LA VITA IN CRISTO
SEZIONE PRIMA
LA VOCAZIONE DELL'UOMO:
LA VITA NELLO SPIRITO
357. Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti?
1691-1698
Ciò che il Simbolo della fede professa, i Sacramenti lo comunicano. Infatti, con essi i fedeli ricevono la grazia di Cristo e i doni dello Spirito Santo, che li rendono capaci di vivere la nuova vita di figli di Dio nel Cristo accolto con la fede.
«Riconosci, o cristiano, la tua dignità» (san Leone Magno).
LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA
L'UOMO IMMAGINE DI DIO
358. Qual è la radice della dignità umana?
1699-1715
La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un'anima spirituale e immortale, d'intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo corpo, alla beatitudine eterna.
LA NOSTRA VOCAZIONE ALLA BEATITUDINE
359. Come raggiunge l'uomo la beatitudine?
1716
L'uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male.
360. Perché le Beatitudini sono importanti per noi?
1716-1717 1725-1726
Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l'autentica vita cristiana e svelano all'uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna.
361. In che rapporto sono le Beatitudini col desiderio di felicità dell'uomo?
1718-17l9
Esse rispondono all'innato desiderio di felicità che Dio ha posto nel cuore dell'uomo per attirarlo a sé e che solo lui può saziare.
362. Che cos'è la beatitudine eterna?
1720-1724 1727-1729
È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt1,4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio al di sopra di tutto.
LA LIBERTÀ DELL'UOMO
363. Che cos'è la libertà?
1730-1733 1743-1744
È il potere donato da Dio all'uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. La libertà raggiunge la propria perfezione quando è ordinata a Dio, sommo Bene e nostra Beatitudine. La libertà implica anche la possibilità di scegliere tra il bene e il male. La scelta del male è un abuso della libertà, che conduce alla schiavitù del peccato.
364. Quale relazione esiste tra libertà e responsabilità?
1734-1737 1745-1746
La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti nella misura in cui sono volontari, anche se l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite e talvolta annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza subita, dal timore, dagli affetti smodati, dalle abitudini.
365. Perché ogni uomo ha diritto all'esercizio della libertà?
1738 1747
Il diritto all'esercizio della libertà è proprio d'ogni uomo, in quanto è inseparabile dalla sua dignità di persona umana. Pertanto tale diritto va sempre rispettato, particolarmente in campo morale e religioso, e deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e del giusto ordine pubblico.
366. Come si colloca la libertà umana nell'ordine della salvezza?
1739-1742 1748
La nostra libertà è indebolita a causa del primo peccato. L'indebolimento è reso più acuto dai peccati successivi. Ma Cristo «ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5, 1). Con la sua grazia lo Spirito Santo ci conduce alla libertà spirituale, per farci suoi liberi collaboratori nella Chiesa e nel mondo.
367. Quali sono le fonti della moralità degli atti umani?
1749-1754 1757-1758
La moralità degli atti umani dipende da tre fonti: dall'oggetto scelto, ossia un bene vero o apparente; dall'intenzione del soggetto che agisce, e cioè dal fine per cui egli compie l'azione; dalle circostanze dell'azione, ivi comprese le conseguenze.
368. Quando l'atto è moralmente buono?
1755-1756 1759-1760
L'atto è moralmente buono quando suppone ad un tempo la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. L'oggetto scelto può da solo viziare tutta un'azione, anche se l'intenzione è buona. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. Un fine cattivo può corrompere l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono. Invece un fine buono non rende buono un comportamento che per il suo oggetto è cattivo, in quanto il fine non giustifica i mezzi. Le circostanze possono attenuare o aumentare la responsabilità di chi agisce, ma non possono modificare la qualità morale degli atti stessi, non rendono mai buona un'azione in sé cattiva.
369. Vi sono atti che sono sempre illeciti?
1756 1761
Vi sono atti, la cui scelta è sempre illecita a motivo del loro oggetto (ad esempio la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio). La loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale, che non può essere giustificato con il ricorso ai beni che eventualmente ne potrebbero derivare.