguarmi, seguire la massa? Rimanere solo?
- Ma la tua voce, nell’intimo mi diceva: “Attento, la tua veste si sporca, la tua lampada si spegne! Come ti puoi presentare se lo Sposo arriva?” ma che fatica! “Vivi il tuo giorno!” mi diceva il mondo, “Vivi la tua eternità!” mi diceva la voce interiore.
- Ho vinto? Ho perso?... Quale voce ho seguito? In questo momento, Gesù, rileggo la mia storia e la depongo nel tuo Cuore perché Tu la purifichi, la detergi da tutte le macchie che vedi in essa. La mia luce è fievole, sembra spegnersi ad ogni soffio, ma voglio alimentarla con tanti atti d’amore perché resista, la voglio proteggere dai soffi che mi giungono da ogni parte, dalle tentazioni che si presentano allettanti ma ingannatrici.
- Aiutami, Gesù, dammi anche quelle grazie che non ti chiedo perché non ne capisco il valore, guidami come un bimbo che ha bisogno della mano materna, delle braccia paterne, “guidami come fossi un bimbo sordo, cieco e abbandonato” ti diceva Madre Speranza”, la stessa richiesta la ripetiamo noi suoi figli e con lei ti chiediamo: “Gesù, toglimi la vita prima che arrivi ad offenderti” e a non trovarmi pronto quando Tu mi passerai accanto e mi porterai con Te alla festa delle nozze del Figlio del Re.
Canto: Preghiera
ASCOLTIAMO LA MADRE SPERANZA
La parabola delle dieci vergini
Care figlie, consideriamo la parabola delle dieci vergini e vediamo come è necessario vegliare per attendere la venuta del nostro Sposo. Essendo certo che il Signore verrà, ma incerto il giorno, dobbiamo vegliare in ogni momento affinché la sua venuta non ci colga impreparate: "Vegliate, perché non sapete l'ora in cui deve venire il vostro Signore". Gesù promette la beatitudine a chi vigila e non lascia che entri il ladro nella propria casa e porti via i beni delle virtù: "Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così". Il nome di servo malvagio spetta a colui che non veglia: "Quel servo invece che dice: 'Il mio Signore tarda a venire', vedrà arrivare il padrone nel giorno che meno lo aspetta".
Il modo giusto di attendere la venuta del Signore, figlie mie, è quello di combattere i nemici dell'anima con la mortificazione, specialmente riguardo alla castità, perché come una lunga veste essi intralciano i piedi dell'anima che quindi non può procedere con agilità nel cammino del cielo. "Siano cinti i vostri fianchi"; questa esortazione, figlie mie, significa che dobbiamo essere cinte con il retto operare, essendo guidato il nostro intelletto da una sana dottrina che, messa in pratica, è come una fiaccola nella mano. Con questa fiaccola dobbiamo essere pronte affinché, quando bussi e venga il nostro Signore, gli possiamo aprire immediatamente.
Felici noi se quando verrà il Signore ci troverà deste e con la lampada accesa nelle mani. Però ricordiamo bene che se non si vigila in tutte le ore, non si vigila sufficiente-mente in nessuna. Stiamo preparate, figlie mie, perché nell'ora che meno pensiamo verrà Gesù a chiederci conto della nostra vita.
La parabola delle dieci vergini ci conferma la dottrina della vigilanza: queste dieci vergini presero le lampade della fede nelle loro anime e uscirono incontro allo Sposo. Credere infatti è già uscire incontro a Dio. Tardando lo Sposo ad arrivare, tutte si addormentarono, cioè trascurarono le buone opere. Però cinque di esse furono prudenti e posero nelle lampade l'olio della carità perché non si spegnesse la luce della fede. Le altre sciocche non lo fecero.
A mezzanotte si udì una voce: "Ecco lo Sposo che viene"; il Signore cioè viene quando meno lo pensiamo. Allora tutte le vergini si alzarono e adornarono le loro lampade, perché tutte dovevano ricevere lo Sposo, anche quelle anime che si impegnano nella conversione all'ultima ora.
Le prudenti, che erano preparate con l'olio della carità, usarono mezzi efficaci quando nell'ultima ora si alzarono per ricevere lo Sposo: ornarono la lampada dell'anima con la preparazione, infiammandola con l'amore di Dio, e così poterono entrare alle nozze dello Sposo.
Le negligenti, invece, adornarono anch'esse la lampada dell'anima con la preparazione dell'ultima ora e si alzarono per ricevere lo Sposo ma, non possedendo l'olio della carità da versare nella lampada della fede - la fede senza le opere è morta -, pur ricorrendo alle altre per aver in prestito l'olio delle buone opere, non poterono rimediare. Infatti dobbiamo essere giudicati sulle nostre opere non su quelle altrui. Non poterono quindi entrare alle nozze dello Sposo, il quale disse loro: "Non vi conosco".
Consideriamo, figlie mie, quanto è pericoloso lasciare la conversione per l'ultima ora e vivere nella casa del Signore con una fede morta, cioè senza carità. Gesù ci visita durante la vita con le ispirazioni della sua grazia, e alla morte per il rendiconto, come Padrone e Signore. Io chiedo a Gesù che per nessuna delle Ancelle del suo Amore Misericordioso giunga la morte quando si trova in uno stato di freddezza del suo amore e della sua carità, o quando è in ozio.
PREGHIERA LITANICA
- Signore, il tempo che Tu ci dai è un dono, ma spesso lo sciupiamo impegnandolo in cose vane.
- Ti chiediamo perdono per il tempo sciupato in vanità e nella critica.
- Signore, molte persone organizzano strutture di peccato per guadagnare monete di perdizione.
- Sveglia le loro coscienze, liberali dalla schiavitù dell’avere, fa’ scoprire loro il valore dei beni eterni.
- Signore, molti fratelli e sorelle vendono se stessi per il piacere sessuale, profanando il tempio di Dio che è il loro corpo.
- Liberali da questa schiavitù come liberasti il tuo popolo dall’Egitto e conducili nella terra santa della castità.
- Signore, molti fratelli bramano il potere non per il nobile sentimento di promuovere la giustizia e il benessere per tutti, ma per il vile desiderio del loro benessere.
- Signore, ti preghiamo, rendili consapevoli della loro missione e responsabili del dolore dei poveri, perché s’impegnino e promuovere l’equa distribuzione dei beni per la dignità di tutti.
- Signore, molti religiosi hanno dimenticato il loro primo amore e hanno lasciato che il male penetrasse in loro con scandalo del popolo di Dio.
- Risveglia la loro coscienza necrotizzata da satana, perché tornino a Te purificati. Riconsacrali nel tuo perdono e nel tuo Amore Misericordioso per l’edificazione di quanti ricorrono a loro per consiglio e giuda spirituale.
Canto: Abbà, Padre
MOMENTO DI SILENZIO ADORANTE
(Cerchiamo nel nostro cuore le parole più dolci per confortare Gesù ignorato e disprezzato da molti)
SALMO 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene». Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore.
Si affrettino altri a costruire idoli: io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
ESPRIMIAMO A LUI I NOSTRI SENTIMENTI
Ad ogni invocazione diciamo: Gesù, rendici capaci di amare come ami Tu.
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Preghiera a Maria che scioglie i nodi
Vergine Maria, Madre che non hai mai abbandonato un figliolo che grida aiuto,
Madre le cui mani lavorano senza sosta per i tuoi figli tanto amati,
perchè sono spinte dall'amore divino e dall'infinita misericordia che esce dal tuo cuore,
volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione, guarda il cumulo di 'nodi'
che soffocano la mia vita. Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore.
Sai quanto mi paralizzano questi nodi e li ripongo tutti nelle tue mani.
Nessuno, neanche il demonio, può sottrarmi dal tuo aiuto misericordioso.
Nelle tue mani non c'è un nodo che non sia sciolto.
Vergine madre, con la grazia e il tuo potere d'intercessione presso tuo Figlio Gesù,
mio Salvatore, ricevi oggi questo 'nodo' (nominarlo se possibile).
Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre. Spero in te.
Sei l'unica consolatrice che il Padre mi ha dato.
Sei la fortezza delle mie deboli forze, la ricchezza delle mie miserie,
la liberazione da tutto ciò che m'impedisce di essere con Cristo.
Accogli la mia richiesta. Preservami, guidami, proteggimi. Sii il mio rifugio.
Maria, che sciogli i nodi, prega per me.
Canto. Pane del cielo
- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna
- Sia benedetto il Padre celeste, che ha creato per noi il tempo limitato nel quale possiamo decidere la nostra adesione al Suo progetto.
- Benedetto Gesù, che ci ha dato la veste nuziale e la lampada per poter partecipare alle nozze eterne del Figlio del Re.
- Benedetto lo Spirito Santo, che ci guida perché non macchiamo la veste della grazia e non spegniamo la luce della fede.
- Benedetta Maria, Vergine sempre pronta, che c’incoraggia ad essere prudenti e sagge.
- Benedetti i nostri Angeli custodi, che continuamente ci accompagnano nel cammino della vita.
- Benedetti i Santi, benedetta la Nostra Madre Speranza, che ci ha lasciato un esempio di coerente impegno, “costi quel che costi” per essere trovata pronta all’arrivo dello Sposo.
- Benedetti noi se sapremo, come le vergini sagge, essere trovati con la veste candida e la lampada accesa, quando giunge lo Sposo ed entrare con Lui alla sala del banchetto.
Canto: Giovane donna