Se mi analizzo in sincerità, devo riconoscere in me ancora alcune negatività che mi porto dietro dalla fanciullezza; ho vissuto la mia infanzia in un momento difficile sia per la condizione familiare, sia perché in quel periodo si svolgeva la seconda guerra mondiale. Anche se non capivo appieno gli avvenimenti, sono convinto che essi mi hanno condizionato.
Ad esempio: mio padre nei miei primi anni non era presente, perché richiamato al servizio militare; mia madre doveva lavorare nei campi e non poteva occuparsi delle mie necessità: infatti quando tornava dai campi era stanca e non aveva la forza di prendersi cura di me e di farmi sentire il suo amore. La nonna paterna faceva le veci di mamma ma, data la sua anzianità, non poteva capire appieno i miei bisogni. Nonno era “il padre padrone” e se non si facevano le cose come lui voleva, apriti cielo!: bestemmie a tutto spiano, faceva tremare tutti i componenti della famiglia. Devo comunque riconoscere che mi voleva bene a suo modo: infatti, nelle soste dal lavoro dei campi, mi voleva vicino e mi raccontava episodi della sua vita molto travagliata. Era anche fifone: quando suonava l’allarme per qualche incursione aerea, mi prendeva per mano e mi stringeva tanto da farmi male e, trascinandomi, andavamo al rifugio.
Mio nonno era analfabeta, mia nonna aveva frequentato fino alla seconda elementare, mio padre aveva preso la licenza elementare sotto le armi, mia madre aveva frequentato la terza elementare.
In queste condizioni è facile capire che la mia educazione ne abbia risentito: ero insicuro, impacciato, timoroso, poco socievole, avevo scarsa autostima. Però, quando all’età di 40 anni ho avuto la mia prima conversione, ho cominciato a riflettere sulla mia vita e a capire le condizioni dei miei genitori e dei miei nonni e li ho scusati e perdonati per i disagi patiti nell’infanzia.
Recuperare appieno però quello che è mancato alla mia educazione ha comportato un lavoro duro, che ancora mi tiene impegnato. Io però ho capito che devo perdonarmi per ciò che in me è ancora negativo e devo affidare la mia vita nelle mani del Signore Gesù, solo Lui può guarirmi definitivamente.
Ora che sono al tramonto della mia vita, ho lo sguardo rivolto costantemente al traguardo, cioè alla vita eterna, che il Signore Gesù ha promesso ai suoi amici; per questo m’impegno a conoscere sempre più e sempre meglio Gesù Cristo, prego molto per la salvezza mia, di tutti i miei familiari, per la comunità, per il Papa, per il clero, per i governanti italiani e di tutto il mondo, prego per tutte le persone che soffrono nel corpo e nello spirito, per la conversione dei peccatori in generale e per alcuni in particolare, per la conversione dei Giudei, degli islamici, di tutti i miei cari defunti e di quelli della nostra Associazione, infine prego per l’unità dei cristiani.
Vorrei fare tutto questo insieme alla mia consorte ma fino ad ora non ci sono riuscito, non dispero di riuscirci in seguito con l’aiuto della grazia.
Ho ancora qualche difetto da eliminare, per questo chiedo l’intercessione della Vergine Maria e la grazia del Signore. Alla mia età ho molti acciacchi che mi procurano sofferenza; prima in situazioni simili mi preoccupavo e coinvolgevo anche mia moglie, ora ho imparato a soffrire in silenzio e ad offrire tutto ciò che mi tormenta al Signore, per la mia conversione e per quella dei miei cari.
Già ho accennato che sono preoccupato per la salvezza delle mie figlie: qualche tempo fa mi rivolgevo a loro e le esortavo a fare qualche cammino di fede, ma ho ottenuto poco, ora ho capito che non dipende da me, io al massimo posso dare buona testimonianza della mia fede, ma mi rivolgo, con la preghiera costante, alla Mamma celeste e a Gesù, affinché con la loro grazia possano ottenere la loro conversione e quella dei loro mariti e figli.
Per quanto riguarda l’amore, penso di averlo verso tutti, in special modo verso i miei familiari, ma non so manifestarlo, per cui forse mi giudicano freddo, soprattutto in famiglia. Questo è un difetto che vorrei correggere, infatti io prego sempre Gesù perché m’insegni ad amare, Lui che è l’Amore Misericordioso per eccellenza.
A modo mio mi sembra di avere un rapporto sincero con Dio, anche se molte cose che riguardano la teologia non le comprendo e a volte sono assalito da dubbi; avrei bisogno di un direttore spirituale ma fino ad ora non ho trovato chi mi possa essere di aiuto. Allora mi affido completamente al Signore e lo prego dicendo: “Gesù mio, io confido infinitamente in Te”. Molti dubbi li ho eliminati leggendo e meditando i dettati di Gesù a Maria Valtorta. Essi mi hanno fatto conoscere molti aspetti della vita di Gesù e di Maria Santissima.
Nella mia vita c’è stata una fase dell’infanzia travagliata per i motivi già accennati che mi hanno procurato una carenza di affetto; nonostante tutto ho bei ricordi della mia infanzia: mi piacevano i lavori dei campi, la natura, i frutti, i fiori, contemplavo il creato, i vari colori del bosco, in special modo in autunno, insomma, a modo mio ero contemplativo.
La fase dell’adolescenza è stata travagliata, perché dopo aver studiato in collegio per un anno, ho dovuto lasciare per un malinteso tra i dirigenti del collegio e i miei genitori. Tornando alla scuola statale, non avevo stimoli, inoltre dovevo andare in campagna all’uscita dalla scuola e facevo tutto male. Infatti nella III Media sono stato bocciato due anni di seguito. Poi mi ero innamorato di una ragazza della mia età, che vedevo la mattina prima di andare a scuola. Infatti al mattino aiutavo mia zia a distribuire il latte alle varie famiglie del paese.
Inoltre nella mia vita c’è stato un trambusto dovuto al fatto che nel 1953 la mia famiglia si è trasferita dal paese a Roma. Per me è stato un trauma perché sono passato da una vita paesana e di cultura contadina a una grande città, dove non conoscevo nessuno, dove , fra l’altro, c’era un modo di vivere completamente differente da come ero abituato nel paese natale. Ho faticato molto a farmi nuovi amici. Quelli che abitavano nel mio condominio venivano tutti da un’estrazione sociale differente della mia e l’adattamento è stato difficile. Dopo un anno ho abbandonato gli studi e i miei genitori mi hanno trovato un’occupazione di cui non avevo esperienza: mascherino in un bar, aiutante in bottega di vini e oli, aiutante di un venditore di appartamenti, ecc, ecc.
Dopo tutte queste esperienze mi sembrava di aver trovato la mia vocazione. Ho frequentato un corso di radiotecnica e televisione, ho preso il diploma e subito, grazie a un conoscente di mio padre, ho trovato lavoro come tecnico di televisione.
Nello stesso periodo mi sono innamorato di una ragazza del palazzo dove mio padre era portiere, l’altro innamoramento con la ragazza del paese era ormai tramontato e seppellito.
Guglielmo Marconi