UNA MANO NEL FONDO DELL'ABISSO (Anna Pelle)
In questo mondo popolato da noi esseri umani civili, si suppone
di vivere in una società in fase così avanzata ed
evoluta, da poter credere che si sia raggiunto il massimo, ricchi
come siamo di quel bagaglio storico-culturale pervenutoci dal
passato.
Dovremmo essere come bambini innocenti lungo il sentiero della
vita, pieni di ottimismo, fraternamente protesi gli uni verso
gli altri per aiutarci in caso di necessità con amore misericordioso
e sincero, senza secondi fini, privi di quella ipocrisia che ci
autorizza a dare giudizi frettolosi ma tanto utili per scaricare
la nostra coscienza a motivo dei rifiuti che diamo a richieste
di aiuto, malgrado gli insegnamenti che instancabilmente Suor
Rifugio ci rinnova.
E' possibile cadere in questo diabolico tranello e, col passare
degli anni quell'ottimismo che è in noi si affievolisce.
Guardandoci intorno si ha l'impressione di vivere in una giungla,
dove il più debole soccombe, schiacciato da quella forza
diabolica, fonte di maleficio, che genera in noi la voglia di
sopraffarci gli uni agli altri, lasciando serpeggiare dentro di
noi, se pure inconsciamente, il desiderio di primeggiare in tutti
i campi, calpestando ogni sentimento di amore cristiano
Ma se, da veri cattolici credenti, avremo quella forza interiore
che il Padre nostro Dio ci trasmette, avremo la possibilità
di non cadere in questo tranello che ridurrebbe il nostro spirito
alla morte. Se riusciremo a capire e a gioire di quelle piccole
cose che sembrano di nessun valore, nel fondo di questo abisso
di indifferenza glaciale, risaliremo la china, ritroveremo quei
valori umani sopiti e ancor peggio dimenticati.
Mi è capitato di imbattermi in realtà differenti
e a noi lontanissime, che mi hanno fatto riflettere. Voglio raccontare
in proposito un episodio che mi è capitato: Nelle mie vacanze
natalizie, sono stata ospite di alcuni amici in Messico e questo
episodio è accaduto al vigilia di Natale. Per un disegno
a me incomprensibile, mi è capitato di conoscere una giovane
donna, che non ha nessun bene materiale eccetto una numerosa famiglia
composta da 14 fratelli e tanta povertà. Il suo più
grande desiderio è di avere una bicicletta che le permetterebbe
di raggiungere il suo posto di lavoro in minor tempo, dato che
attualmente fa 10 Km a piedi la mattina e altrettanti la sera,
per svolgere il suo servizio di domestica l'intera giornata. Lei
si muove in questa grande casa con tanta leggerezza da sembrare
irreale; quando viene chiamata arriva immediatamente e con voce
sottile la si sente dire: "Comandi, signora". Ricevuti
gli ordini si ritira in punta di piedi senza mai girare le spalle.
Questo essere così mite e gentile, ha mostrato una bontà
ineguagliabile: la vigilia del S. Natale le ho fatto un piccolo
dono e mai avrei potuto immaginare di vedere in quegli occhi così
puri il cambiare di espressioni che passavano dallo stupore, alla
meraviglia, all'incredulità ed infine alla riconoscenza
che, ammutolita, non riusciva ad esprimere. L'indomani è
venuta a sua volta con un pacchetto per me. Apertolo conteneva
un sacchetto di tela dove aveva ricamato il mio nome quella stessa
notte e poi l'aveva ripieno di noccioline. Non credo di aver mai
ricevuto nella mia vita un regalo più bello. Mi sono sentita
piccola piccola davanti a quella purezza e innocenza di animo:
un misto di commozione mi ha assalita tanto che non sono riuscita
a trattenere le lacrime.
Ancora una volta mi convinco che un piccolo gesto di amore, rivolto
ai più deboli, ci arricchisce di quel bene spirituale che
non ha prezzo.
Mai lei saprà come è stato grande il regalo che
mi ha fatto, dandomi una mano nel fondo dell'abisso, per farmi
capire che il consumismo attuale, a cui sono abituata e che mi
circonda nel periodo natalizio, mi fa sentire più forte
un senso di soffocamento.