Progresso tecnico-scientifico, antropologia ed etica
Da “Manuale di Bioetica”Vol. I°, cap. XVI°
Rubrica a cura di Dada
È un fatto appunto che c'è un'interdipendenza fra il progresso tecnologico e le mutazioni socio-culturali dell'uomo sulla terra. Ma ci si domanda ora, in aggiunta, due cose: 1) il “progresso” che tecnologicamente è lineare, comporta altrettanto un automatico perfezionamento antropologico? 2) La mutazione che ritorna sul tipo di vita dell'uomo a causa del progresso scientifico è una mutazione dominabile dall'uomo stesso?
Per una risposta ci può venire incontro la filosofia della scienza con alcune sue conclusioni abbastanza condivise.
La prima osservazione che viene da questa riflessione filosofica è che il progresso scientifico-tecnico è lineare, perciò progressivo, ma, allo stesso tempo, riduttivo. Le due caratteristiche dipendono dal fatto che la scienza sperimentale, sia nella fase di ricerca, sia nello studio applicativo, considera l'aspetto quantitativo misurabile e riducibile a formule matematiche del reale. Pertanto ogni conclusione, resa attraverso una formula descrittiva, diventa punto di arrivo di una ricerca e punto di partenza per una successiva fase. In questo fatto c'è un progresso, in cui le teorie successive conservano le precedenti almeno in parte, nella parte sperimentalmente verificata e «non falsificabile»; la teoria successiva potrà modificare nel senso di completare, correggere, reinterpretare, ma non potrà fare a meno di basarsi sulle acquisizioni precedenti, non foss'altro che per correggerle. Newton presupporrà Galilei; Einstein non potrà ignorare Newton; né coloro che hanno costruito le centrali nucleari potevano ignorare le leggi della termodinamica e gli studi sull'atomo.
Nello stesso tempo questa linearità quantitativa non può se non «ridurre» il reale a rapporti matematici, causali, quantizzabili. Gli aspetti qualitativo, ontologico, finalistico della realtà, vengono tagliati fuori. La causalità ignora la finalità, la tecnica è priva di senso direzionale e di valore.
Con ciò non si può dire, ad essere precisi, che tutta la ricerca scientifica sia priva di eticità, proprio per il fatto stesso che nasce da un impulso etico, che è appunto costituito dall'insaziabilità dello spirito umano aperto alla conoscenza, ed anche al volere. La incontentabilità della storia è incontentabilità dell'uomo, della scienza e del progresso.
Ma questa eticità alla sorgente esige una foce e uno sbocco, altrettanto etici: dove bisogna andare e come bisogna arrivare?
L'etica dell'impulso è presente nella scienza e nella tecnica, ma essa non conosce l'etica dei mezzi e dei fini, la deontologia e la teleologia. E' per questo che varie correnti filosofiche: l'esistenzialismo, la fenomenologia, il personalismo, le stesse scuole di epistemologia hanno richiesto e richiedono una nuova sintesi tra cultura tecnologica e umanesimo, tra scienze sperimentali e scienze umane, soprattutto si domanda all'etica di cogliere il senso direzionale della civiltà e di garantirne il cammino.
Tale bisogno diventa più acuto - e veniamo così ad esaminare la seconda istanza accennata - perché il «potere» scientifico-tecnologico ha raggiunto il livello di rottura. La rottura sta sul piano della possibilità “tecnica” di distruggere l'umanità intera, attraverso l'arma atomica o attraverso l'inquinamento dell'ambiente, e, d'altro canto, anche sul piano della possibilità d'introdurre la “mutazione” genetica dell'uomo. La domanda etica oggi è formulabile così: cosa si deve fare o non si deve fare perché l'uomo sopravviva e rimanga uomo? Questa domanda ne suppone e richiama altre due: che cosa è che caratterizza l'uomo come tale e se sia necessario che l'uomo esista nel mondo. La “fine del mondo” è stata preannunciata dagli strutturalisti come Foucault ma può essere realizzata dalla tecnologia moderna.
La eticità della tecnologia, perciò, non va considerata semplicemente in ordine alla fase applicativa, ma anche nella sua insufficienza radica nella sua ambivalenza teleologica e nella sua dinamica di sapere-potere che aumenta sempre di più e, pertanto, anche nella sua fase esplicativa. In altre parole la tecnologia esige di completarsi e di riferirsi in una antropologia globale, in cui possa trovare un suo ruolo accanto alle altre dimensioni dell'uomo. Ciò suppone un progetto di uomo che integri lo sviluppo tecnologico senza disumanizzarlo e senza assolutizzarlo.
In definitiva, quindi, la tecnologia – per dirla con Jonas – contiene in sé due elementi di base: una dinamica formale, da intendere come una “ininterrotta impresa collettiva che progredisce secondo proprie leggi di movimento” e un contenuto sostanziale, “costituito dalle cose che essa mette a servizio dell'uomo, dalle possibilità e dalle forze che ci conferisce, dai nuovi obiettivi che ci prospetta o impone e dalle mutate modalità dell'agire e dei comportamenti umani”. Entrambi i fattori ineriscono la dimensione etica, anzi ne costituiscono un caso nuovo e particolare da analizzare moralmente, alla luce di una antropologia di riferimento forte, ovvero centrata sulla dimensione ontologica dell'uomo.
La Comunità in preghiera
per l'elezione del nuovo Papa
L'elezione del nuovo Papa è un evento ecclesiale eccezionale.
In quanto tale la Chiesa tutta è chiamata ad accompagnare l'evento
con la preghiera continua.
C'impegneremo a partecipare alla preghiera del mercoledì con la Preghiera del cuore
alla presenza di Gesù eucaristico o con la preghiera di intercessione
nella camera di Madre Speranza
che è per noi un santuario, santificato dalla presenza di Gesù
per lunghi anni.
Sarebbe anche opportuno impegnarsi per tutto il tempo del conclave
nella preghiera del Rosario continua, cioè impegnandoci a pregare il Rosario
a turno durante tutto il giorno.
Cercheremo di organizzarlo così:
Ore 05,30 ………………… Suor Rifugio Ore 14,00
Ore 06,00 Ore 14,30
Ore 06,30 Ore 15,00
Ore 07,00 Ore 15,30
Ore 07,30 Ore 16,00
Ore 08,00 Ore 16,30
Ore 08,30 Ore 17,00
Ore 09,00 Ore 17,30
Ore 09,30 Ore 18,00
Ore 10,00 Ore 18,30
Ore 10,30 Ore 19,00
Ore 11,00 Ore 19,30
Ore 11,30 Ore 20,00
Ore 12,00 Ore 20,30
Ore 12,30 Ore 21,00
Ore 13,00 Ore 21,30
Ore 13,30 Ore 22,00
Chi, imitando la Madre Speranza, vuole e può continuare la preghiera anche durante le ore della notte farà cosa grata a Dio e di grande merito ai suoi occhi, perché Dio non sa resistere alla preghiera accompagnata dal sacrificio. Il Signore ci conceda un santo Pontefice.
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