Camposcuola a Santomera (Murcia)
Non finirò mai di ringraziare il Signore e Suor Rifugio che ci ha acciuffati all’ultimo istante, per averci dato l’opportunità di partecipare al nostro primo Camposcuola, e per di più a Santomera, nei luoghi in cui è nata e ha mosso i suoi primi passi di santità la nostra amata Madre Speranza.
Avevo tanto desiderato di partecipare al camposcuola per poter visitare per una volta in vita mia i luoghi della Madre. Ma problemi personali mi avevano costretto a non dare la mia adesione. Ma il Signore ci segue con un amore instancabile, vede nel segreto del nostro cuore, e quello che a noi sembra umanamente impossibile diventa possibile.
Come possiamo dire che il Signore non è presente realmente nella nostra vita, che ci segue, ci guida, parla al nostro cuore, per aiutarci a riconoscere quale è la sua volontà per noi?
E’ stata una esperienza bellissima, di convivenza con tanti fratelli di Roma di Napoli di Caserta di Catania. Diversi non conosciuti prima eppure uniti come se ci conoscessimo da tanto tempo. Il Signore costruisce Ponti Infiniti di Amore.
E’ stato meraviglioso, ritrovarci insieme al gruppo ALAM di Santomera, per celebrare il gemellaggio proposto da Sergio. E’ stato un momento di gioia infinita pregare insieme in Italiano e Spagnolo, e ritrovarci intorno alla Madre per condividere questo momento importante di fraternità e di spiritualità. I nostri fratelli di Santomera sono persone squisite, hanno dimostrato una generosità, una accoglienza, un affetto indescrivibili. Tanto da mettere in discussione la mia di generosità, di accoglienza e di affetto. E’ stato bello pregare, cantare, e perché no mangiare la Paella insieme nell’Orto di Madre Speranza, e bere anche la loro birra, nel luogo in cui la madre ha vissuto dopo l’alluvione, nella casa offerta alla sua famiglia da una famiglia del posto.
E’stato un vero peccato non vivere questa esperienza come gruppo Alam1. Avrebbe unito molto di più il nostro gruppo, intorno al carisma meraviglioso dell’Amore Misericordioso trasmessoci da Madre Speranza.
Il cammino che ci ha proposto Suor Rifugio, che purtroppo non siamo riusciti a terminare, per non rinunciare a vedere posti importanti attraversati dalla Madre e per non rinunciare a momenti di fraternità con i fratelli di Santomera, è stato importante e ci ha aiutato a riflettere sulla nostra vita di coppia e personale.
Siamo tutti noi accerchiati dalle opere del malvagio, che vuole mettere il bastone in mezzo alle nostre ruote che sono il nostro faticoso cammino quotidiano verso il Signore. Lui usa tutti i mezzi per intralciare il cammino dell’Amore Misericordioso, perché non sopporta che gli portiamo via anime a lui fedeli o cadute nelle sue trappole travestite di fascino e apparente bellezza. Suor Rifugio ci ha esortato a resistere alle sue opere e ci ha dato gli “strumenti” utili per non farci tentare:
- Cingere i fianchi con la verità
- Rivestirsi con la corazza della giustizia
- Calzare ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace
- Tenere sempre in mano lo scudo della fede
- Prendere l’elmo della salvezza
- Prendere la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio
- Pregare incessantemente
- Vigilare con ogni perseveranza
- Pregando per tutti i santi (dalla lettera agli Efesini, 6.10-20)
Ringraziamo sempre il Signore per l’immenso dono che ci fa lasciandoci al nostro fianco Suor Rifugio, che sempre ci incoraggia, che sempre riesce a vedere il bene, che sempre ci aiuta alla riflessione profonda per farci incontrare con il suo Sposo Cristo Gesù. Dio la ricompensi sempre per la sua fatica quotidiana, mai sofferta mai esternata, ma sempre serbata nel suo cuore, per amore di Gesù e di tutti noi.
Abbiamo invitato il gruppo di Santomera a Roma nell’anno del Giubileo della Misericordia, per proseguire e rafforzare il nostro gemellaggio. Sembrano ben disposti a partecipare, Sergio continuerà a mantenere i contatti con l’Equipe del gruppo Santomera composta da Pilar la Coordinatrice, e da Pedro e Joacquin (entrambi nipoti della Madre Speranza). Speriamo e preghiamo affinchè possiamo condividere con loro un frammento del Giubileo della Misericordia. Il nostro Coordinatore Sergio farà del tutto affinchè si concretizzi, come ha fatto affinchè il gemellaggio “hermaniamento” si realizzasse in maniera profonda e spirituale. Ringraziando Dio riuscendoci.
Io ho vissuto questo camposcuola come un pellegrinaggio sui luoghi della Madre, un pellegrinaggio che ci prepara e ci incammina verso il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Propongo a tal proposito un tratto della Bolla di indizione del giubileo Misericordae vultus:
14. Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio.
Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi.
Il Signore Gesù indica le tappe del pellegrinaggio attraverso cui è possibile raggiungere questa meta: « Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio »(Lc 6,37-38).
Dice anzitutto di non giudicare e di non condannare. Se non si vuole incorrere nel giudizio di Dio, nessuno può diventare giudice del proprio fratello. Gli uomini, infatti, con il loro giudizio si fermano alla superficie, mentre il Padre guarda nell’intimo. Quanto male fanno le parole quando sono mosse da sentimenti di gelosia e invidia! Parlare male del fratello in sua assenza equivale a porlo in cattiva luce, a compromettere la sua reputazione e lasciarlo in balia della chiacchiera. Non giudicare e non condannare significa, in positivo, saper cogliere ciò che di buono c’è in ogni persona e non permettere che abbia a soffrire per il nostro giudizio parziale e la nostra presunzione di sapere tutto. Ma questo non è ancora sufficiente per esprimere la misericordia.
Gesù chiede anche di perdonare e di donare. Essere strumenti del perdono, perché noi per primi lo abbiamo ottenuto da Dio. Essere generosi nei confronti di tutti, sapendo che anche Dio largisce la sua benevolenza su di noi con grande magnanimità.
Misericordiosi come il Padre, dunque, è il “motto” dell’Anno Santo. Nella misericordia abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio. Viene in nostro aiuto quando lo invochiamo. È bello che la preghiera quotidiana della Chiesa inizi con queste parole: « O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto » (Sal 70,2). L’aiuto che invochiamo è già il primo passo della misericordia di Dio verso di noi. Egli viene a salvarci dalla condizione di debolezza in cui viviamo. E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. Giorno per giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo anche noi diventare compassionevoli verso tutti.
Ripercorrere alcuni passi di quelli che la nostra Beata Speranza ha percorso, è stato l’inizio del nostro pellegrinaggio per arrivare a passare la porta dell’anno santo, perché la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio.
Chiediamo con fede e fiducia l’intercessione della Madre Speranza, lei che per prima ha percorso il suo lungo pellegrinaggio, amando e riconoscendo il Signore in ogni momento della sua vita, innamorandosi ogni giorno di più di Lui, tanto da rendere la sua vita un costante impegno e sacrificio per non deludere mai il suo Buon Gesù, fino all’inverosimile.
“Signor mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male”.
Bruna
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Anche da quel’umile strumento artigianale, che è il nostro giornalino, un caldo ringraziamento a tutto il gruppo di Santomera e soprattutto a Joaquìn che non ci ha lasciato un istante, è stato sempre con noi, ci ha facilitato molti momenti che sarebbero stati per noi difficoltosi.
Il Signore lo ricompensi insieme alla sua dolce signora e la Madre Speranza, sua zia, gli ottenga dal cielo ogni grazia e benedizione.
Muchas gracias, Joaquìn!!! Os esperamos en Roma!