“Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà». (Lc 18:15-17)
“Sorse poi una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». (Lc 9:46-48)
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Questi brevi passi del Vangelo ci esprimono ancora una volta quanto è tenero il Cuore di Gesù e quanto Egli è umile e mite, tanto da farsi Lui stesso bambino.
Sono due passi del Vangelo che sicuramente inteneriscono e ci fanno pensare. Purtroppo in questo mondo ci sono molti esempi di bambini violati. Sono milioni i bambini soppressi prima di nascere, milioni coloro che muoiono di fame; milioni gli adolescenti mandati in guerra! Giovani vite stroncate, carne da macello strumentalizzata per l’ambizione sfrenata di potere dei “grandi”. Bambini crocifissi dall’abuso sessuale, umiliati dalla schiavitù nel lavoro nero; schiavi di percosse ingiuste di adulti sadici; padri – padroni, madri impazzite; vittime innocenti di ogni tipo di violenza. Viviamo in un mondo di uomini e di bambini, crocifissi a causa della loro fede. Tutti in modo diverso, gemiamo alla ricerca di ciò che non conosciamo ma a cui aneliamo senza saperlo. Ci creiamo l’inferno già su questa terra, perché non conosciamo l’Amore, che è la nostra cura, la nostra medicina dell’anima.
Eppure, pur in un mondo così crudele, ci sono sempre stati, nella storia dell’uomo, molti bambini dalla sapienza innata, piccoli santi nel cui cuore regna la solidarietà, la generosità, il senso del sacrificio, l’altruismo. Sentimenti nobili, superiori, che ornano l’animo di queste vite eccellenti, perché essi pongono il loro amore al servizio della volontà di Dio. La loro sapienza innata ci stupisce, ci intenerisce e ci dà l’esempio di una ricchezza inestimabile. Se veramente ci fermassimo a guardare i nostri bambini, i nostri figli, con pazienza, attenzione, rispetto, quante cose avremmo da imparare! I bambini sono incuranti dell’apparenza, non hanno “maschere”, sono capaci di guardare oltre, vanno all’essenziale, sono semplici; il vero delitto è quello di strappare loro l’innocenza.
I piccoli santi espiano le colpe degli altri, soffrono, amano, agiscono in nome di Dio, affinché più anime possibili si salvino; testimoniano, consolano, spiazzando con la loro innocenza, tanti “farisei” feroci e prevaricatori.
Furono numerose le piccole sante che hanno salvato con il martirio la fama della propria castità, dando suprema testimonianza di fede. Fra quelle ricordiamo Sant’Agnese.
SANT’AGNESE
Agnese fu oggetto di attenzione del figlio del Prefetto di Roma, che si era invaghito di lei senza essere ricambiato, avendo la piccola fatto voto di castità a Gesù. Il padre del giovane, saputo di questo voto, le impose la clausura tra le vestali, che rendevano culto alla dea protettrice della città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il Prefetto la fece rinchiudere in un postribolo. Qui però nessuno osò toccarla, tranne un uomo, che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo bianco. In seguito, a questo uomo, per intercessione della stessa santa, Dio restituì la vista.
Agnese fu accusata di magia, condannata al rogo, ma le fiamme si divisero e non lambirono il suo corpo, e i suoi capelli crebbero fino a coprire la sua nudità.
Così come venivano uccisi gli agnelli, Agnese fu condannata alla decapitazione, con un colpo di spada alla gola. Per questo, nella tradizione iconografica, la Santa viene rappresentata con un agnellino in braccio. Il suo corpo fu sepolto nelle catacombe, oggi conosciute con il suo nome.
Ad Agnese sono dedicati, a Roma, la chiesa di Sant’Agnese in Agone, in Piazza Navona, luogo supposto del martirio, e il complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le mura, fatto erigere dalla principessa Costantina, figlia dell’Imperatore Costantino I, sulle catacombe nelle quali fu sepolta. Qui ogni anno il 21 gennaio, giorno della sua celebrazione, due agnelli allevati da suore, vengono benedetti e offerti al Papa. Dalla loro lana vengono tessuti i palli dei patriarchi e dei metropoliti del mondo cattolico. E’ patrona delle vergini, delle fidanzate e dei giardinieri.
Possiamo supporre che il suo martirio sia avvenuto nel corso dell’ultima tra le persecuzioni di cui furono vittime i cristiani romani: quella operata da Diocleziano tra il 303 e il 313 d.c.
La piccola Agnese aveva 13 anni.
Rubrica a cura di Dada