IL PROTESTANTESIMO
LUTERO E LE NOSTRE COSCIENZE, 499 ANNI DOPO
MASSIMO VIGLIONE ·
Cinquecento anni orsono, all’alba del 31 ottobre, il monaco agostiniano Martin Luther attaccava al portone della cattedrale di Wittenberg 95 tesi, dando così inizio a uno dei più sconvolgenti e determinanti eventi della storia umana, la Rivoluzione Protestante.
Dati i profondissimi cambiamenti avvenuti in una non secondaria parte del clero cattolico negli ultimi decenni, con un crescendo esponenziale negli ultimissimi anni – colui che fin da subito e fino a cinquant’anni or sono è stato sempre considerato da tutti i papi, i santi, i teologi, gli ecclesiastici, gli intellettuali cattolici, tutti i fedeli di tutti i tempi e luoghi, come il nemico umano numero uno della fede e della Chiesa cattoliche, si sta trasformando di contro, giorno dopo giorno, in un grande teologo e mistico da celebrare e rivalutare opportunamente. Non per niente, è appena uscito un libro intitolato “Lutero mistico”: per chi conosce la sua storia e vita, questo titolo altro non può costituire che un ossimoro e quindi dà l’idea di quello che si sta preparando.
In Germania, cardinali ancora ufficialmente afferenti alla Chiesa Cattolica si stanno già adoperando per i grandi festeggiamenti.
Ora, respondere oportet. Non ai protestanti ovviamente, visto che lo hanno già fatto per secoli papi, santi, dottori e teologi della Chiesa, a partire dal Sacrosanto Concilio di Trento (1545-1563) in poi. È necessario rispondere per tutti quei cattolici, numero immenso – in grandissima parte laici, ma non solo – che, più o meno in buona fede, continua, ingenuamente o caparbiamente, a seguire gli ingannatori e gli sconvolgitori della vera dottrina della Chiesa Cattolica, del Magistero e delle verità evangeliche e naturali, rischiando di finire nel baratro dell’eresia conclamata e perpetrata.
Andiamo subito al dunque ed evidenziamo direttamente le differenze essenziali tra le verità dogmatiche, teologiche, liturgiche, spirituali e anche estetico-artistiche della Chiesa Cattolica e le idee proposte da Lutero e portate fino alle estreme conseguenze dopo di lui dai suoi seguaci o da altri cosiddetti “riformatori”: sì, perché occorre anzitutto sempre tener presente che, all’interno dell’intero protestantesimo, Lutero… è il “centro-destra”, se così si può dire, ovvero è il meno estremista (a parte forse il caso specifico dell’anglicanesimo): dopo di lui, sempre e solo ancora peggio (come del resto sempre accade in tutte le rivoluzioni).
GRAZIA, FEDE, OPERE, PREDESTINAZIONE
DOTTRINA CATTOLICA
Secondo la dottrina della Chiesa Cattolica alla salvezza dell’uomo concorrono due fattori: la Grazia di Dio e le buone opere dell’uomo. Questo significa che prima Dio concede all’uomo la sua Grazia (“gratis”, appunto), senza la quale l’uomo non può compiere il bene; poi però, l’uomo deve accettare tale dono divino e ricambiare operando e cooperando secondo la volontà e l’insegnamento di Dio (le “buone opere”, appunto) al fine di rientrare nel numero degli eletti. L’uomo, di conseguenza, si può salvare solo accettando la fede che Dio ci dona tramite la grazia e agendo bene. Il secondo elemento, le opere, è condizionato dal libero arbitrio dell’uomo, è una sua libera scelta dalla quale però dipende il suo destino eterno: l’uomo è libero anche di rifiutare la grazia e di compiere il male. Così come è libero di pentirsi ed espiare in qualsiasi momento, anche sul punto di morte.
IDEOLOGIA LUTERANA
Secondo Lutero, invece, l’uomo si salva solo con la fede che Dio gli dona: è la giustificazione per sola fede. Solo Dio salva l’uomo: al massimo, il comportarsi bene o male di un uomo è “segno” della sua predestinazione (al paradiso nel primo caso, all’inferno nel secondo). Lutero nega, di conseguenza, lo stesso libero arbitrio dell’uomo: non a caso scriverà un’opera intitolata De servo arbitrio che lo porrà in contrasto con Erasmo da Rotterdam, grande sostenitore invece del libero arbitrio e della dignità umana.
La limitazione – divenuta poi negazione – del libero arbitrio ai fini della salvezza eterna, insieme alla negazione della Chiesa e del clero consacrato, fa sì che il protestantesimo abbia medesima struttura mentale dell’islamismo. Ma, a parte ciò, è importante sottolineare come questa trovi fondamento in un pessimismo radicale che comporta la deresponsabilizzazione dell’uomo nei confronti del male. Il peccatore è tale non perché abbia liberamente scelto il male, ma perché Dio lo ha predestinato al male. In pratica, la natura dell’uomo è talmente e irrimediabilmente ferita dal peccato originale che paradossalmente risulta alla fine essere senza colpa vera in quanto vittima appunto della colpa primigenia, di cui il vero responsabile diviene Dio stesso, che secondo la sua liberissima volontà (il volontarismo tardo medievale) sceglie ab aeterno il destino eterno di ogni individuo (a chi mastica di queste cose… non può sfuggire il nesso con lo gnosticismo cabalistico). Ecco spiegato il senso del “pecca fortiter” di Lutero.
P.s.: quando il cardinal Caetano, al secolo Tommaso De Vio, insigne teologo, nel suo incontro con Lutero, rispose alla sua affermazione della giustificazione per sola fede che nella Lettera di San Giacomo è scritto che la fede senza le opere è morta (Gc. 2,17), e visto altresì che Lutero, come tra poco vedremo, sosteneva la Sola Scriptura, ovvero che solo la Bibbia fa fede nella dottrina cristiana (e pertanto tale obiezione era per lui ancor più insidiosa), egli rispose seccamente che la Lettera di san Giacomo è falsa! Come dire… se i fatti contraddicono le mie idee, tanto peggio per i fatti… Ecco perché si può tranquillamente definire il pensiero di Lutero come “ideologia”.
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