CENTRO CULTURA CRISTIANA di VERONA
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ISLAM I “1400” ANNI DI STORIA (continuazione)
Come si è diffuso l’Islam? A forza di guerre. Ne diede il primo esempio il fondatore, Maometto, trucidando sia i “popoli idolatri”, che dovevano essere ricondotti alla fede in un solo Dio, sia il “popolo del libro”, cioè Ebrei e Cristiani presenti in Arabia in numerose comunità.
A soli vent’anni dalla morte del “Profeta” gli arabi musulmani, condotti dal califfo Caleb, conquistarono la Palestina, tutta l’Africa cristiana mediterranea, sconfissero l’impero persiano e minacciarono Bisanzio. Quindi dal Marocco passarono in Spagna, cacciarono i Visigoti e da lì avrebbero invaso l’Europa se non fossero stati fermati a Poitiers da Carlo Martello (732).
Quegli arabi musulmani che rimasero in Spagna dopo la sconfitta di Poitiers costituirono una forte comunità che, a contatto con la civiltà greco-bizantina e romano-cristiana, seppe dare il meglio di sé nel campo della filosofia e della scienza. Tuttavia l’indole bellicosa dell’Islam arabo riemergeva sempre di più, costituendo una minaccia insidiosa per il resto d’Europa.
Solo dopo sette secoli, nel 1240 con San Ferdinando III° di Castiglia e nel 1481 con il Re Ferdinando d’Aragona, gli arabi furono cacciati.
Dal secolo XV° la cultura islamica cominciò un inesorabile declino mentre avanzava sempre più minacciosa la presenza dei Turchi musulmani (Ottomani) che minacciavano seriamente tutta la civiltà cristiana. In questo spirito di difesa della cultura occidentale i cristiani impedirono l’avanzata musulmana in Europa combattendo a Lepanto (1571), a Vienna (1683), a Belgrado (1717).
Quando si vogliono paragonare le Crociate condotte dai cristiani contro l’Islam tra il XII° e XIII° secolo alle cosiddette “guerre sante” islamiche, è doverosa una precisazione: le Crociate nulla hanno da spartire con le guerre islamiche, non tanto per la differenza nella strategia bellica, ovviamente, ma per un concetto basilare di fondo: le Crociate furono spedizioni militari promosse non per imporre la fede cattolica, ma per liberare i luoghi santi occupati dai musulmani che impedivano l’accesso, pena la morte, ai pellegrini “infedeli”.
Non ci sarebbero state le Crociate se l’Islam avesse rispettato le terre cristiane, di proprietà dei cristiani, fra l’altro! Che poi, anche tra i Crociati (a onor del vero, tra le fila dei mercenari assoldati dalle truppe cristiane) siano avvenuti abusi ed efferatezze è vero, tuttavia molti storici, tra cui Jean Richard e Renè Grousset sono d’accordo nel sostenere che le Crociate hanno segnato una grandiosa epopea storica, per vari motivi, ovviamente, il primo dei quali perché tutto il mondo cristiano si era unito “come un cuor solo” nell’unico intento di difendere quel patrimonio di fede, di cultura e di luoghi sacri segnati dalla presenza e dalla dottrina di Cristo. C’era la consapevolezza che ciascun cristiano e tutta la comunità aveva in consegna un immenso tesoro da difendere e da tramandare integro ai posteri, tesoro per il quale bisognava, se le circostanze lo esigevano, arrivare perfino a combattere.
(continua al numero successivo)