“CHE COSA DEVO FARE ANCORA PER LA MIA VIGNA
CHE IO NON ABBIA FATTO?”
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI DIO IN MEZZO A NOI CHE PREGHIAMO
- Gesù, siamo qui riuniti innanzi a Te, presente e vivo nell’Ostia santa per ringraziarti di essere rimasto con noi, per accompagnarci nel nostro pellegrinaggio di ritorno alla Casa del Padre. Tu conosci i nostri cuori e puoi vederli nella verità. Conosci anche la debolezza della nostra volontà, che ti chiediamo di fortificare perché diventi coerente, capace di prendere decisioni sagge, frutto di un vero discernimento alla luce dello Spirito.
- Tu sai, Gesù, che a noi basta una piccola alternativa e facciamo la nostra scelta in vista della gratificazione o del prestigio. Signore, donaci spirito di comprensione profonda, aiutaci a metterti al primo posto perché ti compete. Tu sei la “Perla preziosa”, le altre perle non reggono al paragone. Fa’ che lo capiamo e lo ricordiamo.
- Tu, Signore, ci chiedi tanto poco! Gli altri idoli ci chiedono molto di più, magari più impegni settimanali, più tempo da dedicare ma… agli occhi degli uomini forse è più piacevole quello che offrono, più prestigioso, più solleticante per la nostra vanità…
- Perdonaci, Signore, non ripetere a noi ciò che Isaia, ispirato dallo Spirito Santo disse a suo tempo del popolo d’Israele, chiamato da Dio all’impareggiabile prerogativa di “popolo di Dio”, l’unico che lo Spirito attraverso i Profeti, stava preparando all’attesa del Messia.
- Gesù, lo sappiamo, ora “la tua vigna” il tuo popolo siamo noi, i cristiani del mondo intero, convergenti intorno a Roma, la nuova Gerusalemme, presieduta dal Santo Padre, che Santa Caterina chiamava “Il dolce Cristo in terra”. Aiutaci, Signore a riscoprire la nostra identità e a riappropriarcene.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica.
Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?
RIFLETTIAMO INSIEME
- Gesù, la tua vigna un giorno era la Casa di Israele, ora è la Chiesa fondata da Te, la nuova città santa è Roma cristiana, fondata sul suolo bagnato dal Sangue dei martiri, che purificarono la terra sporcata dal paganesimo gaudente e spregiudicato del periodo imperiale.
- Tu l’hai vangata, questa tua vigna con la Parola forte e coraggiosa di Pietro, capo degli Apostoli e di Paolo, apostolo dei gentili, che la sgombrarono dai sassi delle vecchie abitudini di peccato e vi piantasti le viti scelte dei tuoi martiri, che andavano cantando incontro ai leoni, vedendoli come i pietosi benefattori della loro anima, perché aprivano loro le porte del Regno, dove Tu, Gesù, li attendevi a braccia aperte, per accoglierli nel tuo Regno.
- Tu vi avevi messo in mezzo una torre: il Vaticano, sulla cui sommità vegliava e veglia solerte il Santo Padre, attento che la luce della Parola giunga senza ostacoli in ogni angolo della terra e avevi scavato un tino, che raccogliesse i frutti e i meriti di tutti i cristiani fedeli, per poterli presentare a Dio sulla patena e nel calice che ogni mattino si alza sugli altari di tutto il mondo.
- Avevi circondato la tua vigna con la siepe dei Comandamenti, vero argine tra il bene e il male, vero sparti-acque tra gli uomini di buona volontà e quelli di volontà perversa.
- Dopo tante cure ti aspettavi frutti buoni, i frutti dello Spirito elencati da S. Paolo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, castità, dominio di sé…
- Tu volevi, Signore, vedere sulla terra una vera anticamera del Paradiso, luogo di dolce convivenza dei tuoi figli, impegnati a perfezionare il’amore, per avere accesso al Regno dei cieli, che è Regno di amore perfetto, di perfetta fratellanza, di pace nella stabilità del volere di Dio. E invece ogni giorno registri violenze, impudicizie, invidie, gelosie, perversioni di ogni genere… E ripeti a noi: “Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?
- Il canto della vigna scritto da Isaia, continua in una maniera che non ci piace ma che è necessario prendere in esame, perché potrebbe riguardarci.
Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata.
La renderò un deserto, non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele;
gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi. (Isaia 5:1-7)
ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
Figli miei, sappiate che la cosa umana più salutare è non far entrare nel proprio animo i cattivi desideri, innalzare al cielo le mani pure, desiderare solo ciò che non contrasta la virtù; allora la nostra mente saggia e santa considererà non necessarie tutte quelle cose che i secolari tanto stimano. E’ degna di biasimo quell’anima consacrata a Gesù che si lascia ingannare nel criterio della felicità, nonostante che il Vangelo parli tanto chiaramente delle beatitudini.
Per disgrazia anche tra i cristiani impegnati si trovano persone che non tengono minimamente in conto ciò che dice il Vangelo. Queste povere anime non solo non raggiungeranno la felicità che vanno cercando nelle vanità della terra, ma si espongono anche al tremendo castigo che Dio infliggerà nel giorno della sua gloria a coloro che non vollero obbedire al suo Vangelo.
Ricordate quanto è importante e sicuro seguire il criterio insegnato dalla dottrina delle beatitudini e vedrete che l’unica felicità positiva in questo mondo è vivere in armonia con le norme delle virtù cristiane, purificare l’anima da ogni macchia di peccato, tenere a freno con severa mortificazione le passioni che ci fanno smarrire, osservare scrupolosamente i divini comandamenti, distaccarci dai beni perituri del mondo e lavorare per conquistare quelli eterni; in una parola amare Dio su tutte le cose e il nostro prossimo per amore di Dio.
Come vedete, per essere virtuosi, e quindi essere felici, è necessario prima di tutto purificare l’anima: “Beati i puri di cuore”, dice il Divino Maestro. Ora, dei numerosi e salutari effetti che la sofferenza produce nelle anime che sanno sopportarla, i principali sono quelli di purificarle, illuminarle e innalzarle alla più alta perfezione. Altrimenti, ditemi: come aprirono i loro occhi Paolo e il figlio prodigo per vedere e detestare le loro colpe? S. Paolo era cieco quando gli apparve Gesù e lo atterrò sulla strada, ma proprio allora riconobbe i suoi errori e ricorse a Dio. Quando il figlio prodigo si trovò ridotto in miseria e afflitto dalla fame, allora disse: “Andrò e mi getterò ai piedi di mio padre”. Invece finché era vissuto nella prosperità aveva pensato soltanto a soddisfare i suoi vizi.
La sofferenza ci distacca dalle cose terrene e per questo il Signore unisce alle gioie della terra tante amarezze che ci obbligano a cercare un’altra felicità, la cui dolcezza non c’inganna. Coloro che vivono nel benessere facilmente si lasciano possedere dalla superbia, dalla vana gloria, dal desiderio smodato di ricchezze, onori e piaceri, mentre il dolore ci umilia e suscita in noi ripugnanza verso i beni e passatempi mondani. In tal modo il Signore impedisce che le anime a Lui consacrate siano condannate con il mondo.
Salmo 79 (A cori alterni)
Tu, pastore d'Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi
davanti a Efraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso.
Rialzaci, Signore, nostro Dio, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?
Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, e i nostri nemici ridono di noi.
Rialzaci, Dio degli eserciti, fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Hai divelto una vite dall'Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli.
Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i più alti cedri.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli.
Perché hai abbattuto la sua cinta e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il cinghiale del bosco e se ne pasce l'animale selvatico.
Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato.
Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero, periranno alla minaccia del tuo volto.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Gloria al Padre….
Canto: Benedici il Signore.
Invocazione allo Spirito Santo
Noi ti adoriamo, o santo Spirito di Dio, mentre con il meglio delle nostre forze
tentiamo di indovinare chi Tu mai sia per noi.
Ti chiamiamo con nomi umani, con umane parole per non dover tacere.
Ti apriamo il nostro cuore per accoglierti
e per capire come profondamente, anche non visto, ovunque sei presente.
Sei l'aria che respiriamo, la lontananza che scrutiamo, lo spazio che ci è toccato in parte.
Tu sei la dolce luce che ci rende attraenti gli uni agli altri.
Tu sei il dito di Dio con il quale come per gioco Egli ha ordinato l'universo.
Sei l'amore squisito con il quale Dio tutti ci ha creati.
Noi ti preghiamo, Spirito di Dio che tutto crei, da' compimento all'opera iniziata;
previeni il male che possiamo fare, muovici al bene, fa' che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro cuore l'amicizia per tutto ciò che vive e dacci gioia per ciò che è umano e buono.
(H.Oosterhuis)
(Spazio di silenzio per l’adorazione personale)
Invocazione: Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine….
SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE
- Ad ogni invocazione rispondiamo: Gesù, vignaiolo infaticabile abbi ancora pazienza con noi.
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Concludiamo con la preghiera comunitaria:
- Padre, non ti stancare di coltivare la povera vigna della mia anima. So di essere trascurato, incostante, facilmente distolto dal luccichio degli onori mondani, so che alla fine le povere cose di quaggiù, gli onori, i prestigi umani, riveleranno la loro inconsistenza. Perdonami se fino ad oggi non mi sono impegnato a curare con sollecitudine la mia vigna e forse l’ho ridotta a pascolo infruttuoso. Ripara con il tuo Amore Misericordioso tutti i danni che io vi ho arrecato e proteggila ancora con il tuo amore. Amen.
Maria, Madre nostra santissima, chiediamo anche a Te di prenderti cura del nostro cuore, come ti prendesti cura del bimbo Gesù. Amen.
Canto eucaristico: Anima Christi
Anima Christi, santifica me Corpus Christi, salva me.
Sanguis Christi, inebria me Aqua lateris Christi, lava me.
1. Passio Christi, conforta me.
O bone Iesu, exaudi me.
Intra vulnera tua absconde me.
2. Ne permittas a te me separari.
Ab hoste maligno defende me.
In hora mortis meæ voca me.
3. Et iube me venire ad te,
ut cum sanctis tuis laudem te
per infinita sæcula sæcurum. Amen.
- Sia Benedetto il Padre, vignaiolo infaticabile, che si prende cura delle nostre anime.
- Benedetto Gesù, che ripara i nostri errori e ci permette di salvarci.
- Benedetto lo Spirito Santo, che agisce sempre in noi per santificarci.
- Benedetta Maria, Donna vestita di Sole, donna del sì coraggioso, Donna dalla fede ardente.
- Benedetti tutti quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
Canto: Salve Regina…