LA FORZA DELL'AMORE Anna Pelle
Giorni fa, per puro caso, ho avuto modo di vedere una pellicola
di qualche anno fa, che mi ha dato modo di riflettere su quanto
sia imprescrutabile il cervello umano e la logica che ognuno di
noi elabora nel suo io a seconda dello stato d'animo e dal contesto
in cui vive e lavora.
E' la storia di un bambino nato con degli handicap fisici e mentali:
le sue gambe sono ingabbiate dentro stecche di metallo, per cui
cammina come un robot, il suo cervello è molto limitato,
con un quoziente intellettuale molto basso.
Confortato dalla costante presenza della mamma, che riesce a trasmettergli
fiducia, trovando in ogni caso il lato positivo, pur vivendo in
questo contesto dove diventa "soggetto" dei suoi coetanei,
c'è in lui un'eccezionale forza, che gli permette di non
lasciarsi sopraffare. Unica amica una bambina, anche lei provata
nel corpo e nello spirito, essendo vittima del padre che ne abusa
sessualmente.
Fra di loro nasce istintivamente un sentimento di solidarietà
e di affetto che per lui diventerà amore non ricambiato.
Con le sollecitazione che da lei gli vengono trasmesse, lui riesce
a liberarsi di quei ferri che gli bloccano le gambe e a camminare
perfettamente, anzi a correre!
Questa qualità gli darà l'opportunità di
diventare un campione e frequentare l'università, dove
mai avrebbe potuto accedere, dato il suo basso quoziente intellettuale.
Lui vive questa vicenda con animo e sentimenti non corrotti, che
non vengono meno neanche quando è costretto a vivere gli
orrori della guerra, in cui partecipa sino a diventare un eroe,
addirittura decorato al valore, restando sempre in quel suo mondo
così semplicemente ingenuo e pulito. I suoi valori sono
così profondi e ben radicati, da portarlo a rispettare
la parola data ad un compagno morto.
Avrà nella sua esistenza tutto ciò che ognuno di
noi vorrebbe: ricchezza, fama, successo
ma non lo scalfiranno,
resterà quel bambino innocente, attaccatissimo alla mamma,
che anche nel suo letto di morte, saprà spiegargli, dietro
sua richiesta, come anche morire sia una cosa naturale e inarrestabile,
ed è bene saperla accettare con serenità.
Ho trovato anche molto interessante la sua capacità di
analizzare se è il destino o siamo noi a decidere sul corso
della nostra esistenza. Questa domanda che lui si pone è
un enigma per me spettatrice, a cui non ho saputo dare risposta,
pur rendendomi conto che è in quella chiave di lettura
la risposta ai nostri affanni quotidiani.
E' stato un semplice film inventato, ma ha saputo trasmettere
a me, e forse a chiunque lo abbia visto, la bellezza e la poesia
che può scaturire quando nell'essere umano non c'è
corruzione e malizia, quando sappiamo accettare il nostro destino
e i nostri limiti con semplicità e godere, giorno per giorno,
di ciò che la vita ci offre.
Questa, ritengo, sia la grazia più grande a cui ognuno
di noi dovrebbe aspirare.
Il giorno 22 giugno, in Istituto, vivremo l'EUCARISTIA
per un'intera giornata,
insieme agli amici di Succivo
E' un'esperienza da non perdere.