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APRILE 2010

     

Cresce la tendenza alla umanizzazione degli animali Gabriele Soliani

 

Un sorprendente sondaggio, alcuni giorni prima di San Valentino, ha rivelato che un quinto degli adulti preferirebbe celebrare questa festa con il proprio animale domestico anziché con il proprio partner.

Il sondaggio ha coinvolto 24.000 persone, in 23 Paesi, secondo quanto riferito dalla Reuters l’8 febbraio.

Il sondaggio è solo una conferma di una crescente tendenza alla "umanizzazione" degli animali. Il quotidiano britannico Telegraph ha riferito sul ritorno di un’antica pratica pagana da parte di chi si fa seppellire insieme al proprio animale domestico. Infatti nel gennaio di quest'anno 2010 è stato approvato, nel Lincolnshire, l’ultimo di una serie di cimiteri unificati per animali ed esseri umani.

Uno dei cimiteri per animali più antichi degli Stati Uniti, il Hindsdale Animal Cemetery di Willowbrook, nell’Illinois, conta su più di 15.000 animali seppelliti.

Le iscrizioni sulle lapidi di tombe per animali sono cambiate nel corso del tempo, riflettendo l’elevazione, che molte persone hanno concesso ai propri animali, a “familiari a pieno titolo”, sviluppando il concetto dei propri animali come se fossero bambini. Ci pare uno sviluppo piuttosto drammatico. Specialmente per le conseguenze, spesso non valutate.

Alcuni esperti di etica infatti propongono di conferire agli animali uno "status" di persona. Ciò scardina l’idea della particolarità degli esseri umani e del loro diritto a essere trattati in modo diverso dagli animali.

In altre parole, se gli animali diventassero persone, le persone umane diventerebbero animali.  Ma solo gli esseri umani sono persone, e questo aiuterebbe a promuovere un maggior rispetto per la vita umana.

Infatti, purtroppo, l’aborto è giustificato dai tribunali in quanto i nascituri non sono considerati "persona".

 

In Spagna la nuova legge sull’aborto è la più radicale del mondo Gabriele Soliani

 

Considerare l’aborto come un mezzo necessario per “conservare la salute” è una falsità che distorce la realtà. Però avanza sempre più quest’idea in Europa, e la Spagna sembra esserne la capofila con la recentissima legge approvata dal Senato. Con soli sei voti di scarto (132 sì contro 126 no e un’astensione), il Senato spagnolo ha approvato, nella serata del 24 febbraio scorso, in via definitiva la nuova legge organica sulla “salute sessuale e riproduttiva e sull’interruzione volontaria di gravidanza”. Questa legge consente anche alle sedicenni di abortire entro la quattordicesima settimana di gestazione. Il limite della 12esima settimana, come quello vigente in Italia, sembra andare sempre più stretto. Contro il provvedimento, che entrerà in vigore nei prossimi mesi, si sono battuti con forza la Chiesa cattolica, i movimenti pro-vita e, in Parlamento, il Partito popolare (Pp). La settimana scorsa vari gruppi anti-abortisti avevano consegnato più di un milione di firme contro la riforma, all’inizio dell’anno c’è stata una mobilitazione senza precedenti a favore della vita del nascituro, ma in queste tematiche prevale la linea di ignorare la voce dei cittadini. La nuova legge consente di abortire “liberamente” entro la quattordicesima settimana e fino alla ventiduesima in caso di rischio per la vita o la salute della donna o di gravi anomalie del feto (in quest’ultimo caso è necessario il parere espresso da medici diversi da quelli che praticano l’intervento). Per quanto riguarda le minorenni di 16 e 17 anni, esse devono informare almeno uno dei genitori o tutori legali del loro “desiderio” di interrompere la gravidanza, a meno che questa comunicazione le esponga a “un pericolo certo di violenza familiare, minacce, coazioni, maltrattamenti” o produca “una situazione di sradicamento o abbandono”. Parole, queste, che preludono a svariate interpretazioni. Sappiamo bene quanto le interpretazioni in materia di “diritto” di aborto abbiano moltiplicato i problemi e i drammi.

Una novità che lascia ancor meno possibilità di vita al nascituro è quella che consente di “abortire liberamente”, cioè senza veri e propri motivi! Una specie di ricorso ad un servizio sanitario, senza dare nessuna spiegazione, come se il feto di 14 settimane (tre mesi e mezzo di gravidanza) fosse una massa di cellule pericolosa. Una simile pretesa certamente non si limiterà al “diritto di aborto”, ma arriverà ad influenzare altri …diritti.

Il Forum Spagnolo per la Famiglia ha dichiarato che la legge “è una delle più radicali del mondo” perché non si limita a non difendere il nascituro fino a limiti insopportabili, ma configura ideologicamente il diritto all’aborto come parte del diritto della donna alla salute, e stabilisce meccanismi per imporre questa visione in tutto il sistema educativo e sanitario spagnolo. Tuttavia la combattiva Confederazione Cattolica dei Genitori degli Alunni (CONCAPA) proporrà, ai genitori e ai docenti, l’obiezione di coscienza e/o la denuncia davanti ai tribunali se saranno costretti ad insegnare, nelle scuole spagnole, l’aborto come diritto.

Apparentemente l’intento della nuova legge sembra quello della diminuzione del numero degli aborti, così come vogliono farlo passare, ma indubbiamente c’è molto di più.

 

La sessualità banalizzata e calpestata. (Ricerca a cura di Barbara)

Siamo sicuri che in estate  in Sud Africa ci sarano i campionati mondiali di calcio?

A Città del Capo sono in arrivo 40.000 prostitute e 42 milioni di profilattici …

Una vera festa dello sport!

In Sudafrica, dove quasi un adulto su cinque è sieropositivo, si preparano ad accogliere i tifosi del sesso.

Sul Sudafrica dei mondiali di calcio è in arrivo un alluvione dalla Gran Bretagna. Di preservativi. Per la precisione 42 milioni di profilattici, un bastimento che vale un milione di sterline inviato dal governo britannico. E’ la risposta premurosa (e pure un po’ coloniale) di Londra alla richiesta di aiuto espressa dal poligamo presidente sudafricano in persona, Jakob Zuma, nel corso della sua imbarazzante visita di stato della scorsa settimana. D’altra parte in Sudafrica quasi un adulto ogni 5 è sieropositivo e i 450 milioni di preservativi distribuiti dal governo locale ogni anno evidentemente non bastano proprio.

Così in previsione della calata degli Unni, con l’autorità sanitaria nazionale che annuncia anche l’arrivo di quarantamila agguerritissime prostitute pronte per la Coppa del mondo, a Città del Capo hanno iniziato ad allarmarsi seriamente, anche per le nazioni limitrofe. Zuma poi di grane con la tematica in questione ne ha avute diverse: è stato lui, colpevole di aver stuprato una donna, a difendersi spiegando che comunque, dopo, si era fatto una doccia “per minimizzare i rischi di contagio”. E la derisione pubblica non gli è servita comunque da lezione, visto che mesi fa, evidentemente senza preservativo, ha fatto sesso con un’amica di famiglia, ora madre del suo ventesimo figlio.

Zuma si preoccupa pochissimo per sé, insomma, ma moltissimo per la salute dei 450mila stranieri che arriveranno per godersi i mondiali e non soltanto quelli. E prende esempio dalla liberale Germania, dove in preparazione alla Coppa del mondo del 2006 si spesero un sacco di soldi per arginare l’emergenza sesso-da-tifoso, premio o consolazione che fosse. Nacquero maxi-bordelli per tutti i gusti, furono distribuiti kit contenenti profilattici in tinta con la maglia delle diverse nazionali, si moltiplicarono i parcheggi attrezzati per gli incontri in automobile e le case d’appuntamenti iniziarono con previdente anticipo a fare casting per nuove assunte, selezionate per tutte le esigenze.

Non si sa ancora se anche la fornitura britannica a favore del Sudafrica sarà declinabile a seconda delle esigenze, di età o dimensioni per esempio. Un’azienda svizzera ha appena lanciato Hotshot, un minicondom per 12enni che spera tanto di portare sul mercato britannico, “ideale” come target viste le percentuali di gravidanze fra i banchi delle medie. La produzione del preservativo per bambini è stata avviata dopo i risultati di uno studio commissionato dal governo svizzero, dal quale è emerso con chiarezza che i ragazzini fra i 12 e i 14 anni non utilizzavano precauzioni sufficienti durante i rapporti sessuali. Lo studio non chiariva, invece, se i ragazzini fossero ancora interessati al pallone.

2009 - FOGLIO QUOTIDIANO di Valentina Fizzotti

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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