101. In che senso tutta la vita di Cristo è Mistero?
512-521; 561-562
Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,19). Inoltre, anche se la salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare l'uomo decaduto e di ristabilirlo nella sua vocazione di figlio di Dio.
102. Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù?
522-524
Vi è anzitutto una lunga speranza durata per molti secoli, che noi riviviamo durante la celebrazione liturgica del tempo dell'Avvento. Oltre all'oscura attesa che ha posto nel cuore dei pagani, Dio ha preparato la venuta del suo Figlio tramite l'Antica Alleanza, fino a Giovanni Battista che è l'ultimo e il più grande dei profeti.
103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell'infanzia di Gesù?
525-530; 563-564
A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la circoncisione di Gesù è segno della sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; l'Epifania è la manifestazione del Re-Messia d'Israele a tutte le genti; nella sua presentazione al tempio, in Simeone e Anna è tutta l'attesa di Israele che viene all'incontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dall'Egitto ricorda l'Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è lui il vero e definitivo liberatore.
104. Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret?
533-534; 564
Durante la vita nascosta a Nazaret Gesù rimane nel silenzio di una esistenza ordinaria. Ci permette così di essere in comunione con lui nella santità di una vita quotidiana intessuta di preghiera, di semplicità, di lavoro, di amore familiare. La sua sottomissione a Maria e a Giuseppe, suo padre putativo, è un'immagine della sua obbedienza filiale al Padre. Maria e Giuseppe, con la loro fede, accolgono il Mistero di Gesù, pur non comprendendolo sempre.
105. Perché Gesù riceve da Giovanni il «battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3)?
535-537; 565
Per dare inizio alla sua vita pubblica e anticipare il «Battesimo» della sua morte: accetta così, pur essendo senza peccato, di essere annoverato tra i peccatori, lui, «l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Il Padre lo proclama suo «Figlio prediletto» (Mt 3,17) e lo Spirito discende su di lui. Il Battesimo di Gesù è la prefigurazione del nostro Battesimo.
106. Che cosa rivelano le tentazioni di Gesù nel deserto?
538-540; 566
Le tentazioni di Gesù nel deserto ricapitolano quella di Adamo nel paradiso e
quelle d'Israele nel deserto. Satana tenta Gesù nella sua obbedienza alla missione affidatagli dal Padre. Cristo, nuovo Adamo, resiste e la sua vittoria annuncia quella della sua passione, suprema obbedienza del suo amore filiale. La Chiesa si unisce a questo Mistero in particolare nel tempo liturgico della Quaresima.
107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù?
541-546; 567
Gesù invita a far parte del Regno di Dio tutti gli uomini. Anche il peggior peccatore è chiamato a convertirsi e ad accettare l'infinita misericordia del Padre. Il Regno appartiene, già qui sulla terra, a coloro che lo accolgono con cuore umile. È ad essi che sono rivelati i suoi Misteri.
108. Perché Gesù manifesta il Regno attraverso segni e miracoli?
547-550; 567
Gesù accompagna la sua parola con segni e miracoli per attestare che il Regno è presente in lui, il Messia. Sebbene egli guarisca alcune persone, non è venuto per eliminare tutti i mali quaggiù, ma per liberarci anzitutto dalla schiavitù del peccato. La cacciata dei demoni annuncia che la sua Croce sarà vittoriosa sul «principe di questo mondo» (Gv 12,31).
109. Nel Regno, quale autorità Gesù conferisce ai suoi Apostoli?
551-553; 567
Gesù sceglie i Dodici, futuri testimoni della sua Risurrezione, e li fa partecipi della sua missione e della sua autorità per insegnare, assolvere dai peccati, edificare e governare la Chiesa. In questo Collegio Pietro riceve «le chiavi del Regno» (Mt 16,19) e occupa il primo posto, con la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli.
110. Quale significato ha la Trasfigurazione?
554-556; 568
Nella Trasfigurazione appare anzitutto la Trinità: «Il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube brillante» (san Tommaso d'Aquino). Evocando con Mosè ed Elia la sua «dipartita» (Lc 9,31), Gesù mostra che la sua gloria passa attraverso la Croce e dà un anticipo della sua risurrezione e della sua gloriosa venuta, «che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21).
«Tu ti sei trasfigurato sul monte e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua Gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua Passione era volontaria e annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre» (Liturgia Bizantina).
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111. Come avviene l'entrata messianica a Gerusalemme?
557-560; 569-570
Nel tempo stabilito Gesù decide di salire a Gerusalemme per soffrire la sua passione, morire e risuscitare. Come Re Messia che manifesta la venuta del Regno, egli entra nella sua città sul dorso di un asino. È accolto dai piccoli, la cui acclamazione è ripresa nel Sanctus eucaristico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna (salvaci)» (Mt 21,9), La liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa con la celebrazione di questa entrata a Gerusalemme.
« G ESÙ C RISTO PATÌ SOTTO P ONZIO P ILATO ,
FU CROCIFISSO, MORÌ E FU SEPOLTO »
112. Qual è l'importanza del Mistero pasquale di Gesù?
571-573
Il Mistero pasquale di Gesù, che comprende la sua passione, morte, risurrezione e glorificazione, è al centro della fede cristiana, perché il disegno salvifico di Dio si è compiuto una volta per tutte con la morte redentrice del suo Figlio, Gesù Cristo.
113. Con quali accuse Gesù è stato condannato?
574-576
Alcuni capi d'Israele accusarono Gesù di agire contro la Legge, contro il tempio di Gerusalemme, e in particolare contro la fede nel Dio unico, perché Egli si proclamava Figlio di Dio. Per questo lo consegnarono a Pilato, perché lo condannasse a morte.
114. Come si è comportato Gesù verso la Legge di Israele?
577-582; 592
Gesù non ha abolito la Legge data da Dio a Mosè sul Sinai, ma l'ha portata a compimento dandone l'interpretazione definitiva. È il Legislatore divino che esegue integralmente questa Legge. Inoltre egli, il Servo fedele, offre con la sua morte espiatrice il solo sacrificio capace di redimere tutte «le colpe commesse dagli uomini sotto la prima Alleanza» (Eb 9,15).
115. Quale fu l'atteggiamento di Gesù verso il tempio di Gerusalemme?
583-586; 593
Gesù è stato accusato di ostilità nei confronti del Tempio. Eppure l'ha venerato come «la dimora di suo Padre» (Gv 2,16) e li ha dettato una parte importante del suo insegnamento. Ma ne ha anche predetto la distruzione, in relazione con la propria morte, e si è presentato lui stesso come la dimora definitiva di Dio in mezzo agli uomini.
116. Gesù ha contraddetto la fede d'Israele nel Dio unico e salvatore?
587-591; 594
Gesù non ha mai contraddetto la fede in un Dio unico, neppure quando compiva l'opera divina per eccellenza che adempiva le promesse messianiche e lo rivelava uguale a Dio: il perdono dei peccati. La richiesta di Gesù di credere in lui e di convertirsi permette di capire la tragica incomprensione del Sinedrio che ha stimato Gesù meritevole di morte perché bestemmiatore.
117. Chi è responsabile della morte di Gesù?
595-598
La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi.
118. Perché la morte di Cristo fa parte del disegno di Dio?
599-605; 619
Per riconciliare con sé tutti gli uomini votati alla morte a causa del peccato, Dio ha preso l'iniziativa amorevole di mandare suo Figlio perché si consegnasse alla morte per i peccatori. Annunciata nell'Antico Testamento, in particolare come sacrificio del Servo sofferente, la morte di Gesù avvenne «secondo le Scritture».
119. In quale modo Cristo ha offerto se stesso al Padre?
606-609; 620
Tutta la vita di Cristo è libera offerta al Padre per compiere il suo disegno di salvezza. Egli dà «la sua vita in riscatto per molti» (Mc 10,45) e in tal modo riconcilia con Dio tutta l'umanità. La sua sofferenza e la sua morte manifestano come la sua umanità sia lo strumento libero e perfetto dell'Amore divino che vuole la salvezza di tutti gli uomini.
120. Come si esprime nell'ultima Cena l'offerta di Gesù?
610-611; 620
Nell'ultima Cena con gli Apostoli alla vigilia della Passione Gesù anticipa, cioè significa e realizza in anticipo l'offerta volontaria di se stesso: «Questo è il mio corpo che è dato per voi», «questo è il mio sangue, che è versato...» (Lc 22,19-20). Egli istituisce così al tempo stesso l'Eucaristia come «memoriale» (1 Cor 11,25) del suo sacrificio, e i suoi Apostoli come sacerdoti della nuova Alleanza.
121. Che cosa avviene nell'agonia dell'orto del Getsemani?
612
Malgrado l'orrore che procura la morte nell'umanità tutta santa di colui che è 1'«Autore della Vita» (At 3,15), la volontà umana del Figlio di Dio aderisce alla volontà del Padre: per salvarci, Gesù accetta di portare i nostri peccati nel suo corpo «facendosi ubbidiente fino alla morte» (Fil 2,8).
122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce?
613-617; 622-623
Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio espiatorio, cioè ha riparato le nostre colpe con la piena obbedienza del suo amore fino alla morte. Questo «amore fino alla fine» (Gv 13,1) del Figlio di Dio riconcilia con il Padre tutta l'umanità. Il sacrificio pasquale di Cristo riscatta quindi gli uomini in modo unico, perfetto e definitivo, e apre loro la comunione con Dio.
123. Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce?
618
Chiamando i suoi discepoli a «prendere la loro croce e a seguirlo» (Mt 16,24), Gesù vuole associare al suo sacrificio redento re quegli stessi che ne sono i primi beneficiari.
124. In quali condizioni era il corpo di Cristo mentre si trovava nella tomba?
624-630
Cristo ha conosciuto una vera morte e una vera sepoltura. Ma la virtù divina ha preservato il suo corpo dalla corruzione.
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