IL VOLTO DELLA COMPASSIONE
- Cosa proviamo nell’intimo del nostro cuore, di fronte alle sofferenze e al dolore altrui? Sentiamo la compassione o prevale in noi un senso di disagio che ci porta a fuggire da tale situazione?
- Di fronte al dolore e alla sofferenza altrui mi commuovo facilmente e non riesco a trattenere le lacrime, non riesci ad andar via, qualcosa mi trattiene, mi dice di ascoltare la storia della persona che soffre e dopo averla ascoltata e pianto con lui, cerco di trovare tutte quelle parole più profonde e semplici per renderla un po’ più serena e, se posso, l’aiuto in qualsiasi modo possibile. La compassione ci deve toccare veramente il cuore ma se, per il nostro egoismo, chiudiamo il cuore non potremo mai aiutare nessuno. Io sto lavorando molto perché amo il volto di Gesù al punto da chiedergli sempre che mi dia tante occasionii, per mettere alla prova la mia misericordia verso gli altri.
- Quando proviamo la compassione, questa rimane solo un sentimento o il dolore che anche noi proviamo ci fa muovere verso l’altro per alleviare le sue sofferenze?
- La compassione che provo verso i fratelli e le sorelle in Cristo mi provoca un dolore tale che mi spinge a fare tutto il possibile per poter portare un pur minimo di aiuto all’altro, sia morale che spirituale. Non fuggo, mi sento coinvolto, voglio a tutti i costi portare tutto l’aiuto possibile all’altro, in qualsiasi modo legale o non legale. Questo perché veramente penso che tutti gli abitanti della terra sono fratelli in Cristo, compreso i nostri politici che credono di essere loro Dio sulla terra e quindi s’impegnano solo per il bene personale.
- Cadiamo nella tentazione di essere cristiani mantenendo però una prudente distanza dalle piaghe del Signore?
- Assolutamente no: con tutto il mio umanesimo cerco sempre di non farmi prendere da questa tentazione e spero che il Buon Dio mi starà sempre accanto per far sì che io resti sempre immerso nelle piaghe del Signore. Chiedo sempre al Signore, , mi tolga pure il libero arbitrio che mi ha dato all’inizio del tempi, perché se lo usassi male mi potrei fare tanto male. Amen.
- Quando siamo mossi dalla compassione, riusciamo ad andare oltre un primo aiuto?
- Un primo aiuto è tutta l’attenzione che riesco a dare in quel commosso momento della compassione che non mi lascia andar via a qualsiasi costo, ma poi mi attivo subito per trovare tutte quelle parole spirituali per poterlo aiutare, infine penso subito a come mi debbo attivare per poter proseguire l’opera che il Signore mi propone per la mia santificazione. Io so che, provvedendo al prossimo, curo le sue ferite e perciò non faccio altro che ringraziare il Signore per l’opportunità che mi ha offerto.
- Riusciamo a vedere il coloro che soffrono la carne di Cristo?
- E’ solo questo che mi muove a compassione, il vedere veramente nel sofferente la carne di Cristo umiliato fino alla croce, che ancora una volta mi chiede: “Anche per te sono morto invano o almeno tu hai capito che su di me ho preso tutto il tuo peccato e sono stato crocifisso? Ed ecco che, con quel mio gesto di compassione verso l’altro gli sto dicendo: “Gesù mio, ti offro la mia vita, sia fatta la tua volontà, pensaci Tu”..
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