L'ICONA DELLA CROCIFISSIONE DI DIONISIJ (Anna)
Mi riallaccio al discorso lasciato in sospeso al numero precedente sulla complessità della lettura delle icone russe. Torno però a decantare lo splendore di tali opere e sottolineo ancora che esse infondono nell'animo di ogni visitatore che le osserva, un senso di sublime magnificenza; non sono certa, però, che tutti i visitatori siano in grado di leggere ciò che in esse è scritto, seppure attraverso i tratti del pennello.
Per mia fortuna, però, con l'aiuto di persone competenti, comincio a capire qualcosa dell'iconografia e così vengo a conoscere la bellissima storia che è descritta nella CROCIFISSIONE DEL PITTORE DIONISIJ, che si trova nella Galleria Statale TRET'JAKOV.
I piedi di quel Cristo poggiano su un teschio; la cosa mi stupisce, ma mi viene spiegato che rappresentano Adamo. Infatti un'antichissima tradizione dice che quando Adamo morì, prima di seppellirlo, l'Arcangelo S. Michele depose nella sua bocca un seme d'ulivo e questo, germogliò e divenne un albero, dal cui legno fu ricavata la croce che Gesù ebbe come suo martirio.
Sul fondo vi è dipinto il suo sepolcro e la terra spaccata in due, per dire che Gesù scese nel Limbo, dove era Adamo, per portarlo in Paradiso.
L'intensità espressiva che appare sul volto di Gesù mi ha fatto riflettere molto e sono giunta alla conclusione che Gesù stesso abbia guidato la mano di quell'artista per poter arrivare a dargli quel tocco di profonda spiritualità. Si è certamente di fronte ad un'opera il cui esecutore materiale era un uomo molto religioso e conosceva molto bene la Sacra Scrittura.
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Un giorno Almitra disse al suo maestro:
Parlaci della morte.
Ed egli disse:
Voi vorreste conoscere il segreto della morte. Ma come potrete trovarlo,
se non lo cercate nel cuore della vita?
Il gufo, i cui occhi legati alla notte non vedono il giorno, non può svelare il mistero della luce.
Se davvero volete contemplare lo spirito della morte, spalancate il cuore al corpo della vita.
Perché la vita e la morte sono una sola cosa, come il fiume ed il mare.
Nel profondo delle vostre speranze e dei vostri desideri risiede la muta conoscenza dell'Oltre;
E come semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera.
Fidatevi dei sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l'eternità.
Il vostro timore della morte è come il tremito del pastore davanti al re
la cui mano si posa su di lui per onorarlo.
Non è forse contento il pastore, sotto quel tremito, perché potrà fregiarsi del segno regale?
Eppure non è forse più attento al suo tremore?
Perché cos'è morire, se non essere nudi nel vento e fondersi nel sole?
E che altro è non più respirare, se non liberare il respiro dalle sue insonni maree,
perché possa levarsi ed espandersi e cercare Dio senza ingombri?
Solo quando berrete al fiume del silenzio canterete davvero.
E quando avrete raggiunto la sommità del monte, comincerete a salire.
E quando la terra esigerà le vostre membra, solo allora danzerete veramente.
Gibran Kahlil Gibran
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