GRATUITA’
Canto eucaristico: Adoro Te
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’
- Gesù, Ti crediamo presente sull’altare e tra noi che siamo riuniti nel tuo nome. Sappiamo che nulla sfugge al tuo occhio e che ci guardi con amore. Ti ringraziamo perché ci vuoi bene e ti prendi cura di noi come la palpebra si prende cura dell’occhio.
- Grazie, Gesù, per il tuo amore gratuito e fedele, grazie perché sei con noi anche quando noi non siamo con Te, ma siamo persi nel frastuono del mondo. La nostra mente spesso è occupata da preoccupazioni vane, che non meritano tanto interesse, ma l’emotività prevale sulla razionalità e l’angoscia ci assale. Signore, sii balsamo al nostro cuore, manda su di noi il tuo spirito di sapienza per valorizzare l’attimo che passa, riempiendolo d’amore, che è l’unica cosa valida che possiamo fare. Donaci, Signore, la sapienza del cuore.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dal Vangelo di S. Giovanni (Gv 8,1-11)
1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".11Ed ella rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio
RIFLETTIAMO INSIEME
- Gesù, Tu ci conduci lontano dal frastuono del mondo, vuoi farci gustare la pace che si respira nel silenzio, quando l’anima si riunisce al suo Dio, nell’intimo, là dove è possibile riprendere il contatto con la propria anima, che anela riunirsi al suo Dio, là dove si può vedere la propria vita alla luce della Verità.
- La donna è trovata in peccato, non può scusarsi e non si scusa, non si dà giustificazioni. Merita la lapidazione e si lascia portare nel luogo dell’esecuzione. Ma, fortuna sua, nel luogo dell’esecuzione c’è Gesù e la domanda è per Lui: “La legge di Mosé condanna donne come lei, Tu che ne dici?”
- Fortunata questa donna, il suo giudice ha compassione di lei ma anche di chi, scandalizzandosi ingiustamente l’accusa, pur trovandosi in condizioni peggiori dell’accusata. Il loro peccato è peggiore perché non riconosciuto e autonomamente giustificato. Gesù non risponde alla domanda per motivo di carità, non li vuole giudicare pubblicamente ma scrive sulla polvere il loro peccato perché dopo averne preso coscienza un soffio di vento può cancellarlo.
- Gesù ha molta carità e non dice: “Tu ladro, osi denunciarle? Tu adultero osi?” Ma leggendo sulla sabbia ognuno riconosce il suo peccato e, lasciando cadere il sasso, decide di girarsi e tornare in dietro senza vedere cosa sarebbe successo della donna, ormai ha capito che l’imputato è lui.
- Gesù alza gli occhi e li fissa sulla povera creatura degradata dalla sua fragilità, forse dalla sua dipendenza dal peccato e ne ha compassione. Non la condanna ma le consiglia di non peccare più.
- Ognuno di noi, in questo evento evangelico può riconoscere il ruolo che prende più frequentemente: Denunciamo scandalizzati i peccati altrui? Siamo farisei. Minimizziamo i nostri peccati anche gravi, ma vediamo e condanniamo negli altri i peccati che noi stessi facciamo? E siamo ancora farisei ipocriti. Abbiamo compassione di chi cade in peccato e vorremmo vederli liberi da quella schiavitù? Siamo come Gesù. Perdoniamo i peccati altrui per diminuire la loro responsabilità? Consoliamo il Cuore di Gesù.
- Molti nostri peccati ci causano poco dolore solo perché l’opinione pubblica non li condanna e non ci emargina, non ci manda alla lapidazione con la critica e la calunnia. Tu, Gesù, che tutto vedi e sai, abbi pietà di noi e non ci permettere di puntare il dito se non contro noi stessi.
Canto Abbà Padre
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Il potere e la misericordia di Dio sono infiniti, specialmente verso i peccatori, come è bene espresso nella Sacra Scrittura: nei Salmi, nella parabola del figlio prodigo, nell'episodio della Samaritana, ecc. Ma anche verso i giusti, perché li accompagna durante la vita, nel momento della morte e nella gloria; e verso tutti gli uomini perché ha preso su di sé le nostre debolezze, eccetto il peccato, e ha sofferto la morte a causa della sua eccessiva compassione per noi.
Dio manifesta la sua liberalità infinita negli innumerevoli doni di natura e di grazia concessi alle sue creature gratuitamente, e nell'ascoltare le preghiere dell'uomo, al quale Egli stesso ispira di chiedere ciò che desidera donargli.
L'immensità di Dio sta nella sua stessa perfezione infinita; la sua prescienza e saggezza si estendono a tutto e la sua onnipotenza, principio di tutti i benefici, si manifesta nella creazione delle cose e nelle loro virtù. Pertanto il fine ultimo delle cose non può essere altro che Dio stesso, dato che quando fece la creazione esisteva Lui solo e nulla poté essere ordinato fuori di Lui.
Dio fece dal nulla tutte le cose. È conservatore perché mantiene in essere tutte le creature e con le virtù che diede loro quando le creò. È provvidente perché governa e conserva con saggezza e potere infinito quanto ha creato.
I benefici della creazione, la conservazione e la provvidenza possiamo considerarli sotto vari aspetti: quello della grandezza del Benefattore e dell'amore con cui li fa; quello della infinita liberalità di Dio, il quale tanto graziosamente ci benefica senza alcun suo vantaggio; quello del demerito dell'uomo che generalmente gli pone ostacoli.
A questi benefici dobbiamo corrispondere con gratitudine e stima, mostrando a tutti l'infinita generosità di Dio per spingere così anche gli altri a lodare il nostro Creatore, a benedirlo e a servirlo per sé stesso e non perché dalla sua mano provvidente si sperano ancora nuovi benefici.
(Le Ancelle dell'Amore Misericordioso, 1943, nn. 338-343)
PREGHIERA LITANICA
- Signore, Tu che guardi i nostri cuori e sai qual è il più povero,
- Ti preghiamo, guariscilo.
- Gesù, Tu che conosci la famiglia che versa in difficoltà maggiori sia fisiche, sia economiche, sia spirituali,
- Ti preghiamo, risanala da tutte le sue povertà, avvia a soluzione i suoi problemi.
- Signore, Tu che hai scelto i tuoi sacerdoti e li hai mandati ad agire in tuo nome e sai qual è il più povero, il più incoerente, il più peccatore,
- Ti preghiamo convertilo, risveglia il suo fervore e santificalo.
- Signore, Tu che conosci i nostri politici e scruti i pensieri dei loro cuori e sai quali di loro s’impegnano per la rovina materiale e spirituale dei popoli a loro affidati,
- Ti preghiamo, tocca i loro cuori e blocca i loro cattivi progetti.
- Signore Gesù, Tu che chiuso nei tabernacoli della terra, scruti dal cielo le calamità naturali che minacciano la nostra povera umanità,
- Come calmasti il lago in tempesta, stendi la tua mano sulla nostra Italia flagellata da eventi eccezionali e salvala.
- Gesù, Tu conosci il cuore dei consacrati e sai quali di loro sono diventati sale senza sapore,
- Ti preghiamo, ridona loro il sapore del Vangelo.
- Gesù, Tu conosci il cuore dei bimbi e sai se la loro innocenza è stata turbata da esempi osceni,
- Ti preghiamo, custodisci la loro innocenza e manda loro i tuoi angeli a proteggerli dal male.
- Gesù, Tu conosci il cuore dei giovani e sai quanto è insidiata oggi la loro castità,
- Ti preghiamo, fa’ che riscoprano il fascino della purezza per potersi preparare liberi e sani alla realizzazione del loro progetto di vita.
- Gesù, Tu conosci la tristezza degli anziani, la loro delusione e il loro senso di inutilità,
- Muovi il cuore dei figli alla vicinanza amorosa, perché la loro età sia confortata dal loro amore.
- Gesù, Tu conosci i drammi che vivono alcune persone e quali sono a rischio di disperazione,
- Ti preghiamo, mostrati loro come ti mostrasti a S. Paolo, rasserenali e sostienili nella lotta.
Canto: Tu sei la mia vita
Salmo 127
(a cori alterni, maschi e donne)
Beato l'uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d'ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.
Così sarà benedetto l'uomo
che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli.
Pace su Israele!
(Sottolineiamo il versetto che ci tocca di più)
ALLA SCUOLA DEI SANTI
Padre Massimiliano Kolbe
Padre Kolbe nasce l'8 gennaio 1894 a Lodz, nella Polonia centrale, e viene battezzato lo stesso giorno con il nome di Raimondo. Già dalla scuola elementare, il futuro sacerdote, sente un misterioso invito della Madonna ad amare Gesù nei modi e nelle forme che avrebbe incontrato nel corso della sua vita. La sua famiglia, molto povera, accoglie l'invito del Seminario dei Frati Minori Conventuali di Leopoli di accogliere nel loro collegio il piccolo Raimondo e suo fratello Francesco per proseguire i loro studi. Lì prende forma la precedente chiamata ad amare il Signore: il 4 settembre 1910 incomincia il noviziato nell'Ordine francescano col nome di fra Massimiliano Maria.
Per proseguire la sua formazione religiosa e sacerdotale si trasferisce a Roma, dove nel 1918 diventa sacerdote celebrando la Prima Messa nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte.
In quei tempi, influenzati dal Modernismo e dal fiorire dei totalitarismi europei, il giovane Kolbe sente l'esigenza di rispondere con qualcosa di nuovo. Su questo slancio fonda, con il permesso dei superiori, la “Milizia dell’Immacolata”, un'associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria.
Nel maggio del ’41 parte per Auschwitz insieme ad altri 320 prigionieri in vagoni blindati: "Appena le guardie di scorta ci ebbero stipati nei vagoni, sprangando dall’esterno le porte, un silenzio di tomba ci avvolse. Ma appena il treno si mosse qualcuno intonò un canto religioso, che molti tra noi ripresero. Mi interessai della persona che aveva dato inizio a quei canti, ed appresi che era stato padre Kolbe".
(testimonianza di Ladislao Swies)
L’ultima lettera che padre Kolbe scrive dal lager è per la madre: "Stai tranquilla per me perché il buon Dio c’è in ogni luogo e con grande amore pensa a tutti e a tutto".
Le testimonianze dei compagni di prigionia sono concordi: "Sembrava avere dentro di sé una calamita spirituale con la quale ci attirava tutti... Insisteva nel dire che Dio è buono e misericordioso. E non solo pregava per i nazisti ma esortava noi a pregare per la loro conversione".
In seguito ad una fuga dal campo, quindici deportati del baraccamento dell’evaso vennero selezionati come rappresaglia e mandati a morire di fame e di sete nel bunker della morte. Un certo Gajowniczek – padre di famiglia – supplicò il lagerfurher di risparmiargli la vita. A quel punto Padre Kolbe si offrì al suo posto, liberamente, con un gesto di totale gratuità. Poiché il bunker serviva per altri deportati condannati, le SS accelerarono la morte dei superstiti tra i quali padre Kolbe, con una iniezione di acido fenico. Era il 14 agosto 1941.
Il suo corpo fu cremato il 15 agosto, festa dell’Assunzione.
Una volta aveva detto:
"Vorrei essere come polvere, per viaggiare con il vento e raggiungere ogni parte del mondo e predicare la Buona Novella".
Quando i carcerieri nazisti bruciarono il suo corpo nel forno crematorio, non sapevano di realizzare così la sua più bella profezia.
Il 10 ottobre 1982 Massimiliano Kolbe è stato dichiarato santo e martire da Giovanni Paolo II, nella basilica di S. Pietro a Roma e alla celebrazione era presente Francesco Gajowniczek, l’uomo cui Kolbe salvò la vita.
Canto: Preghiera
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Signore, insegnaci ad amare.
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Amare il prossimo, ma non per il fatto che esso è “simpatico”, utile, ricco, influente o solo perché è riconoscente. Sono motivi troppo meschini. L’amore autentico si eleva al di sopra della creatura e si immerge in Dio: in Lui, e per mezzo di Lui ama tutti, buoni e cattivi, amici e nemici. A tutti tende una mano piena d’amore, per tutti prega, per tutti soffre, a tutti augura il bene, per tutti desidera la felicità, poiché è Dio che lo vuole!
P. M. Kolbe
Canto eucaristico: Resta qui con noi
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna
- Sia benedetto il Padre, che nel silenzio dell’universo disse; “Sia la luce” e la Luce fu.
- Sia benedetto Gesù, Luce vera che illumina il mondo, che disse: “Ecco, Padre, io vengo a fare la tua volontà”
- Sia benedetto lo Spirito Santo, che custodì nell’amore il Padre e il Figlio, per riscattare noi peccatori.
- Sia benedetta Maria, che disse: “Ecco l’ancella del Signore, si compia in me la Sua Parola”.
- Sia benedetto S. Giuseppe, che accolse Maria nella sua casa e fu custode federe della sua verginità e del suo Figlio.
- Siano benedetti tutti gli angeli e santi del cielo, che hanno creduto e hanno adorato il mistero.
- Benedetti tutti noi, se sapremo dire sempre sì al Signore.
Canto finale. Giovane donna