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GIUGNO 2012

     

Carissima Sr. Rifugio!!! 

 

            Spero che tu stia bene. Voglio ringraziarti per tutto quello che fai per noi e per tutte le coppie, voglio ringraziarti per il tuo impegno continuo, instancabile, per il tuo amore infinito verso tutti. Voglio donarti queste righe, esprimere le impressioni, le sensazioni scaturite dall'incontro per i fidanzati del 27 Aprile. Non avrei mai pensato di giungere ad un’esperienza così forte, credevo che il mio fidanzato non mi avrebbe appoggiato fino in fondo in questa scelta, cioè fino all'incontro con il Signore Gesù, e invece sì. La sua partecipazione e' stata semplice, spontanea, ricca di buoni propositi ma soprattutto ricca di momenti importanti.

            Mirco dice di essere sorpreso dal fatto che ogni volta che tu Sr. Rifugio c'insegnavi l'AMORE, il tempo in quella stanza scorreva velocemente e lui ricorda di averti ascoltato con piacere, senza sentire la minima stanchezza, senza avvertire noia o altre sensazioni avverse. Ricorda con affetto tutto quello che ci hai trasmesso e ti stima per la dolcezza con la quale hai saputo condurci (non solo per mano ma abbracciandoci) in questa esperienza. Si e' sentito accolto da te, dai fratelli, si e' sentito accolto da un mondo diverso. E in questo mondo il Signore lo sta chiamando. Ha parlato al suo cuore e lui forse sta aprendo le porte.

            Domenica tornando a casa in macchina  mi ha detto di aver avuto delle belle emozioni durante la messa, di essersi sentito partecipe come mai prima, di essere rimasto colpito da Don Giuseppe, dalle parole usate, dal modo in cui ci ha voluto conoscere e di averlo sentito davvero vicino alle nostre difficoltà come un fratello.

            Prima di confessarsi Mirco era un po’ in ansia poi invece appena finito mi ha riferito che è stato un gran bel momento, che Padre Felice ha saputo rivolgersi a lui con delicatezza, facendolo sentire un amico, un confidente. Grazie amico Gesù! Grazie fratello Gesù! Grazie Gesù! 

            Sr. Rifugio questa per me rappresenta già una grande grazia perché mai Mirco si è avvicinato così a dei momenti importanti e ora lo ha  fatto cogliendone anche il vero senso.

            Ma c'è di più: mi ha espresso il desiderio di voler partecipare qualche venerdì, così ha detto. 

            In quei giorni lo ha colpito il Vangelo che tu hai usato per mostrarci come aprirlo per vedere cosa il Signore ci vuole dire, bene il giorno dopo, il lunedì si e' messo alla ricerca in casa sua perché ricordava di averne avuto uno uguale, peccato però mai usato. Risultato? Lo ha trovato, è identico, scritto con caratteri molto grandi, sarà perché il Signore vuole parlarci chiaro!

            Quando Mirco viene a casa gli propongo di aprirlo a caso e ascoltare cosa il Signore vuole dirci e vuole essere sempre lui a scegliere dove aprire questo Santo Libro!

            Sr. Rifugio ho tantissime altre cose da raccontarti, tutto quello che ho vissuto io voglio dirtelo a voce perché meriti, dopo tutti i sacrifici che fai, e ne sono certa, meriti di sentire quanto sono serena perché sento che il Signore abita in me, meriti di sentire che ti voglio tantissimo bene perché sei lo strumento più melodioso che il Signore potesse scegliere di farmi ascoltare per la conversione del mio cuore... Grazie Gesù! Grazie Sr. rifugio!!!!

 

P.s Non so quando ma presto ci rivedremo perché già ci manchi, ci mancate tutti. E per sentirvi meno lontano prego per voi... 

Le foto in formato elettronico? Benissimo, non vediamo l'ora di rivivere qualche momento riguardandole. Mirco poi mi suggeriva che le foto saranno pure in formato elettronico ma tu Sr. Rifugio sei un Angelo in formato di suora!!!

            Ti abbraccia forte forte forte tutta la nostra famiglia!

            Con profonda stima ed infinito affetto, Barbara di Sora.

 

Da Luciana Canapa, una lettrice de “L’Incontro”

 

            Per me l’orologio della vita ha cominciato a girare 84 anni fa, nel carcere di Marassi (Genova).

            Tutto è cominciato quando il fratello di mia madre (mio zio). Lavorando in fabbrica 10 – 12 ore al giorno con uno stipendio da fame si scoprì sindacalista, inserendo nella mente dei compagni lavoratori il diritto del rispetto di chi lavora.

            Eravamo in pieno regime fascista alla fine dell’anno 1927. Naturalmente queste idee non erano gradite.

            Era un pomeriggio quando mia madre uscì di casa per una passeggiata: Incontrò un’amica che, agitata, l’avvisava di correre a casa per far scappare il fratello, perché i fascisti andavano ad arrestarlo. Infatti, mio zio Antonio Borgatti e l’amico Benzi lasciarono di corsa la casa. Quando quegli individui arrivarono non si fecero nessuno scrupolo a portare in carcere mia nonna e mia mamma col pancione incinta di me, che nacqui, come ho detto sopra, due mesi dopo a Marazzi.

            Se ne racconto la storia è perché non me ne sono mai vergognata!

            Quando mio zio venne arrestato ebbe a scontare sette anni di carcere: era un uomo intelligente, passò tutto quel tempo a leggere e studiare.

            Dopo il carcere fu pure fortunato, trovò da lavorare a Carasco nella fabbrica del tannino. La purezza delle sue idee restarono sempre integre e quando la guerra di Mussolini portò tragedie e morte, egli, con l’altruismo e l’onestà di cui era capace, prese parte alla Resistenza di città, prima nell’entroterra ligure, poi a La Spezia. Quando prima di lui morì mia zia a Chiavari, tanti vennero a porgere condoglianze a lui che meritava tanto rispetto.

            Quando morì lui ne parlò anche E. Macaluso nella prima pagina dell’Unità e il Secolo XIX di Genova.

            La memoria di questi avvenimenti mi fanno pensare che ricordare quel passato è tanto importante, aggiungo che anche mia madre condivise sempre le idee del fratello. Peccato che quelli della mia età si stiano assottigliando sempre più.

            Oggi 4 marzo 2012 anni 84 Luciana Canapa lettrice de “L’Incontro”.

 

Resistenza e Liberazione

 

            Cos’era che spingeva quei ragazzi a dare la loro giovane vita? Loro conoscevano il rischio, non lo facevano né per denaro né per gloria e quando con il freddo con i morsi della fame, con lo struggente desiderio di sentire i loro cari, venivano assaliti da quella malinconia che attanaglia l’anima, solo allora la reazione istintiva del pensare al domani li portava a capire che la tirannide Nazifascista doveva terminare, dovevano finire i dolori di quel popolo ridotto allo stremo, con quella guerra che, avevano detto: durerà 6 mesi. La verità fu un’altra. E poi?

            Perché tanti, troppi italiani hanno dimenticato?

            Perché tanti, troppi non sanno?

            Perché da subito, i libri di scuola hanno taciuto la verità?

            Questi erano i Partigiani, quelli che offrivano il loro sangue, la vita, nella consapevolezza di sapere che i loro valori avrebbero portato alla Libertà, quella che il popolo aspettava dopo gli anni nefasti del nazifascismo.

            Io c’ero, ne ho anche conosciuto di quei “ribelli” lo vedo e lo sento quel sangue e… mi si stringe il cuore. E allora mi chiedo: Perché? Da chi sono voluti i rigurgiti fascisti di quelli che credono di poter riportare la storia in dietro! Perché?

 

                                                                                  Luciana Canepa anni 84

 

P.S. Nelle librerie forse potreste trovare “Lettere dei condannati a morte per la Resistenza”

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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