IL PERCHÉ DI UN SI’...
Barbara Battaglia
Quando Dio “chiama” non si comporta mai allo stesso modo ma la sua chiamata è sempre originale, unica, personale e personalizzata.
Egli chiamò Abramo facendo sentire la propria voce nell’intimo della coscienza del patriarca mentre questi era impegnato in tutt’altre faccende nella chiassosa città di Ur; la Voce era perentoria e non ammetteva repliche né ripensamenti: “Vattene dal tuo paese e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io t’indicherò” (Gen.12,1). Abramo restò affascinato dalla voce che gli rimbombava nel cuore e nella mente ed abbandonò la sicurezza della sua posizione economica e sociale, affrontando i rischi di una promessa di proporzioni così smisurata da sembrare irreale: “Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione… in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen. 12,2-3). Abramo non se lo fece ripetere due volte.
Mosè stava pascolando il gregge di suo suocero Ietro, quando Dio gli “parlò” da un roveto ardente, prospettandogli una grandiosa impresa: liberare un popolo intero dalla schiavitù in Egitto, uno dei regni più potenti del tempo e non c’è da meravigliarsi che Mosè si fosse spaventato di fronte a quella missione “impossibile”, ma come aveva già fatto il suo antenato Abramo obbedì.
Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò “Samuele!” ed egli rispose “Eccomi!”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!”; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quello rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta”. (1 Samuele 3,1-11). E la vita di Samuele cambiò.
Si potrebbe continuare all’infinito per raccontare la storia della chiamata di tanti uomini e donne che nel corso della storia antica e recente, hanno saputo ascoltare la “Voce” talvolta carezzevole, talvolta imperiosa ma sempre amorevole di Dio che chiama i suoi figli allo scopo di far giungere a tutti gli uomini il Suo annuncio di Salvezza.
Questa è la storia di una delle pagine più belle della Bibbia ma anche la pagina più bella della mia stessa vita.
Il Signore diverse volte si è chinato sul mio giaciglio per chiamarmi. Ed io puntualmente mi svegliavo per rispondere a Qualcuno di cui avvertivo la grandezza ma che non conoscevo davvero.
Ogni volta tornavo a dormire, ma la certezza di esser stata chiamata mi ha aperto gli occhi e dopo diversi tentativi anche io come Samuele ho pronunciato quelle parole: “Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta”.
Il Signore chiama, chiama incessantemente perché tu impegni coscientemente la tua vita al suo servizio. Dio chiama sempre, non smette mai di parlare al cuore e alla mente degli uomini, affinché possa trovare menti e cuori disposti ad ascoltarLo e donarGli il proprio unico, irripetibile, “Si”. Ed è nella grande Famiglia dell’Amore Misericordioso che pronunciamo il nostro “Si” al Signore, al suo Amore, alla sua Volontà, per diffondere a tutti il messaggio di Salvezza e testimoniare al mondo intero il Suo Amore infinito per tutte le creature.
Grazie Signore perché hai rivelato ai piccoli queste cose, grazie Signore perché non ti sei arreso e continui a chiamare, grazie Signore per averci amato di un Amore grande… grazie Signore Gesù per averci voluto qui oggi…