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APRILE 2011

     

SAN TARCISIO Dada

 

            Ancora oggi molti pregano con convinzione il martire dell’Eucaristia e gli affidano una preghiera da portare al Signore. Soprattutto lo pregano i chierichetti e i ministri dell’Eucaristia, di cui è patrono. La sua storia è veramente straordinaria e aiuta anche a capire bene in quale clima vivevano i primi cristiani. La vita di questo giovane martire si colloca nel III secolo dopo Cristo, infatti, S. Tarcisio (o Tarsicio = di Tarso) morì nel 258, durante la persecuzione di Valeriano.

            Vi passo alla lettura il bel racconto della sua vita fatto da P. Giorgio Finotti:

  Sapete chi è stato il primo martire dell'Eucarestia? Non è un caso che sia proprio un giovanetto che ha un nome dolcissimo: Tarcisio. La sua storia è cosi commovente che senza volere ci scenderanno le lacrime dagli occhi arrossati. Mamma cristiana, pensa se fosse tuo figlio! Amico cristiano, pensa se fosse tuo figlio, o tuo fratello più piccolo, o tuo nipote, magari il preferito!

  Quando da piccolo andavo al catechismo, suor Luigina Colombo, nel raccontare la storia edificante di san Tarcisio, mi faceva provare una gioia grande pur piangendo per la pena del suo martirio e poi con la sua consueta dolcezza, la cara suora catechista diceva a tutti noi ragazzi: "Bambini, dobbiamo amare Gesù Eucarestia, sempre, e se occorre bisogna difenderla non tanto dai monelli di strada, ma dai veri nemici dell'anima: il diavolo, i peccati, il mondo ... ".

  A quelle parole, mi esaltavo e m’immaginavo di essere anch'io come san Tarcisio, un difensore strenuo della divina Eucarestia. Leggete dunque la bella e drammatica storia del giovane Tarcisio, così com'è descritta in questa splendida narrazione.

            Nell’anno 260 in Roma si era scatenata una terribile persecuzione contro i cristiani. Le carceri erano zeppe di condannati; quale conforto poteva esserci per quei fratelli che sapevano di dover andare incontro a tormenti spaventosi e alla morte più crudele?

            I sacerdoti tentavano con ogni mezzo di far giungere loro il Pane eucaristico, cibo di vita, il Corpo di Gesù, perché li sostenesse con la sua forza divina e la sua presenza.

            L'Eucarestia, nascosta nelle case dei cristiani, veniva portata ai condannati con ogni strategia, pur sapendo che si doveva essere pronti ad affrontare qualunque pericolo per recare ai propri fratelli incarcerati il Corpo Santissimo del Salvatore.

            Un giorno si offrì per tale incarico un giovanetto, di nome Tarcisio. "Nessuno farà caso a me - disse - nessuno penserà che io porti il Santo Mistero". "E se ti prendono? Tarcisio, piccolo caro giovanetto, saprai essere forte nelle torture se verrai scoperto?". Ci fuuna pausa di silenzio lunghissima. "No, no, non possiamo mettere a repentaglio la tua vita, sei ancora troppo giovane!". "Nessuno se ne accorgerà - incalzò Tarcisio - e severrò scoperto, Gesù mi difenderà. Io sono solo un ragazzo, è vero, ma Gesù è Dio. Vi prego. ..

            L'implorazione di Tarcisio fucosì decisa che i cristiani presenti ne rimasero convinti. "E sia! - dissero - però sta' attento: cammina per i luoghi solitari e non ti fermare per strada. Capito?". "Si, si, grazie, Gesù sarà con me". -

            E gli fu affidato il Pane consacrato, avvolto in un panno bianco. Tarcisio se lo nascose in seno sotto la rozza tunica di ragazzo; era bellissimo, raggiante. “Ora va’, piccolo Cristoforo, porta Gesù ai nostri fratelli prigionieri. Noi ti accompagneremo pregando. Tu cammina pregando, ma va’ svelto, senza dare nell’occhio: Gesù è con te!”

            Tarcisio, felice di quell’incarico, strinse le mani sul petto per timore che gli cadesse a terra il sacro deposito, e pregava sommessamente: “Gesù, cammina con me! Gesù, ti amo da morire e ti porto ai nostri fratelli che ti aspettano con tanto ardore. Gesù, sei qui sul mio petto, che grazia! Che fortezza!”

            Camminando per le vie nascoste di Roma, Tarcisio s’imbatté proprio in un gruppo di ragazzi che lo riconobbe: “Ehi, Tarcisio, vieni a giocare con noi!”. “Non posso, amici, devo prima fare una commissione urgente. Al ritorno giocherò volentieri con voi”. “Una commissione urgente? E che devi fare? Ci manca giusto uno per il nostro gioco preferito”. “Non posso, vi dico. Lasciatemi passare che ho fretta!”. “Che cosa tieni stretto sul petto, Tarcisio? Facci vedere! Che cosa nascondi?”. “No, non posso! Lasciatemi, vi prego!”. “Non pregare, ma facci vedere, apri le braccia, cretino!”.

            I ragazzi erano diventati improvvisamente crudeli, volevano in ogni modo, aprire le mani che Tarcisio teneva strette sul petto. “Se non ci mostri quello che tieni così stretto con le mani sul petto ti tiriamo delle pietre fino a farti male! Mostra!”. “No, non posso!”. I ragazzi gli furono addosso per aprirgli le mani, ma il giovane sembrava diventato di pietra. “Apri! Altrimenti te la facciamo vedere noi!”. Un silenzio tremendo: quei ragazzi sembravano essere diventati simili a tanti leoncelli rabbiosi, pronti ad aggredire. “Ah!!!” Una pietra aguzza aveva colpito in fronte il piccolo eroe, e poi un’altra gli aveva arrossato la bocca di sangue… un’altra ancora gli aveva insanguinato una mano. Uno di loro, più tremendo degli altri, si avvicinò a Tarcisio e con un sasso cominciò a colpirgli le mani. “Apri, ti dico, testardo! Fammi vedere…”. Tarcisio sentiva che sotto i colpi stava perdendo i sensi per il dolore, ma non mollò la presa preziosa, e sentendosi perduto gridò: “Gesù, Gesù, salvami!”. Quando cadde a terra tutto insanguinato, tutti gli furono addosso come un branco di cani furiosi. Tarcisio, tuttavia, non aprì le mani, sebbene gli facessero molto male:”Gesù, Gesù, salvami!”.

            “Che avviene qui?”. Una voce possente giunse alle sue orecchie ferite e, pur quasi svenuto dal terribile dolore, riconobbe il soldato romano che si chiamava Quadrato, che cacciò via quei ragazzi cattivi. Quadrato era proprio un gigante e mollò molti ceffoni a quei piccoli delinquenti. “Non essere duro con loro, Quadrato – mormorò Tarcisio – porto il Pane eucaristico ai fratelli in carcere; ho Gesù qui sul petto, ma nessuno l’ha toccato sai? L'ho tenuto stretto a me. Ah!, le mani non le ho aperte nemmeno un istante, ma a te si, perché tu sei cristiano come me :.. mi sento morire...". Le braccia di Tarcisio, tinte di sangue, si aprirono dolcemente, e Quadrato, commosso, capì immediatamente il gesto del piccolo eroe e prese il panno bianco con dentro i Santi Misteri. "Lo porterò io ai prigionieri, Tarcisio, ma tu, come stai?". Tarcisio allora fece un bellissimo sorriso e poi piegò la testa da un lato, con un sospiro: "Gesù!". I1 cuore del piccolo martire dell’Eucarestia si arrestò, cedendo al dolore, ma non all'amore per il suo Gesù, che lo prese tra le braccia e se lo portò in Cielo: era Lui adesso che stringeva il giovanetto sul petto!

            Quadrato, e anche noi con lui, era sicuro che il coraggio di Tarcisio fosse un miracolo dell’Eucarestia, perché nessuno era riuscito a strappare le Ostie sante dalle mani insanguinate del ragazzo, nonostante la ferocia dell'aggressione che aveva subito. Come poteva infatti un piccolo fanciullo avere tanta forza e non aprire nemmeno per un attimo le piccole mani, pur insanguinate dalle pietre, nella difesa eroica del Pane eucaristico?

            Quanto c’è da imparare anche da un fanciullo! Noi, stimati grandi, non solo apriamo le braccia, ma anche consegniamo Gesù quando pecchiamo! E quanti sono i "monelli” della vita che incontriamo lungo le diverse vie della nostra strada per rubarci Gesù!

 

(Facciamo un minuto di silenzio, per onorare il piccolo martire)

 

PREGHIERA A S. TARCISIO

Martire innocente e coraggioso, S. Tarcisio, col tuo gesto d’amore

tu c’insegni come si dona la vita per testimoniare la fede in Cristo.

In unione con tutta la Chiesa ti riconosciamo nella schiera dei martiri,

 ti onoriamo perché portasti a termine con tutte le forze la missione di confortare

con l’Eucaristia i fratelli nella fede incarcerati “per il nome di Cristo”.

La tua memoria sia di esempio a noi che accettiamo di seguire Cristo

sulla via che porta dalla sofferenza alla gloria,

dalla fede alla comunione eterna con il Padre.

S. Tarcisio, intercedi per noi,

affinché, vivendo nella fede della Chiesa, che celebra l’Eucaristia,

meritiamo di sentire rivolte anche a noi le parole di Gesù:

“Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove;

ed io preparo per voi un regno”,

dove nulla ci potrà più separare dall’amore di Dio. Amen.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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