Le sette frasi di Giovanni Paolo II e la Grande Alleanza tra Scienza e Fede
(da “Perché credo in Colui che ha fatto il mondo”
Tra fede e scienza di Antonino Zichichi) Rubrica a cura di Dada
Come ho già detto nel paragrafo precedente, il 30 marzo 1979 S.S. Giovanni Paolo II ha aperto le porte della Chiesa alla Scienza, incontrando i Fisici europei in Vaticano. Nel corso di questo primo incontro il Santo Padre, riflemttendo sul caso Galilei, mi parlò di errore e perdono e mi disse la frase che io riferii a Pertini. Era necessario risolvere il caso Galilei in modo da permettere alla cultura cattolica di riportare a casa i tesori della cultura scientifica galileiana che sono i suoi stessi tesori.
Aperte le porte della Chiesa alla Scienza, Giovanni Paolo II pone la Scienza sullo stesso piedistallo di valori della Fede dicendo: «Scienza e Fede sono entrambe doni di Dio» (paragrafo VL9).
Nasce così la più vasta comunità scientifica mai messa assieme da alcun organismo al mondo. Giovanni Paolo II ha dato alla Scienza la forza per difendersi dall'assalto della cultura dominante, distinguendo nettamente tra Scienza (che è studio della Logica del Creato) e Tecnica (che è uso della Scienza, nel bene e nel male). Ed ecco la terza Frase: «L'uomo può perire per effetto della tecnica che egli stesso sviluppa, non della verità che egli scopre mediante la ricerca scientifica». Questa frase permette di distinguere le grandi scoperte scientifiche dalle tecnologie belliche, dall'industrializzazione selvaggia e dalle manipolazioni genetiche.
L'impegno di Giovanni Paolo II ha quindi portato il grande pubblico a capire finalmente la differenza che esiste tra Scienza e Tecnica. (questo forte incoraggiamento del Papa ha dato alla comunità scientifica la forza per uscire dalle torri d'avorio, impegnandosi pubblicamente nei confronti della cultura dominante e contro le sue mistificazioni, pubblicando, nel 1982, il Manifesto di Erice firmato, lo ricordiamo, da diecimila scienziati di centodieci nazioni. Agli scienziati di Erice, impegnati nello studio di come superare il pericolo di olocausto nucleare nello scontro tra le due superpotenze (USA-URSS), Giovanni Paolo II ha detto che anche nell'era dei missili - come ai tempi delle spade - a uccidere è sempre il cuore dell'uomo , come abbiamo visto nel par. VII.3.
L'azione congiunta di Giovanni Paolo II e degli scienziati firmatari del Manifesto di Erice ha dato un contributo determinante al crollo del muro di Berlino. Superato il pericolo di olocausto nucleare, il Santo Padre ha dato vita a un'altra azione in seno al grande movimento di scienziati che si era tanto impegnato nello studio del pericolo di olocausto nucleare. Questa nuova iniziativa aveva come obiettivo lo studio delle Emergenze Planetarie. È così che la comunità scientifica internazionale, stimolata e incoraggiata da Giovanni Paolo II che dice: “Il volontariato scientifico è una delle forme più nobili di amore verso il prossimo”, ha messo in atto il volontariato scientifico realizzando cinquantacinque progetti-pilota in grado di stabilire la possibilità concreta di affrontare e risolvere le Emergenze Planetarie.
Grazie a Giovanni Paolo II, la Chiesa oggi dà, all'Umanità tutta, la speranza concreta - se lo vogliono i governi - di poter superare nel Terzo Millennio il pericolo di olocausto ambientale . È però indispensabile una nuova forma di amore verso prossimo: il volontariato scientifico. E infatti il Papa ci dice: «L'amore vince, abbatte le frontiere, spezza le barriere fra gli esseri umani. L'amore crea una nuova società».
Su queste basi è possibile costruire nel Terzo Millennio una cultura scientifica che sia in comunione, non in antitesi, con la Fede. Dice ancora il Santo Padre: “La Scienza ha radici nell'Immanente ma porta l'uomo verso il Trascendente». Quanto ciò sia vero lo abbiamo visto nei precedenti capitoli.
Il nuovo Rinascimento apre nel Terzo Millennio il cuore dell'uomo alla Speranza e ha le sue radici nella memoria storica del Secondo Millennio che ha visto, grazie alla Chiesa, la rinascita dell'Arte e, grazie a Galileo Galilei, la nascita della Scienza.
È bene ricordare che, nel corso del Secondo Millennio, la Chiesa ha dato ai grandi artisti del Rinascimento gli strumenti necessari per realizzare ed esprimere la loro genialità. Se oggi l'Italia è la più grande depositaria di opere d'Arte nel mondo, questo lo deve alla Chiesa Cattolica.
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, l'esistenza stessa della Scienza la dobbiamo alla cultura cristiana, in quanto Galileo Galilei si dedicò allo studio degli oggetti volgari per atto di Fede nel Creatore. Le prime impronte di Colui che ha fatto il mondo ci hanno portato a scoprire le Leggi Fondamentali della Natura cercate da Galilei negli oggetti volgari.
Concludendo, nel corso del Secondo Millennio, le grandi conquiste dell'Arte (Rinascimento) e della Scienza (Galilei) sono dovute alla Fede Cattolica e ai valori della sua cultura. Nel Terzo Millennio sarà la Chiesa l'unica forza in grado di denunciare e affrontare il pericolo di olocausto ambientale. C'è bisogno del nuovo Rinascimento, e che sia già nato ce lo testimonia il Magistero Apostolico di Giovanni Paolo II, che ha dato vita all'azione degli scienziati della World Federation of Scientists (WFS) per studiare lo stato di salute della Terra in cui abbiamo avuto il privilegio di nascere. Gli scienziati della WFS hanno studiato lo stato di salute della Terra identificando non due o quattro, bensì cinquantatré Emergenze Planetarie. Il Terzo Millennio, affinché queste possano essere affrontate ha bisogno di una cultura scientifica che sia in comunione, non in antitesi, con la cultura di cui è artefice Giovanni Paolo II. Ecco i motivi della Grande Alleanza tra Scienza e Fede.
“Saggio di linguistica”
(Linguistica di saggio)
Divertissement (Dada Prunotto)
Vorrei Chi
Nella mia mente
vorrei rinnovare il cielo
quando manda un riflesso
di plastica
sulla piattaforma del mare
di notte
mentre io mi sento di parlare
con qualcuno
e non so chi.
Di notte
Vorrei rinnovare il cielo
con qualcuno
di plastica
e non so chi
mentre io mi sento di parlare
sulla piattaforma del mare
quando manda un riflesso
nella mia mente
di notte
E non so chi
Sulla piattaforma del mare
vorrei rinnovare il cielo
quando manda un riflesso
di notte
nella mia mente
mentre io mi sento di parlare
di plastica
con qualcuno
e non so chi
Plasticamente (libera interpretazione in prosa poetica) Nella mia mente di plastica, vorrei rinnovare qualcuno – non so chi – mentre di notte io mi sento un riflesso del mare parlare sulla piattaforma del cielo.
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