PAZIENZA, IMPEGNO, RESPONSABILITA’
Canto: Abbà, Padre
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA EUCARISTICA
- Signore, Tu fedele a Te stesso, rimani silenzioso nell’Ostia santa, anche se ci vedi freddi ed indifferenti, vagare distratti nei nostri pensieri. Ti ringraziamo perché usi con noi misericordia e non giustizia e continui ad attenderci con pazienza, aspettando che, finalmente, ci ricordiamo di te che sei lì per noi, pronto a darci le tue grazie
- Sì, quelle grazie che hai in serbo per noi, e sono grazie di santità e di intima comunione con te, donacele anche se non te le chiediamo, anche se, affannati per le piccole cose di quaggiù, ti chiediamo solo grazie di salute, di benessere, di tranquillità quotidiana. Siamo creature di Terra, Signore, e non sappiamo elevarci verso il cielo.
- Perdona, Gesù, la nostra materialità, il nostro scarso impegno ad elevarci verso di te, la nostra incapacità di gestire i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre ansie. Staccaci, Ti preghiamo, dagli assilli quotidiani e donaci ali per volare con il cuore e la mente verso di Te.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Parabola del fico
Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; andò a cercarvi del frutto e non ne trovò. Disse dunque al vignaiuolo: "Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a sfruttare il terreno?" Ma l'altro gli rispose: "Signore, lascialo ancora quest'anno; gli zapperò intorno e gli metterò del concime. Forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai"». (Lc 13:6-9)
RIFLETTIAMO INSIEME
- Gesù, quel fico aveva solo foglie, come tanti di noi che abbiamo solo parole, ma, messi alla prova, non diamo frutti di opere virtuose. Ci accontentiamo della pratica religiosa, andiamo a Messa, preghiamo il Rosario, ma poi non viviamo la fraternità evangelica verso tutti. Quando Gesù viene a cercare frutti d’amore nel nostro cuore, magari attraverso un povero, un senzatetto, non ci sentiamo in dovere di provvedere un pane, un vestito, un conforto.
- Quando avviciniamo un peccatore ci allontaniamo inorriditi: la sua povertà spirituale non ci fa compassione, lo giudichiamo, lo condanniamo, gli auguriamo punizione e vendetta.
- E non ci accorgiamo che sei sempre Tu, Gesù, che passi e frughi tra le nostre foglie per vedere se trovi un frutto d’amore misericordioso, e non lo trovi, mentre io me ne sto, orgoglioso e pago di me sul trono del mio perbenismo, guardando tutti dall’alto in basso, pago della posizione raggiunta nella società, del benessere che mi dà sicurezza e addirittura della mia religiosità.
- Ma Tu mi dici: “L’albero si riconosce dai frutti e tu produci solo frutti di autosufficienza, di efficientismo, di narcisismo sterile. Io mi sono sporcato le mani, sono sceso dal cielo, mi sono confuso con voi, ho accostato pubblicani e peccatori, ho mangiato con loro, noncurante del mormorio dei farisei. Io vedevo le loro anime ferite e le curavo col mio amore. E i frutti maturavano nel loro percorso di conversione.
- In questo Giubileo della Misericordia, ti chiediamo, Gesù, di farci capire cosa significa essere Laico dell’Amore Misericordioso, cosa significa portare nel cuore tutto il male del mondo e metterlo nella fornace ardente del Tuo Cuore, dove ogni male si consuma e resta solo l’amore, magari un piccolo amore, che però al caldo del Tuo Cuore cresce, allunga le sue radici, spunta timida la radichetta, ma poi, sempre più sicura s’irrobustisce, diventa albero e porta frutti. E tutto quel male che mi aveva inorridito dov’è ormai? E’ diventato concime che fa crescere l’albero!
- Quanto sei grande, Signore, chi potrà mai raggiungerti? Stupito ti adoro, mentre ti presento la mia povera anemica anima insieme a quella di tutti i grandi peccatori del nostro mondo, perché Tu possa aver compassione di me e di loro e rendere il nostro cuore simile al Tuo.
Canto: Il Signore è il mio Pastore
Recitiamo insieme il salmo 66 di Isaia (10 – 14)
Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate.
Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto.
Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni;
succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo seno.
Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità;
come un torrente in piena la ricchezza dei popoli;
i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati.
Come una madre consola un figlio così io vi consolerò;
in Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca.
La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi, ma si sdegnerà contro i suoi nemici.
(Sottolineiamo liberamente qualche versetto che ci colpisce maggiormente)
PREGHIERA LITANICA PER LA CHIESA
- Signore, ti preghiamo per la Chiesa: essa soffre per le persecuzioni esterne e per i tradimenti interni. Non permettere che il male, nascosto nel cuore dei tuoi figli, prevalga sul bene. Tu lo hai detto: “Non prevalebunt” e noi crediamo che il tuo Amore Misericordioso vincerà. Per questo ti preghiamo.
- Signore, santifica e preserva la tua Chiesa da ogni male.
- Signore, ti preghiamo per il Papa: fa’ che gli scandali dei suoi figli infedeli non offuschi la santità della sua persona e non banalizzi la sua dottrina di carità e fraternità universale.
- Signore, santifica il tuo rappresentante in terra e liberalo da ogni male.
- Signore, ti preghiamo per i Cardinali e i Vescovi che hanno il compito di governare la Chiesa: purifica i loro cuori, illumina le loro menti, sostienili nella lotta, manda loro il tuo Spirito, perché possano fare sempre un giusto discernimento e prendere decisioni conformi al Tuo volere.
- Signore, proteggi i Cardinali e i Vescovi della tua Chiesa, perché esprimano sempre la Tua volontà in ogni decisione.
- Signore, ti preghiamo per i sacerdoti: essi sono chiamati alla cura diretta delle anime. Accendi nei loro cuori la fiamma del tuo Amore, perché possano mettersi al servizio disinteressato e appassionato delle anime. Preghiamo
- Signore, proteggi i tuoi ministri, liberali da ogni calunnia, da ogni insidia, rendili modelli vivi del tuo Amore Misericordioso.
- Signore, ti preghiamo per i diaconi e i catechisti: libera i loro cuori da ogni forma di vanità e di protagonismo, rendili umili come il sale che si scioglie per dar sapore, come lievito che scompare per fermentare la massa.
- Signore, benedici e santifica le persone di buona volontà, che si mettono al servizio del Vangelo, riscalda sempre i loro cuori con il fuoco del tuo amore.
-
- Signore, ti preghiamo per i religiosi e le religiose: consacrati per alimentare nel popolo di Dio la santità con la preghiera, il sacrificio, l’offerta vittimale e la parola, fa’ che la tiepidezza non li renda servi inutili; fa’ che non entrino in un ritualismo automatico e vuoto, inefficace per loro stessi e per gli altri, brucia le loro miserie, attirali fortemente a Te.
- Signore, tieni viva nella tua Chiesa la presenza dei consacrati, rendili fermento vivo di santità.
- Signore, ti preghiamo infine per tutti i laici impegnati nell’accoglienza, nella cura e nell’educazione delle nuove generazioni e nelle attività richieste dalla nostra società complessa e sempre più sofisticata. Fa’ che non perdano il senso dell’onestà nella famiglia, nel lavoro, nella gestione della cosa pubblica.
- Signore, benedici e santifica tutte le persone che dedicano le loro premure ai loro figli, ai loro congiunti, agli anziani e ai disabili; fa’ che facciano tutto per amore, perché Tu possa dar loro il premio delle loro fatiche.
Canto: Simbolum
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Azione della grazia
Dobbiamo ricordare con frequenza che la grazia è un aiuto soprannaturale transitorio che Dio ci dona per illuminare il nostro intelletto e dare alla nostra volontà la forza di realizzare atti soprannaturali. Essa opera direttamente sulle nostre facoltà spirituali, intelligenza e volontà, non solo per elevarle nell’ordine divino, ma anche per metterle in esercizio e far sì che producano atti soprannaturali. Per ciascuno di questi atti ci è necessaria la grazia attuale perché deve esserci proporzione tra l’effetto e la causa. Così nella conversione, cioè nel passaggio dallo stato di peccato mortale allo stato di grazia, abbiamo bisogno della grazia soprannaturale per fare gli atti preparatori di fede, speranza, penitenza ed amore; così pure per iniziare il cammino di fede e per il semplice buon desiderio di crescere, che è il primo passo sulla strada della nostra conversione.
Mediante la grazia attuale potremo perseverare nel bene durante tutta la vita, fino all’ora della nostra morte. Ma a tal fine è necessario resistere alle tentazioni, che assalgono anche le anime giuste e sono spesso tanto forti che non si potrebbe vincere senza l’aiuto di Dio. Per questa ragione il buon Gesù, nel suo discorso durante l’ultima cena, raccomandò tanto ai suoi apostoli e, attraverso di essi a noi, di vigilare e pregare per non cadere nelle tentazioni, ossia di non fidarsi mai delle proprie forze, ma di confidare nella sua grazia.
Dobbiamo tenere ben presente che durante questo esilio dovremo sempre lottare contro i nostri nemici spirituali che sono la concupiscenza, il mondo e il demonio. Sappiamo che la concupiscenza è un nemico interiore che portiamo con noi senza potercene mai separare, che lotta instancabilmente per vincerci e non bada a tempo, luogo ed ora. Il mondo e il demonio sono nemici esterni che cercano con pertinacia di attizzare in noi il fuoco della concupiscenza.
Nessuno ignora né deve ignorare che la concupiscenza della carne è l’amore disordinato dei piaceri e dei sensi. Il piacere in sé non è cattivo; Dio lo permette in ordine ad un fine superiore. Dio ha posto un certo sapore e gusto nei cibi perché ci stimolino a rinvigorire le nostre forze naturali, ma l’uomo ingrato e carnale ha preso occasione da questo piacere per dare al proprio corpo le più grossolane soddisfazioni nel mangiare e nel bere. Cambiando il piacere in ghiottoneria, invece di mangiare per vivere, sembra che viva per mangiare. Mai credono di aver soddisfatto la vera necessità; da ciò nascono quegli eccessi nel mangiare e nel bere, che si oppongono alla virtù della temperanza.
PREGHIAMO PER LE NOSTRE FAMIGLIA
- Per le famiglie ferite dall’infedeltà.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie povere che faticano a provvedere il necessario per vivere degnamente.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie che si trovano in situazioni di irregolarità e non possono vivere la piena comunione con la Chiesa.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie colpite da malattie gravi, dona loro la forza di santificare la sofferenza.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie colpite da lutti prematuri, perché confidino in Te e sentano la vicinanza spirituale dei loro cari.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie che vivono disordini morali nei loro membri, perché non si stanchino di pregare per il loro ravvedimento.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie costrette dalla povertà, dalle calamità naturali e dalla guerra a fuggire dalle loro case, perché trovino accoglienza generosa e nella santa famiglia di Nazareth il loro modello.
- Guariscile, Signore!
- Per le famiglie atee, perché toccate dalla tua misericordia ritrovino la fede e il senso della vita.
- Guariscile, Signore!
Canto: Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine. (Ripetere ad libitum)
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Ad ogni invocazione diciamo: Signore, donaci l’umiltà del cuore.
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Andiamo a Betlemme
Andiamo a Betlemme come i pastori.
L’importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
c’imbattiamo nella fragilità di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l’amarezza di tutti gli uomini della terra
sono il luogo dove Egli continua
e vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura. (D. Tonino Bello)
Canto eucaristico: Pane del cielo
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Canto finale: Tu scendi dalle stelle
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