Adolescenti e sesso del web
Il 74% dei ragazzi adolescenti e il 37% delle coetanee ricorre al web per vedere sesso, sapere tutto sul sesso, per fare sesso con fenomeni nuovi come il “sexting”, cioè l’invio di immagini sessualmente esplicite o di testi che riguardano il sesso attraverso i mezzi informatici. L’offerta digitale è un sottobosco culturale impressionante che offre 2 miliardi di siti pornografici. Il preoccupante quadro è stato delineato dal direttore del Centro riproduzione e del Centro dell’osservatorio nazionale sull’identità di genere (dell’Ospedale Niguarda di Milano) Maurizio Bini.
L’occasione di questa analisi è stata la presentazione del 2° Congresso nazionale del Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef) che si è tenuta a Baveno (in provincia di Verbania, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore) il 21-22 settembre scorsi.
Il dato che colpisce, ha commentato il direttore Bini, è che molto spesso i genitori sottovalutano. La velocità e quantità informatica ha complicato le cose perché ha consentito nuove possibilità, spesso incomprensibili per le generazioni precedenti.
Secondo una recente indagine il 20% degli adolescenti ha inviato immagini esplicite e il 40% le ha ricevute, e questo significa che non esiste solo il “sexting” attivo ma anche quello passivo, ugualmente rischioso per lo sviluppo dell’identità sessuale del giovane. Tematiche nuove e sconosciute per la maggior parte dei genitori che non hanno una minima idea di questa mercificazione.
E’ necessaria l’affermazione sulla “pericolosità” della pornografia dalla libera fruizione di internet.
La visione pornografica porta ad una specie di bisogno ripetitivo creando dipendenza e tendenza all’uso della sessualità solo come “sesso”.Gli adolescenti riescono molto meno degli adulti a far fronte all’invadenza delle emozioni erotiche e non sanno come indirizzarle se non ripetendole con visione di altre immagini che sollecitano all’esperienza pratica. E così la dipendenza ritorna su se stessa. E’ una specie di schiavitù che loro stessi avvertono per primi, sentendosi disorientati e confusi sul vero significato della sessualità come strumento di relazione e di vita.
Tuttavia parlare di “pudore” agli adolescenti è più facile di quanto si possa immaginare perché è proprio un aspetto importante del loro mondo interiore. Si meravigliano del contrario se per caso gli adulti banalizzano questo modo di interagire fra uomo e donna.
E’ nell’adolescenza che il pudore inizia il suo cammino proprio nel momento in cui si scopre che, attraverso il corpo, sarebbe possibile utilizzare un’altra persona per il proprio godimento sessuale. Ed insieme si scopre che si potrebbe essere oggetto di godimento sessuale per un altro, fosse anche solo nella fantasia.
L’adolescente intuisce che il corpo è inseparabile dal valore della persona, cioè che sono tutt’uno: proteggere i valori legati al sesso significa proteggere la persona, e similmente usare i valori del sesso significa usare la persona.
Il pudore va educato e custodito, ma a dire il vero dovremmo essere noi adulti per primi a custodirlo gioiosamente .
La lecita preoccupazione sul dilagare sguaiato della visione pornografica va nella giusta direzione per il vero bene dei giovani.
Gabriele Soliani