“Siate sale della Terra e luce del mondo”
(Giovanni Paolo II)
PREMESSA
Poco si parla delle schiere di innumerevoli bambini e giovinetti che nei secoli hanno costellato con la loro vita la Storia della Chiesa.
Molti furono martiri, dando la loro vita per testimoniare la loro fede e salvare tante anime dalla perdizione. Sono degli eletti, spiriti luminosi, particolarmente ispirati da Dio, i quali fin da molto piccoli hanno nutrito un amore smisurato per il Signore. Bambini e giovinetti generosi, già infusi di scienza delle cose di Dio, la cui vita, generalmente breve, fu spesso espressione della vita di Cristo. Sono spiriti innocenti, cuori che conservano la purezza e la castità proprie del loro Creatore; creature che entrano nella luce di Dio e ne penetrano il linguaggio, custodendone il mistero.
In questa rubrica si parlerà di alcuni giovani Santi, alcuni poco conosciuti, la cui vita può servire da esempio, specialmente per noi adulti, onde imparare prima di tutti l’umiltà e la purezza di cuore. Ci faremo dunque guidare da loro sulla via del Signore e nella Scienza delle cose di Dio.
Possa lo Spirito Santo illuminarci lungo questo cammino, tenuti per mano dai nostri Santi – bambini.
Ricordiamo per primi tutti i bimbi, sotto i due anni, fatti uccidere da Erode. Furono bimbi innocenti, che diedero la vita per Gesù, prima che Egli la desse per noi.
Stiamo un minuto in raccoglimento.
SAN PANCRAZIO MARTIRE
Nacque verso la fine dell’anno 289, a Sinnada, nella Frigia (Asia Minore) Proveniva da famiglia ricca. La madre morì di parto e il padre, Cleonia, lo lasciò orfano quando aveva appena 8 anni.
Il bimbo fu affidato allo zio Dionisio, che si occupò di curarne l’educazione e di amministrarne i beni. Zio e nipote si trasferirono a Roma, nella loro villa patrizia sul Monte Celio. Ebbero intanto occasione di conoscere la comunità cristiana di Roma e, presi da grande fervore, chiesero entrambi al Papa, S. Marcellino, di entrare nella Comunità, dopo aver ricevuto i sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia, proprio dal Pontefice stesso.
Pancrazio aveva 14 anni.
Intanto era scoppiata da poco la persecuzione di Diocleziano, la più feroce.
Moltissimi furono i pagani, indotti dalle ardenti perorazioni del giovane Pancrazio, a frequentare le Catacombe di porta Aurelia, per partecipare al rito della Messa.
Ma l’imperatore Diocleziano, venutone a conoscenza, convocò il giovane a Palazzo Palatino, per interrogarlo personalmente, in quanto nobile patrizio romano.
L’imperatore, fra lusinghe e minacce, lo invitò a sacrificare agli dei, ma Pancrazio rifiutò sempre fermamente. Fu pertanto condotto dal Palatino alla Porta Aurelia e giustiziato con la decapitazione. Era il 12 maggio del 304. L’illustre matrona Ottavilla assistette all’esecuzione e, presa da pietà, fece raccogliere dai propri schiavi il capo e il corpo del povero Pancrazio, e li fece deporre in un nuovo sepolcro, presso le catacombe di Porta Aurelia, scavate sotto i terreni di sua proprietà. Ancora oggi, fra il III e il IV pilastro si legge: “HIC DECOLLATUS FUIT SANTU PANCRATIUS”.
Fu tale l’impressione che suscitò il martirio di Pancrazio, sia fra i cristiani che fra gli stessi pagani, che non solo non fu mai dimenticato nei secoli, ma nacquero nel tempo luoghi sacri a lui intitolati: le Catacombe, la Basilica e il Convento, anche Porta Aurelia divenne poi Porta S. Pancrazio. I neofiti accorrevano alla tomba del Santo, per giurare fedeltà a Cristo e alla Chiesa, per questo il Santo divenne nel Medioevo, uno dei patroni di Roma, protettore degli innocenti e dei neofiti, i quali, nella Domenica in Albis (Oggi anche Domenica della Divina Misericordia), si recavano in processione nella Basilica di Porta S. Pancrazio, per rinnovare i voti battesimali. Ancora oggi si celebra la stazione quaresimale, con grande afflusso di fedeli.
In tutto il mondo esistono Chiese dedicate al Santo. Nella Basilica a lui intitolata, sorta sul luogo del martirio, viene venerata gran parte del corpo, qui deposto da Onorio I (625 – 638). Il giovane martire è custodito nell’urna di porfido dell’altare maggiore. Il capo si è venerato a S. Giovanni in Laterano dall’850 al 1996, data nella quale Paolo VI lo restituì alla Basilica. Qui la reliquia è esposta alla venerazione dei fedeli dal 1973. Molti resti sono in Chiese italiane e francesi. La Basilica in Roma fu visitata da Papa Giovanni Paolo II domenica 22 aprile 1979.
In tutto il mondo esistono molte Chiese dedicate a Pancrazio. Da Torino (Santuario di Pianezza) a Leida, a Dusseldorf, da Treviri a Bergen, da Granda Nizza, da Londra al Santuario di Albano nel Lazio, Campoli nell’Appennino, Verona (Quartiere S. P.), a S. Pancrazio Salentino, e persino in Equador il Santo è venerato!
I MIRACOLI
Sono innumerevoli gli interventi prodigiosi attribuiti al Santo. Ne vanno ricordati alcuni.
- Nel 1300, sotto il pontificato di Clemente V, scoppiò un incendio nella Basilica di S. Giovanni in Laterano. Il capo di S. Pancrazio, che vi era conservato, rimase intatto. Non solo, ma per tre giorni e tre notti trasudò sangue e pianse lacrime (come risulta da un manoscritto parrocchiale dell’epoca).
- Un altro singolare miracolo è legato al Santuario di Pianezza a Torino. Ed ecco l’episodio: il 12 maggio del 1450 il contadino Antonio Casella, mentre falciava il fieno, inavvertitamente tagliò la gamba alla moglie che gli portava il desinare; in quell’istante apparve loro San Pancrazio che “consolando i poveri afflitti, promise di risanare la gamba se gli promettessero di ivi, “ad onor suo”, fabbricare un pilone”.
- Narra S. Gregorio di Tours che “una grande contesa era nata tra due uomini” Egli propose loro un giuramento sul sepolcro di San Pancrazio. Ivi, il reo – avendo giurato il falso – ebbe inaridita la temeraria mano protesa sul sepolcro, quindi spirò (fonte: P. Andrea del Santuario di Pianezza. Altra fonte: Rev.do P. Carmelitano Edmondo Fusciardi, creatore anche di un piccolo Museo prima della Sacrestia nella Basilica romana).
Concludendo, molti fedeli, ma anche turisti nazionali e stranieri, vanno in visita anche in occasione della S. Messa prefestiva in S. Pancrazio, Parrocchia gentilizia, affidata dalla Diocesi al Sovrano Militare Ordine di Malta per ammirare lo splendido trittico dipinto da Adriaen Ysenbrant, che narra - visivamente – molti episodi qui raccontati, a perpetuare come da secoli, così per l’avvenire, il culto di questo giovane santo, sublime nell’affermare il suo e il nostro credo!.
Ed infine si richiama alla memoria che S. Pancrazio è il Santo patrono d’Irlanda, che lo ricorda nella festa nazionale quando tutti gli irlandesi per l’occasione vestiti di verde (loro colore nazionale) lo onorano e lo pregano.