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GIUGNO 2008

     

Giocare con le “emozioni affettive” Gabriele Soliani – Sessuologo di RE

            Giocare con le “emozioni affettive” e, subito dopo, con quelle sessuali, è una vera tragedia per le ragazze e i ragazzi adolescenti.

            Quasi tutta la pubblicità televisiva, e quasi tutte le “fiction”, continuano imperterrite in una gara di vacuità impressionante, fra doppi sensi, scene porno erotiche e ragazze che bamboleggiano.

            Il cinema non sfugge all’andazzo, e non c’è film che eviti, anche “artisticamente”, scene di sesso fra attori che non si amano. Il porno è sempre in agguato su internet, ed ora persino i telefonini hanno già attiva la possibilità di accedere a contenuti erotici. Ovviamente è la donna la più mostrata, e svilita in una sessualità disumana.

            La povera Lorena di Niscemi avrebbe trovato la morte a causa di una presunta gravidanza, insopportabile responsabilità per Domenico, Giuseppe e Alessandro.

            Sembrano scene di uno di quei racconti horror che vanno di moda fra gli adolescenti, o di quei films insulsi ed inutili che fanno presa nei pomeriggi oziosi degli adolescenti.

            Il Santo Padre, il 10 maggio al convegno internazionale nel quarantesimo anniversario dell’Humanae Vitae, l’aveva appena finito di dire: “Si assiste sempre più spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti”.

            Ed ancora: “Fornire false illusioni nell’ambito dell’amore, o ingannare sulle genuine responsabilità che si è chiamati ad assumere con l’esercizio della propria sessualità, non fa onore a una società che si richiama ai principi di libertà e di democrazia”.

            Che dobbiamo pensare di Domenico, Giuseppe ed Alessandro che hanno premeditato ed attuato un gesto dal quale non si torna indietro?

            Il degrado morale è una moderna “malattia” degli adolescenti, della quale gli adulti non possono “lavarsi le mani”. Ma si può guarire!

            I nostri vecchi quando vedevano arrivare un adolescente o una ragazza, stavano attenti ai loro discorsi, perché sapevano che la “gioventù” è un’età particolare.

            Papa Benedetto XVI ha detto parole da incorniciare: “Auspico veramente che soprattutto ai giovani sia riservata un’attenzione del tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell’amore, e si preparino per questo con un’adeguata educazione alla sessualità, senza lasciarsi distogliere da messaggi effimeri che impediscono di raggiungere l’essenza della verità in gioco”.

            Che il  Santo Padre parli di “educazione sessuale” fa un certo effetto. Ne aveva parlato a Washington il 17 aprile alla Catholic University of America, dicendo: “Particolarmente inquietante è la riduzione della preziosa e delicata area dell’educazione sessuale alla gestione del “rischio”, privo di ogni riferimento alla bellezza dell’amore coniugale”.

            La parola “inquietante” è riferita all’educazione quando questa si riduce solo ad un addestramento personale per evitare il rischio, tralasciando la dimensione oggettiva del valore.

            La diagnosi della “malattia” è giusta, ma, purtroppo, molti genitori la capiscono quando è troppo tardi.

 

Si alza in Europa la voce del popolo per la vita

 

Una raccolta firme e un Premio proposti dai Movimenti pro-life

ROMA, martedì, 13 maggio 2008 

            Si sono riuniti a Roma domenica 11 maggio, prima della veglia di preghiera e dell’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI, le delegazioni dei Movimenti per la vita (MpV) di Italia, Germania, Polonia, Malta, Belgio, Slovacchia, Croazia, Norvegia.

            Alla riunione a cui hanno dato la loro adesione anche le delegazioni di Francia e Romania, era presente anche il delegato romano di Vita Umana Internazionale, diffusa in diversi paesi nel mondo.

            La riunione faceva seguito ad un altro incontro che si era svolto il 10 e 11 dicembre 2007 a Strasburgo, con l’intento dare voce al popolo della vita organizzando iniziative comuni di tutti i movimenti per la vita europei.

E' la prima volta che i Movimenti per la vita dell’Europa si riuniscono a Roma e la prima volta che promuovono in forma unitaria dei progetti comuni.

            Carlo Casini, Presidente del MpV italiano, ha fatto riferimento al testo della petizione già condiviso ed approvato dalle diverse associazioni durante l’incontro di Strasburgo per fare in modo che le istituzioni europee riconoscano “il diritto alla vita fin dal concepimento”.

            Nel testo della petizione, su cui si pensa di raccogliere milioni di firme, si legge: “I sottoscrittori chiedono che alla base dell’interpretazione, della promozione e dell’attuazione dei diritti umani sia posto sempre il riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale e dalla famiglia come nucleo fondamentale dello Stato, costituita mediante il matrimonio di una donna e di un uomo”.

            Quest'anno, in cui ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, i Movimenti per la vita e per le famiglia europei chiedono alle istituzioni e ai popoli europei di sancire in forma chiara che alla base di ogni diritto c’è la difesa della vita umana e della famiglia, e che la vita ha inizio dal concepimento.

            L’adesione dei movimenti a questa iniziativa è stata immediata. In particolare la delegazione di Malta ha fatto riferimento ad una campagna nazionale di grande successo denominata “+ 9” il “dono della vita”, in cui si spiega che ognuno di noi ha nove mesi in più di vita vissuta, che è quella passata nel grembo materno.

            Si tratta di un messaggio semplice che si sta diffondendo ben oltre l’isola di Malta. Adesivi, cappelli, t-shirt con il simbolo “+ 9” sono stati infatti distribuiti in tutto il mondo.

            Ma soprattutto tra le nuove generazioni la campagna di educazione al significato del “+ 9” sta riscuotendo grandi successi. Insieme alle firme per la petizione, il delegato maltese ha proposto di realizzare delle bandiere con il simbolo “+ 9” da aggiungere all’asta delle diverse bandiere nazionali.

            Tutte le delegazioni hanno accolto con entusiasmo la proposta di raccogliere firme per la petizione, impegnandosi ad allargare il fronte delle associazioni coinvolgendo gli evangelici, gli ortodossi, i non credenti favorevoli alla vita e tutti i gruppi che intendono veramente difendere i diritti umani.

            Insieme alla raccolta di firme per la petizione, il Presidente del Movimento per la Vita italiano ha proposto l’istituzione di un Premio per la Vita, promosso da tutti i movimenti per la vita europei, dedicato a Madre Teresa di Calcutta, e che per questo primo anno dovrebbe essere assegnato alla memoria del genetista Jeromè Lejeune.

            Il dott. Lejeune, di cui è in corso anche la causa di beatificazione, scoprì nel 1958 l'anomalia genetica che causa la trisomia 21 (sindrome di Down), fu il primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e si vide negare il premio Nobel solo perché si opponeva all’aborto.

            Anche questa seconda iniziativa ha riscosso il sostegno entusiasta delle delegazioni presenti, le quali si sono impegnate a promuovere, sostenere e partecipare all’incontro che si svolgerà il 10 e 11 dicembre a Strasburgo, per la consegna delle firme e la celebrazione del Premio Madre Teresa di Calcutta.

            Sono state avanzate altre proposte su cui i movimenti per la vita decideranno un'azione comune, dopo aver discusso al proprio interno. Il delegato polacco ha proposto di dedicare un giorno, il 25 marzo di ogni anno, per una preghiera per la vita, da celebrare in ogni paese del mondo.

            A questa proposta se ne è aggiunta un'altra, sollevata dalla delegazione italiana, quella di avere almeno un giorno all’anno senza aborti, proprio il 25 di marzo.

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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