CON ABRAMO, PADRE DELLA FEDE
Canto eucaristico: Ai tuoi piedi
ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU'
Gesù, siamo ai tuoi piedi per adorarti, per ringraziarti, per benedirti. Siamo tue creature rese stolte dallo spirito del mondo. La saggezza evangelica ci sembra cosa da ingenui. Abbiamo perso lo spirito di semplicità che tanto piace a Te e ci libera dall'ingombro mentale, per poter accogliere quanto Tu ci proponi. Tu hai detto: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Ti chiediamo per grazia la docilità del cuore, per poter accogliere la tua Parola.
Questa sera vogliamo mettere davanti a Te la nostra fede. Povera fede, che non raggiunge neanche lo spessore del piccolo seme di senapa, misura che basterebbe per farci ottenere addirittura lo spostamento delle montagne, quelle montagne di difficoltà, che noi ci creiamo e che sembra ci rendano impossibile seguire Te, Via, Vita e Verità.
Troppe verità oggi si mettono in contesa con la tua Verità e noi, piccoli cristiani senza la spina dorsale della fede, vacilliamo, ci lasciamo convincere, cediamo al possibilismo e Tu resti solo, abbandonato anche da noi che veniamo qui, davanti a Te, ma con il cuore lontano da Te. Sentiamo rivolte a noi le parole che dicesti ad alcuni che ti cercavano ma non avevano il cuore libero: “Voi mi cercate, ma il vostro cuore è lontano da me”.
Ti preghiamo, Signore, questa sera di abbattere le barriere che rendono falsa la nostra fede. Vogliamo tornare a casa con una fede più solida, con la fede di Abramo che fu capace di lasciare la sua terra e s'incamminò verso la terra che Tu avevi scelto per Lui, non lasciandosi condizionare dai benpensanti del tempo, che lo invitavano alla razionalità.
Siamo troppo razionali, Signore, ma la nostra mente non è illuminata da Te; la nostra logica è solo umana, non ci fidiamo di Te, ci fidiamo delle nostre scelte che evitano ogni rischio, lasciando a Te pochi minuti scelti da noi, sempre che non vi sia qualche altra occasione, per far passare in second'ordine il tempo da destinare a Te e alla nostra anima.
Non siamo capaci, Signore, di lasciare noi stessi, le nostre piccole convinzioni, la nostra saggezza umana, per poter accogliere quanto Tu ci proponi. Ti preghiamo, cambiaci il cuore!
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Vocazione di Abramo
“Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei.
Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questo paese». Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore ”. ( Gen. 12:1-8)
ATTO PENITENZIALE
Signore, come ad Abramo, anche a me hai fatto la proposta di lasciare la mia terra. Anche a me hai consigliato di lasciare il mio modo di concepire la vita e di accogliere le tue idee, di entrare nella tua logica. Ma io non ho saputo, come lui, staccarmi dal mio pensiero prudente secondo il mondo. E così me ne sto nella mia terra e non scopro la novità a cui Tu mi inviti.
Perdonami, Signore, la mia fede è povera, esitante, ancorata alla terra. Donami il coraggio della fede di Abramo e la sua profonda amicizia con Te.
Ad Abramo dicesti che avresti fatto di lui un grande popolo; a me hai detto che vuoi fare di me un santo del terzo millennio. Anche di me vuoi fare una benedizione per quanti mi vivono accanto, vuoi rendermi strumento della loro serenità in terra, della loro felicità in cielo. Ma io preferisco assicurare ai miei figli la laurea, la casa, le comodità… e non mi preoccupo con lo stesso zelo di lasciare loro la Tua benedizione.
Perdonami, Signore! La mia fede è una larva che stenta a maturare. Lavora il mio cuore, cambialo, è un cuore incapace di decidersi per Te, di intraprendere la strada stretta della fede certa.
Signore, Abramo partì a 75 anni. Io mi giustifico spesso, dicendo che ormai certe cose le devono fare i giovani, e per di più i giovani che la mia generazione non ha avuto la forza e la determinazione di formare nella fede. Non è mai tardi per accogliere il tuo invito. Quando gli apostoli Ti consigliarono di non recarti a Gerusalemme dove eri ricercato, Tu rispondesti che le ore del giorno sono 24 e che finché avevi tempo non l'avresti sciupato per la paura di essere arrestato.
Aiutami, Signore, a non perdere tempo immaginando pericoli che frenano la mia generosità. Aiutami a fidarmi di Te. Rendimi convinto che se mi metto al tuo servizio non devo temere di nulla. Aiutami a spendere per Te fino all'ultimo istante della mia vita.
Abramo, giunto nella terra che il Signore gli aveva dato, costruisce un altare per offrire i suoi sacrifici di lode, di adorazione, di ringraziamento a te, suo Dio. Io, quando sono entrato nella casa dove avrei iniziato la mia vita matrimoniale, forse non ho pensato a Te, non mi sono costruito l'angolo della preghiera. Ma posso farlo oggi. La preghiera familiare forse non è un'abitudine della mia casa, ma posso tentare di introdurla. Come sono lontano dai modelli biblici che Tu mi presenti, Signore!
Insegnami, Signore, a pregare con il mio coniuge e con i miei figli, fammi capire che i momenti di preghiera familiare sono quelli che maggiormente uniscono i nostri cuori e le nostre anime, insegnami la vera religiosità, Signore.
(Ci segniamo con l'acqua benedetta e intanto si canta)
Canto: Ecco l'uomo
DIO ENTRA NELLA NOSTRA STORIA
L'intercessione di Abramo
Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. Il Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci ». ( Gen 18:16-32)
PREGHIERA DI INTERCESSIONE
Signore, Tu ti sei rivelato a Madre Speranza come Amore Misericordioso. I tempi difficili e di lotta per la Chiesa, di cui Tu le parlavi, sono giunti. Le nostre nazioni, le nostre città, sono nella stessa condizione di Sodomia e Gomorra.
Noi, come Abramo, ti diciamo: Signore, non siamo degni di parlarti perché anche noi siamo peccatori, ma se nella nostra Italia ci sono cento giusti, Tu perdonerai alla nostra nazione?
Aspettiamo la tua risposta, Signore, ma sappiamo che sarà la stessa che hai dato ad Abramo. Dicci però, Signore, ma ci sono cento giusti in Italia, cento persone completamente abbandonate a Te, completamente donate al tuo Amore Misericordioso, che siano capaci di offrirsi vittime per la salvezza della nazione?
Potremmo essere noi, ma Tu devi cambiare il nostro cuore, siamo troppo pavidi, Signore, ci manca il coraggio di lasciarci programmare la vita da Te, di lasciarci guidare per le vie difficili della sofferenza redentiva.
Mostrati ai nostri cuori, Signore, e ci sentiremo risorgere.
In questa Quaresima vogliamo impegnarci a uscire dalla nostra meschinità, vogliamo dirti con determinazione: Signore, conta su di noi, siamo i tuoi Laici dell'Amore Misericordioso, siamo la nuova umanità che Tu ti sei scelto, come sale di questo mondo insipido, come lievito di questa nostra società, che si ostina a non lasciarsi fermentare dal lievito evangelico.
Ma Tu, Signore, sii il nostro fermento! Se noi non siamo fermentati non potremo fermentare, se rimaniamo nel freddo della nostra tiepidezza, non riusciremo a trasformarci in lievito. Il Fermento sei Tu, Signore, noi siamo solo materia inerte se non siamo permeati da Te, Forza lievitante.
“Non distruggerò la città, hai detto ad Abramo, se in essa troverò cinquanta giusti, quaranta giusti, trentacinque giusti… venti,…dieci giusti”. E allora, anche se non trovi cento Laici dell'Amore Misericordioso, accontentati, ti preghiamo, dei pochi che sono fedeli a Te e sanno vivere secondo il tuo volere. Per loro, Gesù, salva la nostra nazione, salva la nostra Congregazione, salva la Chiesa dalla mediocrità dilagante.
E se nelle nostre famiglie trovi un solo giusto, non salverai noi e i nostri figli? Rendici giusti, Signore, e salvaci, ti preghiamo; rendici cellule sane della società e della Chiesa, cellule che sanno formare gli anticorpi, capaci di lottare contro i virus nocivi che minano le nostre famiglie e minacciano l'intero corpo mistico.
Non ci salverà la scienza, non ci salverà la politica, non ci salverà la ricchezza, non ci salverà la potenza… Solo Tu puoi salvarci, Signore, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, Dio di Gesù Cristo, Dio di Madre Speranza, Dio nostro. Amen!
PREGHIERA PERSONALE DI INTERCESSIONE
Per questo ti diciamo: Gesù, nostro Salvatore e Redentore, salvaci!
(Ognuno prega liberamente per chi vuole, chiedendo salvezza e redenzione)
A TU PER TU CON DIO
Canto: Eccomi
Il sacrificio di Isacco
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Fa spavento la fede di Abramo: non contesta, si mette all'opera senza chiedere spiegazione! Eppure era il suo figlio, il suo unico, il figlio della promessa! La mente si rifiuta di pensare. Come ha potuto Abramo accettare un tale ordine senza urlare di spavento?
† Abramo credeva nella mia parola. Credeva che Dio non smentisce mai le sue promesse, non conosceva la via che avrei usato per realizzarle, ma non dubitava che fosse possibile. Abramo sapeva che non stava percorrendo una via umana ma una via divina e perciò, si lasciava guidare, anche se il suo cuore sanguinava.
Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme.
Dimmi, Signore, come ha fatto Abramo a prendere in mano il coltello che avrebbe usato per uccidere il figlio? Come ha fatto a mettere la legna sulle spalle del suo ragazzo? Io mi smarrisco, non capisco, mi spavento!
† Anche Abramo tremava come te, anche Abramo soffriva, anche Abramo aveva il cuore spezzato, ma Abramo credeva che io avrei mantenuto la promessa e, sorretto da questa fede, caricò la legna sulle spalle del figlio, anticipando nel segno, ciò che io avrei fatto dopo secoli, caricando il legno sulle spalle del mio Figlio diletto, per riscattare il peccato dell'uomo.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
In questo episodio non mancano i dettagli che rendono più drammatico il momento. Povero Abramo! Ma adesso che Tu l'hai accostato a Te capisco che Abramo era entrato completamente nel tuo mistero, era un vero patriarca che aveva messo al primo posto Te, Padre santo e onnipotente, sapienza e santità divina.
† Io farei anche di te un altro Abramo, ma tu me lo permetti? Tu ti fidi ciecamente di me? Abramo ha il merito della fede e questa gli viene ascritta a suo credito.
Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
E' confortante per me questo momento: è la serenità dopo l'angoscia, è il sollievo dopo l'oppressione, il sereno dopo la tempesta. Padre santo, io sento il rifiuto per il dolore, il distacco, la morte… niente mi la rende accettabili queste realtà, perciò Ti ringrazio per tutte le sventure che si risolvono positivamente, Ti ringrazio a nome di tutte le mamme e i papà, che trepidano per la salute dei loro figli e poi li vedono rifiorire nella guarigione.
† La morte non l'ho inventata io, il dolore non l'ho inventato io, io ho solo trovato il sistema di renderlo redentivo mediante l'amore. Ma quando un mio figlio soffre, quando un mio figlio muore, io sono vicino a lui per aiutarlo nel momento difficile, pronto a trasformargli il dolore in gioia non appena superata la prova.
Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce ». (Gen 22:1-18)
Come sei grande, Signore, nella tua ricompensa! La tua benedizione riapre il dialogo tra l'uomo peccatore e Te, Padre buono, un dialogo d'amore, di benedizione, di prosperità tanto grande da prendere a paragone le stelle del cielo e i granelli di sabbia che sono sulla spiaggia del mare, per noi impossibili da quantificare. Grazie, Dio grande, Dio santo, Dio buono, Dio misericordioso.
† Da Abramo impara la lezione della fede che sposta le montagne di difficoltà, poste dalla vostra mente e dal vostro limite. Impara la fiducia in Dio amante della vita e dell'uomo sua creatura, impara la pazienza perseverante, che sa attendere i tempi di Dio e non misura le cose di Dio con il metro umano. Se lo farai, avrai anche tu la benedizione di Abramo.
Canto: Noi crediamo in te, o Signor
Benedetto il Padre, che ha continuato la storia della salvezza attraverso i patriarchi e i profeti.
Benedetto Gesù, che fin dall'eternità accettò di essere nostro Salvatore e Redentore.
Benedetto lo Spirito, che in tutti i tempi ha suscitato uomini capaci di mettersi in relazione con Dio.
Benedetto Abramo, che ha saputo credere anche contro ogni speranza.
Benedetto Isacco, che non si è ribellato a Dio neanche quando si trovava sull'altare del sacrificio.
Benedette tutte le creature, che sanno accogliere la chiamata di Dio con la stessa fede di Abramo.
Benedetti noi, se, messi alla prova, sapremo rimanere fedeli a Dio e al suo Vangelo.
Benedetta Maria, insieme a tutti gli Angeli e i santi, che lodano e ringraziano Dio per noi.
Canto finale: Resta con noi Signore la sera.